Primo contatto con la piattaforma per tablet, slate PC e smartphone Intel Moorestown. Esaminiamo le caratteristiche dei nuovi processori Atom Z600 (Lincroft), del PCH Langwell e del nuovo MSIC (Mixed Signal IC).


A circa due anni dalla nascita dei netbook, l'ambiente del mobile computing è nuovamente in fermento: una famiglia di dispositivi a metà strada fra i Tablet PC e gli ebook reader, denominata per il momento "slate PC" ma non escludiamo cambiamenti in corsa, alletta i tecnofili con un design ultrasottile e con il fascino dell'input multitouch.

Zoom, pinch, swipe, stanno diventando gesti usuali per gli utenti, che si sentono sempre meno a loro agio con i vecchi mouse. La categoria dei computer portatili si è frantumata in una costellazione di apparecchi, accomunati spesso unicamente dalla presenza di un processore e di una batteria.

Sebbene gli analisti siano ancora incerti sulle dimensioni del fenomeno "slate", tuttavia i primi modelli introdotti sul mercato hanno riscosso un buon interesse da parte dei consumatori. Ci riferiamo ovviamente all'Apple iPad, prossimo al suo lancio europeo e forte di alcune centinaia di migliaia di unità vendute.

Nel primo trimestre del 2010 non sono mancati gli slate equipaggiati con processori Intel Atom, come WePad, Hanvon BA10E, HP Slate, JooJoo, ExoPC, ma i modelli ARM-based (con implementazioni differenti, Qualcomm Snapdragon, Texas Instruments, Nvidia Tegra, Samsung) costituiscono ancora la fetta più abbondante. Per citarne solo alcuni: Dell Streak dai 5 ai 10 pollici, Asus EeePad, Toshiba JournE, vari modelli di Archos, Compal, ViewSonic, Lenovo, Aigo N700, MSI, etc.. Lo stesso iPad è equipaggiato con un SoC Apple A4, che in sostanza è un processore ARM prodotto da Samsung.

Insomma, più ci si avvicina a formati tascabili, più l'ago della bilancia tende a sfavore di Intel. Per riportare la situazione in equilibrio, il chipmaker californiano ha rilasciato la nuova piattaforma Atom Moorestown, specificamente indirizzata a smartphone, tablet PC e handheld devices.

Scopo dichiarato: garantire un'esperienza simile a quella assicurata dai comuni PC, con piena connettività Internet a banda larga, multi-tasking, fullHD 1080p, grafica 3D, videoconferenze multi-punto, tutto in un dispositivo che entra in una mano.

Anand Chandrasekher, direttore generale dell'Ultra Mobility Group presso Intel ha salutato l'arrivo di Moorestown con queste parole: "Intel introduce un prodotto che aprirà all'Intel architecture (IA) le porte del mercato degli smartphone: Moorestown estende i benefici dell'IA riducendo in modo significativo i consumi, i costi e l'ingombro per meglio soddisfare i bisogni del mercato dei dispositivi handheld."

Un obiettivo ambizioso, se si considera che i suoi predecessori (piattaforma Menlow e processori Atom Silverthorne serie Z5**) erano partiti dai MID per poi terminare la loro carriera nei netbook. In comune con Menlow, Intel Moorestown ha la composizione su due chip, ma cambia radicalmente l'architettura. Menlow era composta da un processore ed un PCH (Platform Controller Hub) che sommava le funzioni di MCH e ICH, invece Moorestown si compone di un SoC (Lincroft) con funzioni di processore, controller di memoria e sottosistema video integrato, e di un Communication Hub, equivalente del vecchio I/O Controller Hub (Langwell).

Un altro dato importantissimo è che, al pari di quanto è successo per gli Atom serie N, anche i nuovi Atom Z6** utilizzano lo stesso core impiegato nei precedenti Atom serie Z5**. Si tratta del core Bonnell, un nome in codice finora sconosciuto ai più, anche se le sue caratteristiche sono ben note a tutti: è un nucleo di calcolo con esecuzione in ordine, la cui lentezza è mitigata dalle tecnologie HyperThreading (SMT, Simultaneous Multi-Threading) e Safe Instruction Recognition (SIR).

Il core Bonnell, unito alla cache e dotato di interfaccia FSB, diventava il processore Atom Silverthorne. Per quanto fossero ridotti consumi e footprint di questi processori e della relativa piattaforma Menlow, tuttavia non lo erano ancora abbastanza per un loro uso negli smartphone. A questo limite vuole porre rimedio la nuova piattaforma Intel Moorestown.

Fondere controller di memoria e sottosistema grafico in un unico pezzo di silicio non è però sufficiente. Questo risultato è stato ottenuto già dall'ultima piattaforma per netbook Intel Pine Trail, ma l'uso del FSB per lo scambio di dati fra nucleo di calcolo e controller di memoria vanifica buona parte dei vantaggi dell'integrazione. Anche per questa ragione, Intel ha introdotto Moorestown.

Intel ha fornito alcuni dati ufficiali sul confronto fra Moorestown e Menlow: oltre alla riduzione dei consumi in idle di oltre 50 volte, l'efficienza energetica migliora di 20 volte nella riproduzione audio e da 2 a 3 volte nella riproduzione video e nella navigazione Internet, prestazioni di calcolo fino a 3 volte superiori, grafica più veloce da 2 a 4 volte ed un incremento di oltre 4 volte nell'esecuzione di Javascript.

Tradotto in termini concreti, Menlow può assicurare decodifica video in formato Full HD e registrazione video in formato HD 720p, con una durata della batteria che può superare i 10 giorni in standby, i 2 giorni nella riproduzione audio e dalle 4 alle 5 ore di riproduzione video e Web surfing.

 

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