Test

Prima di entrare nel vivo delle nostre sessioni di benchmarking, è necessario premettere che i componenti a basso voltaggio utilizzati comunemente sugli ultraportatili hanno il vantaggio di consumi dimezzati al prezzo però di prestazioni leggermente inferiori ai loro equivalenti a voltaggio standard. Nel corso degli anni però l'evoluzione in questo settore è riuscita a limare sempre più questo divario, fino a raggiungere il risultato sorprendente che emerge dai test dell'ultrabook Asus.

Partiamo come sempre nelle nostre valutazioni dai risultati ottenuti con il benchmark sintetico integrato nel sistema operativo Microsoft Windows 7. Già l'indice di Windows ci suggerisce di non lasciarci trarre in inganno dalle dimensioni compatte e dallo spessore sottile di questo notebook, assegnando punteggi assai elevati, che vanno da 5.9 a 6.9 su una scala massima che ricordiamo essere corrispondente a 7.9.

Unica eccezione agli ottimi score è costituita, ma c'era da aspettarselo, dal sottosistema grafico, che ovviamente soffre specialmente per quanto riguarda le prestazioni in 3D, come del resto ampiamente confermato anche dai tool di Futuremark, 3DMark06 e 3DMark Vantage. Bisogna comunque ricordare che questa versione è ulteriormente depotenziata rispetto a quella presente in altri processori Sandy Bridge full voltage: qui infatti il clock rate normale (non in modalità Turbo) cala da 650 MHz a soli 350 MHz e le ripercussioni non possono non farsi sentire in un processore che stenta già normalmente in ambito videoludico.

Non si tratta comunque di un grande limite. È comunque possibile giocare in modo soddisfacente con titoli 3D poco esigenti come Street Fighter IV, o con videogiochi DirectX 10 con qualche compromesso in termini di dettagli e risoluzione. Inoltre l'IGP Intel GMA 3000 HD riesce piuttosto bene nelle operazioni di encoding e decoding via hardware anche di flussi video a 1080p e questo alla fine è ciò che davvero conta in un ultraportatile che certamente non ha ambizioni di gaming station.

Ottima invece la prova del processore Core i7-2677M quanto a prestazioni di calcolo. Con un TDP di soli 17 W e una frequenza di base di 1.8 GHz infatti il dual core ha fatto segnare score sostanzialmente allineati a quelle ottenibili con Core i5 dotati di clock rate superiori, tra i 500 e i 700 MHz, sia con 7Zip che con SuperPi. Grazie alle migliori caratteristiche tecniche, e soprattutto ad un maggiore ammontare di cache dell'Intel Core i7-2677M, ASUS è riuscita a ottenere ottime prestazioni contenendo però al massimo i consumi.

Sono però le prestazioni complessive di sistema misurate con i benchmark sintetici PCMark di Futuremark (nelle tre generazioni PCMark05, PCMark Vantage e PCMark 7) il dato più imprevedibile che emerge dalla nostra prova: grazie allo spunto offerto dal drive SSD SanDisk, l'ultrabook Asus Zenbook UX31 va ad occupare le posizioni di vertice di tutti i nostri grafici comparativi, anche al confronto di notebook di fascia medio-alta.

Tirando le somme, una combinazione mirata ed equilibrata di componenti a basso voltaggio, con l'aiuto di un drive SSD SATA III, è in grado di garantire un'esperienza utente generale del tutto simle a quella consentita attualmente dai componenti a voltaggio standard dei comuni desktop e notebook, seppure questi ultimi mantengano un vantaggio in alcuni specifici ambiti.

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