Disassemblaggio

Prima di procedere con l'analisi della piattaforma hardware,  soffermiamoci un momento sul procedimento di disassemblaggio, sull'accessibilità e la possibilità di manutenzione e upgrade offerte da questo portatile che, ve lo diciamo subito, sono assai scarse. Aprire il portatile in realtà non è difficile e non richiede attrezzi particolari, basta infatti svitare le poche viti che tengono in posizione la piastra inferiore e sganciarne i dentini a incastro lungo il bordo.

Il problema però è che una delle viti è posizionata al centro della superficie e nascosta sotto l'etichetta che raccoglie le informazioni del notebook, come il seriale, il nome del modello ed i loghi e gli identificativi delle varie certificazioni. Considerato che Asus non rende pubblicamente disponibili i manuali di riparazione, se non vi accorgete di quella vite potreste danneggiare il portatile cercando di smontarlo. Inoltre, l'etichetta adesiva rende pressoché impossibile l'apertura del telaio senza lasciare tracce evidenti con il rischio che l'operazione possa comportare la decadenza della garanzia.

Il piano tastiera si rimuove come un blocco unico per accedere ai componenti interni

In ogni caso una volta aperto l'ASUS F102BA (o l'ASUS X102BA, ovviamente) si scoprirà che c'è ben poco margine per upgrade o interventi di manutenzione. Batteria a parte, l'unico elemento smontabile è l'hard disk SATA da 2.5 pollici che, ricordiamo, è di tipo slim (7 mm) e non standard. Anche la RAM è saldata sul PCB e non ci sono slot per aggiungere altri banchi in un secondo tempo. Su una delle facce della scheda madre si possono notare delle piazzole vuote ma sono del tutto inutili per l'utente e indicano semplicemente dove sono alloggiati gli altri 2 GB di RAM nel caso in cui si scelga l'allestimento da 4 GB, peraltro come detto al momento non disponibile in Italia.

Lo spazio interno è occupato dai PCB della scheda madre e della IO board che circondano l'hard disk

ASUS evidentemente deve aver pensato che un device di questo tipo, per fascia di prezzo e tipologia di utenza a cui si rivolge, non richiedesse particolari doti di espandibilità ma potesse essere invece realizzato come una soluzione integrata che si acquista in blocco, come accade ad esempio per la stragrande maggioranza dei tablet. Questo design ha però anche qualche lato positivo: la tastiera diventa un tutt'uno con la C-shell, il pannello che ricopre la base, un po' come avviene per il touchpad, con conseguenti vantaggi sia in termini di estetica sia in termini di solidità e di comfort di battitura.

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