Conclusioni

L'evoluzione del mobile computing richiede dispositivi di storage più capienti ma soprattutto più veloci. L'obiettivo è quello di riuscire ad offrire livelli di capacità adeguati alle odierne applicazioni, ad un prezzo accessibile.

Il perfezionamento dei processi produttivi dei chip NAND ha consentito agli SSD di diventare una concreta alternativa agli HDD tradizionali nel settore degli ultraportatili e dei subnotebook, ma è prevedibile che, continuando con questo trend, entro pochi anni i drive allo stato solido si diffonderanno anche ai PC desktop e notebook mainstream.

Gruppo SDD e HDD

Difficile dire se gli hard disk tradizionali verranno completamente spazzati via dall'ondata degli SSD: con ogni probabilità, i drive magnetici, perfezionati nell'arco di mezzo secolo e ormai giunti a piena maturazione, continueranno ad essere impiegati in parallelo ai drive basati su semiconduttori.

Del resto, come dimostrano i nostri benchmark, un confronto fra SSD e HDD in termini generali e astratti sarebbe quanto meno superficiale. Nella categoria dei Solid State Drive vengono, infatti, incasellate soluzioni differenti, non solo per la tecnologia adottata, SLC o MLC, ma anche per la perizia con cui vengono progettati gli schemi dei circuiti stampati e soprattutto l'efficienza del controller.

Un utente consapevole ed attento, quindi, dovrà ponderare accuratamente le varie soluzioni disponibili, senza farsi condizionare da posizioni dogmatiche e preconcette, e scegliere fra i vari modelli di HDD e SDD, quello che per prezzo e caratteristiche soddisfa al meglio le sue specifiche esigenze.

  • Indietro
  • Avanti
Google News
Le notizie e le recensioni di Notebook Italia sono anche su Google News. Seguici cliccando sulla stellina

Commenti