Ergonomia

Abbiamo avuto modo di fare qualche accenno sulle impressioni "esteriori" del sistema Padfone, rilevando come al design innovativo, sottile ed elegante dello smartphone si contrapponga invece un fattore forma meno ispirato e molto simile ai primi tablet Transformer di Asus per la Padfone Station. Dopo un utilizzo prolungato non possiamo che confermare le nostre prime impressioni: appare evidente una disparità nella cura del design tra lo smartphone e il resto delle componenti testate.

L'Asus Padfone è senza dubbio un terminale di ultima generazione, dentro e fuori la scocca, comodo sia da impugnare durante lunghe telefonate che da utilizzare nelle sue funzioni di produttività e multimedialità. Combinandolo con la Padfone Station non otteniamo parimenti un tablet di ultima generazione, sia per quanto riguarda l'aspetto che per il formato più pesante ed ingombrante rispetto a tablet high-end "puri" dotati di schermi con medesima diagonale.

Lo stesso discorso vale combinando tutte le componenti: quello che si ottiene ha l'aspetto di un netbook molto ingombrante che ricorda da vicino i primi modelli da 10 pollici come dimensioni e peso (per quest'ultimo ci aggiriamo sul chilo e mezzo, non indifferente se messo in relazione con gli 1.1 kg del Transformer Prime dockato o i risultati raggiunti da molti ultrabook con diagonale da 11 pollici).

Il Padfone completo in modalità laptop raggiunge dimensioni un po' ingombranti

D'altro canto questi inconvenienti sono principalmente frutto dell'originalità della soluzione proposta da Asus: si tratta infatti del primo dispositivo nel suo genere, e come per il primo Transformer sappiamo che saranno possibili molte ottimizzazioni e perfezionamenti. D'altro canto il concept per cui la stragrande maggioranza dell'hardware che muove il dispositivo è concentrata nello smartphone permette alla Padfone Station di operare a temperatura pressoché costante (il dissipatore integrato viene logicamente impiegato per raffreddare il Padfone all'interno), e lo stesso vale per la tastiera dock.

Un altro aspetto che ci ha colpito positivamente del connubio Padfone + Station è proprio nella realizzazione del vano che ospita lo smartphone. Lo sportello è infatti immediatamente individuabile grazie alla finitura a cerchi concentrici che riprende il retro del Padfone, e l'ampia leva di apertura risulta molto pratica e facile da utilizzare. Agganciare ma soprattutto sganciare lo smartphone dal suo alloggiamento è sorprendentemente semplice e rapido grazie alla doppia funzione dello sportello, che se aperto oltre un certo angolo funge da leva per distanziare il dispositivo dai connettori quel tanto che basta per una rimozione sicura.

Inserimento del Padfone nello sportellino del tablet

Multimedia

Come abbiamo detto in precedenza, l'Asus Padfone beneficia a trecentosessanta gradi delle ottime prestazioni della piattaforma Snapdragon S4. Lo stesso vale per l'esperienza d'uso multimediale, sia questa legata alla riproduzione di contenuti o all'intrattenimento videoludico. Vedremo più avanti come queste considerazioni "empiriche" vengono confermate anche dai benchmark che abbiamo eseguito sul dispositivo.

A nulla varrebbero però queste potenzialità se impiegate per visualizzare immagini e video su schermi poco definiti o di scarsa qualità. Fortunatamente questo non è il caso del Padfone, che impiegando un pannello Super AMOLED sfoggia un'ottima resa cromatica affiancata a luminosità e contrasto di ottimo livello. La risoluzione di 960 x 540 pixel, pur non essendo insuperata, risulta più che adeguata per un resa nitida di icone, testo e immagini.

Asus Padfone in sé è uno smartphone da 4,3 pollici con display Super AMOLED

Questo tipo di schermo è al centro di una accesa discussione fin dal suo debutto nel 2010 per via dell'impiego di una matrice pentile che comporta un numero inferiore di subpixel. A prescindere da questo dibattito di natura tecnica, alla vista lo schermo del Padfone risulta veramente eccellente, con un ottimo contrasto, colori saturi ma non troppo carichi ed una eccezionale nitidezza.

La visibilità in esterni è inoltre molto buona, sia per l'utilizzo di un rivestimento HCLR per ridurre i riflessi che per la predisposizione di una modalità "outdoor" che incrementa ulteriormente la luminosità del display. Lo schermo è quindi leggibile anche se investito direttamente dalla luce solare e si presta quindi ad un impiego in auto come navigatore satellitare.

Soddisfacente anche lo schermo LCD della Padfone Station con una risoluzione standard di 1280 x 800 pixel, che tuttavia utilizzando un più comune pannello con tecnologia IPS non riesce a raggiungere lo standard qualitativo dello schermo AMOLED, ma risulta tuttavia molto più comodo nella digitazione e navigazione web grazie all'incremento della dimensione dei caratteri e della tastiera virtuale.

Lo schermo da 10 pollici IPS è buono ma meno brillante dello schermo AMOLED del telefono

Il display della Station pad non riesce a raggiungere lo stesso livello di luminanza dello schermo dello smartphone, pertanto consigliamo vivamente di usare quest'ultimo in auto o in altre condizioni di forte luminosità ambientale.

Un ulteriore punto di forza della Padfone Station è l'altoparlante integrato: si tratta di uno speaker mono con tecnologia SonicMaster in grado di riprodurre musica e suoni ad un volume molto maggiore rispetto a molti tablet attualmente in commercio L'elevato volume e la buona fedeltà di riproduzione sono state ottenute dal team "Golden Ear" di Asus integrando il miglior speaker possibile nello spessore disponibile, e vista la natura della Station di "contenitore" con minore logica operativa rispetto ad altri tablet possiamo dedurre che siano stati in grado di inserire una cassa più grande della media.

Anche il modulo fotografico principale vanta delle specifiche di alto livello. Si tratta di un sensore da 8 megapixel (3264 x 2448 pixel) con sistema di messa a fuoco automatico e un'ottica a 5 elementi e apertura massima del diaframma F/2.2 in grado di catturare anche video full-HD a 1080p. La resa cromatica e l'intensità dei contrasti è soddisfacente nella maggior parte degli scatti, ma i risultati in termini di resa dei dettagli variano molto a seconda delle condizioni di scatto.

Software di gestione della fotocamera

Un ulteriore problema è dato dal ritardo nello scatto da parte dell'otturatore elettronico. Diamo spesso per scontato che anche la maggior parte delle fotocamere compatte soffra di questo problema, problema che non di rado troviamo accentuato in smartphone e cellulari. L'Asus Padfone presenta tuttavia un ritardo sistematico tra la pressione del pulsante di scatto e l'effettiva cattura dell'immagine che può portare a dover effettuare tentativi multipli quando si ha a che fare con soggetti in movimento o con primi piani estemporanei. Non migliora la situazione il software che pilota il modulo fotografico, che non offre alcune funzioni avanzate come la stabilizzazione di immagine o la selezione dello scatto migliore.

Una foto scattata con Asus Padfone

Va tuttavia segnalato come Asus si sia attivata per fornire un supporto solerte alle problematiche connesse al modulo fotografico con il rilascio di firmware aggiornati che hanno già portato miglioramenti alla gestione della fotocamera, segno che forse le limitazioni fino ad ora riscontrate sono in buona parte dovute al software e potenzialmente superabili.

Un tramonto "catturato" dal Padfone

Per quanto riguarda le capacità di cattura video, le incertezze riscontrate nelle fotografie sono decisamente meno evidenti - complice anche la minore risoluzione di acquisizione - e diventano visibili solo in condizioni di luce molto scarsa. All'infuori di queste circostanze particolarmente sfavorevoli, il Padfone risulta un validissimo camcorder da poter utilizzare in assenza di una videocamera dedicata anche per risultati di un discreto livello qualitativo.

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