Dalla fine del 2011 partirà il progetto in tre fasi attraverso cui Intel conta di far affermare sul mercato la propria soluzione di portatili chiamata ultrabook, idealmente posizionata tra i tablet e gli ultraportatili.
Gli ultrabook rappresentano una categoria di portatili che, nelle intenzioni, dovrebbe sostituire i modelli ultrasottili ed ultraleggeri, con l'aggiunta di alcune funzioni specifiche, come l'avvio ultraveloce e l'obbligo di utilizzare processori Intel. Alcuni esempi di tali device si sono comunque già visti di recente al Computex di Taipei tenutosi a giugno 2011.
Il piano di lancio di Intel si articola in tre fasi, ma prima di vederle ricapitoliamo le caratteristiche salienti che Intel ha stabilito per identificare un portatile come Ultrabook. La prima caratteristica è legata allo spessore, per cui è stato stabilito il tetto massimo dei 21 mm. Siccome però non è stato stabilito un minimo sarà molto facile vedere diversi prodotti con spessori minori, cosa che del resto accade già con alcuni ultra sottili molto spinti. La seconda caratteristica obbligatoria sarà la capacità di uscire dalla modalità di ibernazione in maniera più veloce.
E' intenzione di Intel infatti proporre un'esperienza d'uso completa, a differenza di quanto possibile con Android o iOS, adottando per i suoi Ultrabook il sistema operativo Microsoft Windows 7, unendola però al tempo stesso alle capacità di avvio quasi istantaneo tipiche dei tablet. Per far ciò ha sviluppato una tecnologia chiamata Rapid Start, che utilizzerà un determinato quantitativo di memoria di tipo SSD per salvare il file di ibernazione. In questo modo unirà il vantaggio di una velocità di riavvio simile a quella offerta dallo stato di sospensione in RAM, ma col vantaggio dell'abbattimento dei consumi tipico dello stato di ibernazione, che invece salva appunto il file nell'hard disk principale, potendo così spegnere completamente l'intero computer. I tempi di avvio previsti dovrebbero così essere di circa 5 secondi.
Un'altra caratteristica imprescindibile per Intel è quella di una migliore efficienza energetica e quindi di un'autonomia più elevata. Secondo i dettami della casa di Santa Clara infatti, anche l'Ultrabook più compatto dovrà riuscire a garantire un minimo di 5 ore di autonomia, ma si potrà arrivare anche a 8 ore per altri modelli con più spazio per ospitare batterie più capienti. Grande enfasi infine è stata posta anche sulla sicurezza dei dati. Gli Ultrabook infatti dovranno implementare firmware e BIOS adatti a supportare le tecnologie Intel Anti Theft e Intel Identity Protection Technology, che permettono di rintracciare il computer in caso di smarrimento o furto e di proteggere gli account online grazie a un sistema di identificazione hardware based, che genera un codice univoco collegato a quel preciso portatile.
Dunque, come dicevamo, il programma di Intel si articola in tre fasi, la prima è già in atto ed è partita proprio a giugno con l'introduzione di nuovi modelli di CPU Sandy Bridge Ultra Low Voltage, che equipaggeranno appunto i primi Ultrabook già visti al Computex e che sbarcheranno sul mercato entro le feste natalizie. La seconda fase invece inizierà durante la prima metà del 2012, momento in cui saranno pronte le nuove CPU Ivy Bridge, che porteranno tantissime novità, tra cui il supporto nativo per le nuove interfacce di I/O ultraveloci come ThunderBolt e USB 3.0, che saranno quindi entrambe presenti sugli ultrabook di seconda generazione.
Infine, nel 2013, avrà inizio la terza fase, grazie all'introduzione della nuova microarchitettura Intel Haswell che manterrà il processo produttivo a 22 nm introdotto da Ivy Bridge, ma presenterà appunto un'architettura completamente nuova, che promette di unire prestazioni maggiori, soprattutto in ambito multimediale, a un risparmio energetico più spinto, che dovrebbe aggirarsi attorno alla metà del TDP delle attuali CPU Sandy Bridge.