Piccolo incidente di percorso per il RaspBerry Pi, quasi in dirittura d'arrivo. La data di distribuzione prevista per il Regno Unito è stata infatti rinviata per problemi con le certificazioni CE.
RaspBerry Pi è un interessante mini computer multimediale, costituito da un SoC Broadcom BCM2835 a basso consumo, formato da un processore ARM1176JZ-F a 700 MHz e da un co-processore multimediale VideoCore IV in grado di svolgere operazioni di encoding e decoding di flussi video Full HD a 1080p di risoluzione e 30 FPS, da 128 o 256 MB di memoria SRAM, da un lettore di schede SD/MMC/SDIO e da una porta USB, una HDMI e una Ethernet, il tutto contenuto in un case delle dimensioni di una penna USB e dotato di sistema operativo Arch Linux, che dovrebbe essere venduto al modico prezzo di 17 euro.
Usiamo il condizionale perché, proprio quando il device stava per sbarcare sul mercato, è inciampato in un contrattempo burocratico, se piccolo o grande lo sapremo solo tra un po' di tempo. Alla vigilia della distribuzione dei primi 2000 esemplari sul mercato del Regno Unito infatti la data è stata rinviata indefinitamente a causa della necessità di svolgere prima i test per ottenere la certificazione CE. Quest'ultima, come saprete, caratterizza la gran parte dei device elettronici venduti in Europa e serve a garantire che essi siano realizzati secondo specifiche di sicurezza e qualità rispondenti agli standard stabiliti appunto dalla CEE.
Al fine di ottenere il marchio CE per un prodotto però quest'ultimo dev’essere sottoposto a dei test di conformità e il produttore deve fornire determinati documenti. A quanto pare però i produttori del RaspBerry Pi non erano a conoscenza della necessità di ottenere la certificazione CE per poter distribuire il proprio mini computer. A questo proposito c'è anzi una controversia poiché l'azienda aveva valutato il RaspBerry come una semplice scheda e non come un prodotto finito e per tanto non sottoponibile alla certificazione, come del resto è avvenuto per altri prodotti simili.
Tuttavia, anche se non considerano la certificazione indispensabile, hanno deciso di sottoporre il proprio prodotto alla valutazione della commissione, più che altro per tranquillizzare i propri partner di distribuzione, a quanto pare un po' preoccupati di mettere in vendita qualcosa di non conforme alle leggi vigenti. Alcuni di questi ultimi, come Element14, hanno anche inviato delle mail di scusa ai propri clienti che avevano già prenotato il device, spiegando l'accaduto e posticipando la data di disponibilità al prossimo agosto 2012. Secondo i produttori di RaspBerry però la data è ampiamente sovrastimata e sono convinti che nelle prossime settimane tutto sarà risolto. Non resta quindi che attendere ulteriori sviluppi per sapere come si concluderà la singolare vicenda.