Intel a SMAU 2011: dal microprocessore agli ultrabookPer celebrare i 40 anni del microprocessore, Intel ha approfittato della cornice dello SMAU 2011 di Milano e della Intel Technology Conference per ricordare la storia dei chip Intel, dalla nascita del microprocessore fino agli sviluppi più recenti e alle prospettive per il futuro. Noi eravamo lì per raccontarvi l'evento.


Intel Technology Conference tenutasi quest'anno nel corso di SMAU 2011 di Milano, conclusosi qualche giorno fa, è stata un'occasione particolare in cui l'azienda di Santa Clara ha fatto il punto sullo stato attuale, partendo però dal passato per illustrare l'evoluzione del mercato del computing dai primi anni '70 al futuro prossimo, festeggiando anche i quarant'anni di vita del microprocessore.

Dario Bucci, Amministratore Delegato Intel per Italia e Svizzera

Dopo i saluti e le presentazioni di rito, il primo a salire sul palco è stato Dario Bucci, Amministratore Delegato Intel per Italia e Svizzera, che ha introdotto l'argomento, creando un ponte ideale tra passato e futuro. Il computing in effetti non nasce certo quaranta anni fa, ma qualche secolo fa (nell'ottocento), ma Intel festeggia la nascita del modello 4004, che è considerato essere il primo microprocessore della storia, nel senso moderno che noi diamo a questa espressione.

In seguito Bucci ha spiegato come, negli anni ottanta, arrivano i primi 286 e 386, che permettono ai computer di divenire "Personal" e di arrivare sulle scrivanie di chiunque, seguiti poi dalla fortunata famiglia Pentium, che ha contribuito per la prima volta a sdoganare i PC, trasformandoli da mero strumento di lavoro a centro multimediale e intrattenitivo a tutto tondo. Infine, all'inizio degli anni duemila, l'arrivo della piattaforma mobile Centrino ha rivoluzionato ancora una volta il concetto di personal computer, creando un ecosistema che permettesse di portare con sè, fuori da case e uffici, il proprio computer, rendendolo così sempre più mobile e social.

Intel 4004

Il naturale sviluppo di quei primi concetti, anche alla luce dell'evoluzione imposta al mercato dal debutto dei tablet e dall'evoluzione sempre più decisa degli smartphone, per Intel è indubbiamente rappresentata dagli Ultrabook, categoria di nuovi dispositivi introdotta per la prima volta al Computex di Taipei 2011 e i cui primi esemplari ASUS e ACER hanno debuttato da poco sul mercato. Si tratta di dispositivi che sviluppano sia i concetti appena visti di portabilità estrema, grazie a peso e ingombri contenuti, autonomia e sicurezza dei dati, unendoli a quelli che hanno contribuito a rendere così appetibili i tablet, come l'esperienza d'uso, le capacità multimediali e l'istantaneità dell'avvio. A tutto questo Intel però pensa sia necessario aggiungere la presenza di una tastiera fisica e di una piattaforma hardware performante e priva di compromessi.

Intel 386

Intel inoltre ultimamente ha sempre più chiara l'esigenza da parte del mercato di spostarsi da una visione meramente hardware-centrica a una che metta al proprio centro l'esperienza d'uso. Quest'ultima dev'essere soprattutto consistente, è necessario cioè per l'utente poter contare sullo stesso tipo di esperienza a prescindere dal device in uso e ritrovare tutto l'ecosistema a cui è abituato su ciascun dispositivo, come sta facendo Apple da alcuni anni e come ormai si apprestano a fare anche Google e Microsoft.

Intel Core 2 Duo

A tal fine è importante poter offrire un ambiente software trasversale ai device stessi, in modo da garantire appunto un'esperienza più omogenea ed Intel si appresta a soddisfare anche questo aspetto, come testimonia l'avvio anche in Italia del programma AppUp rivolto agli sviluppatori, di cui vi abbiamo già parlato recentemente. Si tratta di un progetto ambizioso, in cui però Intel crede fermamente, tanto da aver valutato di poter conquistare con gli Ultrabook ben il 40% dell'intero mercato mobile entro la fine del 2012.

Intel Core i7

In chiusura dell'intervento, Bucci ha posto poi ancora molta enfasi su due argomenti chiave, come la sicurezza e il cloud computing. Sul primo, è stata ricordata l'acquisizione di McAfee da parte di Intel ed è stato sottolineato come un primo interessante risultato sia la tecnologia Deep Defender, che permette ai nuovi antivirus McAfee di caricarsi prima del sistema operativo, su una piattaforma Intel ovviamente, in modo da scongiurare minacce che si annidano nel boot sector etc.

Per quanto riguarda il Cloud Computing invece Bucci ha posto l'accento soprattutto sull'iniziativa ODCA (Open Data Center Alliance), che raccoglie oltre 250 tra le più importanti aziende mondiali, impegnate a sviluppare le direttive lungo le quali si svilupperà il cloud computing stesso, soprattutto per quanto riguarda l'interoperabilità. Intel Cloud Builders Program invece è un programma di collaborazione tra Intel e altre aziende importanti del settore, come ad esempio Cisco e IBM, volta a realizzare soluzioni cloud già pronte, una specie di pacchetti-servizi hardware-software già pronti per le aziende che volessero iniziare a usufruire dei vantaggi di queste nuove tecnologie.


Dopo l'intervento di Dario Bucci che ha effettuato un'ampia panoramica sui primi quaranta anni di evoluzione del computing e sulle prospettive future, è salito sul palco Luca Romani, Channel Sales Director Intel per Italia e Svizzera, che ha illustrato brevemente le strategie di Intel nei diversi segmenti del mercato attuale. L'azienda americana infatti non è solo il più grande chipmaker del mondo, ma anche un partner ideale per le piccole e medie imprese.

Luca Romani, Channel Sales Director Intel per Italia e Svizzera

Romani ha illustrato infatti come il mercato stia andando sempre più verso segmentazioni e complessificazioni che possono essere difficili da leggere e decifrare per le PMI. I desktop ad esempio si stanno polarizzando tra quelli sempre più compatti ed eleganti e quelli in grado di offrire prestazioni no compromise, mentre il mondo mobile propone device come gli Ultrabook o i tablet, che sono difficili da sviluppare e realizzare, a causa delle loro caratteristiche intrinseche. Si tratta quindi di un mercato in evoluzione costante e sempre più veloce, all'interno del quale ci si potrebbe sentire persi.

Intel Haswell

Intel quindi propone due soluzioni, il programma CHAMP (Channel Mobile Program) e quello di Rivendita, che permettono alle aziende di entrare tramite Intel in contatto diretto con i grandi produttori internazionali, sviluppando soluzioni ad hoc in grado di rispondere alle esigenze dei propri clienti o software e servizi a valore aggiunto, che possano aiutare a diversificare la propria proposta di mercato quando, vendendo device prodotti da terze parti, non è possibile proporre dispositivi che si distinguano da altri analoghi per caratteristiche tecniche.

Ultrabook e tablet

Il programma CHAMP comprende già attualmente 15 ODM (Original Design Manufacturer) ossia aziende progettatrici e produttrici di articoli rivenduti poi a terze parti, le quali a loro volta li commercializzeranno col proprio brand. Romani poi ha individuato, per le aziende che hanno esperienza nell'integrazione o nella produzione di PC e vogliano estendere il campo dei propri interessi, segmenti di mercato potenzialmente interessanti non solo in Ultrabook e tablet, ma anche nei cosiddetti dispositivi "PC Like", come sistemi di digital signage o server, che avranno una diffusione sempre crescente grazie allo sviluppo del cloud computing.

Romani ha poi chiuso il proprio intervento ricordando che l'avvento del cloud sta cambiando il modello di business anche per quanto riguarda le soluzioni di storage. Se infatti negli anni scorsi l'utente cercava hard disk sempre più capienti da utilizzare in locale, ora col cloud e il trasferimento delle grandi masse di dati in remoto sui server l'utente ha iniziato a prediligere le prestazioni pure, rapppresentate dalle nuove unità SSD di cui vi abbiamo già illustrato la roadmap Intel per i prossimi anni. Infine, per festeggiare i quaranta anni dalla creazione del primo microprocessore, in chiusura dell'evento è stato invitato sul palco per una breve intervista Federico Faggin.


Per chi non lo sapesse, Federico Faggin è l'ingegnere italiano che, tra la fine degli anni sessanta e il 1971, ha reso possibile la realizzazione del primo microprocessore, appunto Intel 4004, grazie ad alcuni suoi precedenti lavori pionieristici nell'ambito della miniaturizzazione e dell'integrazione dei microcircuiti e della componentistica. Intervistato da Nicola Procaccio, Communication and Media Relation Manager di Intel Italia e Svizzera, Faggin ha paragonato la creazione del microprocessore a quella del motore a scoppio, sostenendo che come quest'ultimo ha dato il via alla rivoluzione industriale che ha trasformato profondamente il mondo facendolo uscire per sempre dall'era contadina, così il microprocessore è stato fondamentale per l'avvio della rivoluzione informatica.

Secondo Faggin però quest'ultima è anche più importante di quella industriale, perchè se la prima ha consentito di aumentare la forza fisica e quindi velocizzare enormemente la produttività umana, la seconda ha permesso di aumentare l'efficienza dei processi mentali e la possibilità di applicare il potenziale dell'intelligenza umana a diversi campi, in maniera sempre più veloce. A tale proposito Faggin ha detto di vedere con molto interesse gli studi nel campo dei computer quantici, come frontiera futura per l'ulteriore sviluppo dei microprocessori e il superamento dei limiti imposti dalle attuali tecnologie basate su microcircuiti in silicio.

Intel 4004

Tuttavia, nonostante si sia detto convinto che, nel giro di 25/30 anni, i computer quantici potranno espandere logaritmicamente le capacità di calcolo dei computer, nessuna delle tecnologie attualmente allo studio sarà mai capace di emulare alcune caratteristiche che rendono l'essere umano tale. Tratti come ad esempio la creatività, l'intuizione, la volontà, l'intenzione e soprattutto la consapevolezza, ossia la capacità umana che, secondo Faggin, più definisce l'uomo in quanto tale, non sono state ancora comrpese a pieni nei loro meccanismi. In particolare, secondo Faggin, la consapevolezza permette all'essere umano di avere la percezione delle esperienze che sta vivendo e quindi di poterle rielaborare come dati autonomi, che andranno a loro volta ad arricchire ed ampliare il suo bagaglio esperenziale e mentale, aiutandolo in un certo senso ad evolvere continuamente e ad imparare dai propri errori.

Proprio quindi allo studio della consapevolezza e alla sua comprensione come snodo cruciale dell'intelligenza, Faggin ha deciso di dedicare una fondazione no profit, attiva da alcuni mesi, nella speranza di comprendere più a fondo i meccanismi che permettono all'essere umano di comprendere e analizzare se stesso in rapporto alle proprie esperienze per imparare costantemente, sperando così di dischiudere nuovi orizzonti anche per il futuro dell'informatica, dello sviluppo dei microprocessori e dell'intelligenza artificiale.

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