Per chi non lo sapesse, Federico Faggin è l'ingegnere italiano che, tra la fine degli anni sessanta e il 1971, ha reso possibile la realizzazione del primo microprocessore, appunto Intel 4004, grazie ad alcuni suoi precedenti lavori pionieristici nell'ambito della miniaturizzazione e dell'integrazione dei microcircuiti e della componentistica. Intervistato da Nicola Procaccio, Communication and Media Relation Manager di Intel Italia e Svizzera, Faggin ha paragonato la creazione del microprocessore a quella del motore a scoppio, sostenendo che come quest'ultimo ha dato il via alla rivoluzione industriale che ha trasformato profondamente il mondo facendolo uscire per sempre dall'era contadina, così il microprocessore è stato fondamentale per l'avvio della rivoluzione informatica.

Secondo Faggin però quest'ultima è anche più importante di quella industriale, perchè se la prima ha consentito di aumentare la forza fisica e quindi velocizzare enormemente la produttività umana, la seconda ha permesso di aumentare l'efficienza dei processi mentali e la possibilità di applicare il potenziale dell'intelligenza umana a diversi campi, in maniera sempre più veloce. A tale proposito Faggin ha detto di vedere con molto interesse gli studi nel campo dei computer quantici, come frontiera futura per l'ulteriore sviluppo dei microprocessori e il superamento dei limiti imposti dalle attuali tecnologie basate su microcircuiti in silicio.

Intel 4004

Tuttavia, nonostante si sia detto convinto che, nel giro di 25/30 anni, i computer quantici potranno espandere logaritmicamente le capacità di calcolo dei computer, nessuna delle tecnologie attualmente allo studio sarà mai capace di emulare alcune caratteristiche che rendono l'essere umano tale. Tratti come ad esempio la creatività, l'intuizione, la volontà, l'intenzione e soprattutto la consapevolezza, ossia la capacità umana che, secondo Faggin, più definisce l'uomo in quanto tale, non sono state ancora comrpese a pieni nei loro meccanismi. In particolare, secondo Faggin, la consapevolezza permette all'essere umano di avere la percezione delle esperienze che sta vivendo e quindi di poterle rielaborare come dati autonomi, che andranno a loro volta ad arricchire ed ampliare il suo bagaglio esperenziale e mentale, aiutandolo in un certo senso ad evolvere continuamente e ad imparare dai propri errori.

Proprio quindi allo studio della consapevolezza e alla sua comprensione come snodo cruciale dell'intelligenza, Faggin ha deciso di dedicare una fondazione no profit, attiva da alcuni mesi, nella speranza di comprendere più a fondo i meccanismi che permettono all'essere umano di comprendere e analizzare se stesso in rapporto alle proprie esperienze per imparare costantemente, sperando così di dischiudere nuovi orizzonti anche per il futuro dell'informatica, dello sviluppo dei microprocessori e dell'intelligenza artificiale.

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