WebOS open source: quale futuro?Dopo i recenti cambiamenti avvenuti in HP, culminati con l'ingresso del nuovo CEO Meg Whitman e la rinuncia ad abbandonare il mercato, la settimana scorsa è arrivato anche l'annuncio che WebOS, il sistema operativo proprietario, diverrà open source. Cosa comporterà questa decisione per il futuro del sistema operativo e di HP stessa?


Il 2011 è stato un anno davvero difficile per Hewlett Packard, a dimostrazione che ormai nel mondo consumer anche l'azienda leader del settore non può dormire sugli allori. Il margine di guadagno sul singolo prodotto è infatti sempre più sottile e basta un passo falso per ritrovarsi a rischio. E' quanto successo ad HP: dopo il lancio di WebOS, frutto dell'acquisizione della morente Palm, HP aveva deciso di di utilizzare il nuovo sistema operativo nei propri prodotti ed imporlo sul mercato come alternativa proprietaria ad Apple iOS e Google Android.

Purtroppo però come sappiamo non è andata così: i primi dispositivi WebOS, tra cui HP Touchpad, non hanno conquistato il mercato anche se adesso risultano introvabili e le poche scorte disponibili terminano in pochi minuti. La colpa non è stata comunque di WebOS, sistema operativo di per sè molto valido e interessante, quanto dell'incapacità, sia da parte dell'azienda che del tablet, di richiamare l'interesse degli sviluppatori con un market ricco e stimolante alle spalle.

Quest'estate HP si era trovata così a prendere decisioni dolorose e inaspettate come quella di abbandonare definitivamente non solo la produzione di tablet e smartphone e lo sviluppo dell'OS, ma anche l'intero mercato consumer. Dopo l'allontamento del CEO Leo Apotheker e l'arrivo di Meg Whitman comunque la prospettiva è cambiata, HP ha deciso di restare nel segmento, la produzione di nuovi modelli di notebook e altri device è ripresa a pieno ritmo ed è stata anche annunciata l'intenzione di riprendere a produrre tablet, questa volta però dotati di Microsoft Windows 8. Questo però lasciava un buco sul futuro di WebOS: che fine avrebbe fatto? Il riserbo è stato rotto la scorsa settimana, quando l'azienda ha ufficialmente dichiarato che il codice sorgente e anche l'ambiente di sviluppo ENYO sarebbero stati rilasciati con licenza open source, lasciando completa libertà agli sviluppatori.

WebOS sui netbook

In una recente intervista a The Verge inoltre la stessa Whitman ha dichiarato che HP ha in programma in futuro di riproporre tablet con WebOS e che quindi non smetterà di produrre hardware che lo supporti, anzi sarà attiva nel collaborare con gli sviluppatori. Tutto è bene quel che finisce bene dunque? Non proprio. Anzitutto mancano dettagli importanti come il tipo di licenza open source col quale sarà rilasciato l'OS e le tempistiche tramite cui ciò accadrà. Anche l'annuncio di voler restare attivi nel supporto e sviluppare soluzioni dotate di WebOS è molto generico. La Whitman ha detto che ciò potrebbe accadere non nel corso del 2012 ma forse addirittura nel 2013. E' lecito quindi chiedersi quali siano le reali prospettive di questo sistema operativo.

La licenza infatti potrebbe essere di tipo Apache, una delle più permissive, che consente cioè di mischiare anche porzioni di codice open ed altre proprietarie, ma la vera domanda è: a quale scopo? Chi adotterà infatti l'OS in questione? Parlare di 2013 come anno di commercializzazione di tablet dotati di questo OS infatti è quantomeno poco credibile. Tra due anni Apple iOS e Google Android avranno fatto ulteriori, significativi passi in avanti, e all'orizzonte si profila già da qualche tempo il terzo incomodo Microsoft Windows Phone, per il momento ancora lontano come diffusione, ma che può già contare su collaborazioni importanti con vendor come Nokia e che sta facendo in brevissimo tempo passi da gigante per quanto riguarda funzionalità e market.

Senza uno sviluppo trainato da un'azienda forte e, soprattutto, senza un market esteso, che credibilità potrà quindi avere WebOS nel 2013, anche contando sul fatto che la community di sviluppatori lo supporti fino ad allora? La risposta è, purtroppo, nessuna o comunque molto poca, ma questa potrebbe non essere la sentenza di morte per questo OS. Aziende preoccupate dall'acquisto di Motorola da parte di Google ad esempio potrebbero decidere di non adottare più Android nei propri futuri prodotti, inoltre realtà come Amazon, che propongono tablet come Kindle Fire dotati di Android ma sostanzialmente chiusi in quanto più che altro piattaforme hardware tramite le quali diffondere unicamente i propri servizi a valore aggiunto, potrebbero tutte essere interessate all'adozione di un sistema operativo poco costoso, ma comunque completo, funzionale e ben concepito.

Attualmente quindi HP potrebbe non essere riuscita a vendere la licenza di sviluppo dell'OS, da qui la decisione di renderlo disponible alla comunità open source, ma in futuro proprio questo sviluppo potrebbe renderlo appetibile ad attori che finora hanno preferito non farsi avanti per mantenere basso il costo di questa soluzione e per i quali l'assenza di un market corposo e persino di uno sviluppo ben più lento rispetto ai concorrenti potrebbero non costituire affatto un problema. vedremo dunque cosa riserverà il futuro a questo interessante quanto sfortunato sistema operativo.

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