Recensione del Teclast F6 Pro, qualcosa in più del solito clone cinese dei convertibili con cerniera ribaltabile Lenovo Yoga. Vi sorprenderà per la piattaforma hardware basata su processori Intel Kaby Lake e per l'assemblaggio del telaio in alluminio e privo di ventole.


Il mercato dei convertibili ha una vasta scelta di prodotti a catalogo e sulle nostre pagine potete non solo prendere nota dei modelli più interessanti, ma seguire i nostri test per scoprire come si comportano in modo da tenerli a mente per un futuro acquisto. Ciò che il pubblico apprezza dei 2in1 è la loro versatilità, la capacità di trasformarsi in base alle esigenze, il loro ingombro ridotto ed anche il prezzo accessibile.

Ed infatti è proprio sulla categoria dei notebook convertibili che si sono focalizzati i produttori cinesi per via della loro esperienza con i tablet, calmierando il mercato e mantenendo i prezzi sempre accessibili. Nel corso degli anni prestazioni e finiture sono migliorate, ma resta un diffuso pregiudizio verso i brand cinesi specializzati sui computer portatili. Teclast F6 Pro è uno di quei convertibili che fanno cambiare radicalmente idea anche ai più scettici e che permettono, a chi abbia intraprendenza e tenacia, di sfondare quella barriera di prezzo che, sino a qualche tempo prima, gli avrebbe impedito di acquistare una macchina prestante ed economica.

 

Seguendo la scia di Xiaomi e Huawei, i notebook cinesi sono diventati nel tempo più potenti: ai vecchi processori Intel Atom Cherry Trail che sono diventati una zavorra, marchi come Chuwi, Teclast, Jumper e Cube hanno iniziato a montare CPU Intel Apollo Lake o addirittura Intel Skylake e Kaby Lake in versione a basso o bassissimo voltaggio (U e Y), riducendo enormemente il gap in termini di prestazioni rispetto ai notebook taiwanesi ed americani.

Il Teclast Tbook F6 Pro si affida ad esempio ad un processore Intel Kaby Lake Y con prestazioni doppie rispetto ai già sufficienti Celeron Intel Apollo Lake. Aggiungete alluminio, vetro, dissipazione passiva e una tastiera a isola ben realizzata ed avrete i giusti ingredienti per la ricetta perfetta. Se poi tutto questo costa poco più di cinquecento euro, capite bene che sarà un fragoroso successo!

Confezione

La confezione di vendita riprende i colori di Lenovo, bianco e arancione, un accostamento cromatico azzeccato ma non proprio originale, il tutto completato da una scritta in cinese che campeggia sulla candida scatola.

La qualità dei materiali impiegati è pienamente soddisfacente, meno entusiasmante è il tipo di caricatore in dotazione: la colorazione è bianca (non ne capisco il motivo, visti i dettagli neri della macchina) e la presa è proprietaria (avrei preferito fosse con attacco di tipo C). La sua qualità al tatto non stupisce per manifattura, ma si trasporta facilmente e tanto mi basta!

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