L'annuncio dell'accordo plurimiliardario per l'acquisizione di ARM da parte di Nvidia crea eccitazione ma anche qualche incertezza. Il nuovo polo della tecnologia ha basi solidissime nella grafica, AI e mobile computing ma manterrà il modello di licenze ARM che è stato un autentico baluardo di innovazione e pluralismo?
Identifichiamo ARM come un chipmaker inglese ma dal 2016 ARM è stata acquisita per 32 miliardi di dollari da SoftBank Group, una holding con sede a Tokyo, ed oggi ARM diventa americana con il passaggio a Nvidia per 40 miliardi di dollari.
Considerato il ruolo strategico che riveste ARM (i chip con architettura ARM si trovano in tutti i dispositivi di elettronica), il braccio di ferro fra Cina e Stati Uniti che coinvolge anche aziende chiave come Huawei, e lo sviluppo esponenziale che ha portato i chip ARM persino sui PC negli anni recenti, il prezzo è un vero affare soprattutto se si considera quanto l'aveva pagata Softbank.
Secondo i termini dell'accordo, tuttavia, SoftBank mantiene una quota minoritaria del 10%, mentre il resto delle quote di ARM Holding sarà detenuto da Nvidia. In oltre 10 anni di notizie su Notebook Italia non ricordiamo nessun altro evento talmente dirompente. L'unico ostacolo che ancora si frappone a quella che è la maggiore acquisizione di tutti i tempi nel settore dei semiconduttori è l'approvazione da parte delle autorità competenti. Per il momento quindi si tratta della manifestazione di un accordo fra tutte le parti che si concretizzerà presumibilmente nel 2021 con l'approvazione delle autorità a tutela della concorrenza e del mercato.
"La AI è la più potente forza trainante tecnologica della nostra epoca ed ha proiettato il computing in una nuova era. Nei prossimi anni, migliaia di miliardi di computer dotati di Intelligenza Artificiale creeranno un Internet-of-things che sarà migliaia di volte più esteso dell'attuale Internet-of-People. La nostra unione getta le basi di un'azienda con un'invidiabile posizione nella prossima età dell'AI.
Simon Segars ed il suo team ad ARM hanno creato una straordinaria realtà che è presente in praticamente tutti i settori tecnologici. Combinando le capacità di calcolo dell'AI di Nvidia con l'ampio ecosistema di CPU ARM, possiamo far avanzare il computing in ogni ambito, dal cloud agli smartphone, dai PC alle auto a guida autonoma, dalla robotica all'edge-IoT, ed espandere l'AI computing in ogni angolo del pianeta."
Sulla carta ci sono benefici per tutti, per le aziende coinvolte ed i loro azionisti, per i consumatori e per l'intera industria. Per ARM si prevede un potenziamento della Ricerca e l'accesso al portfolio di innovazioni e brevetti di Nvidia in ambito AI e GPU. ARM manterrà la sua base a Cambridge, città nella quale verrà creato un laboratori di ricerca di primo livello specializzato fra gli altri nei settori della sanità, robotica, self-driving cars. Sarà il centro di una rete mondiale di scienziati e ricercatori interconnessi da un nuovo super-computer con tecnologia AI allo stato dell'arte e basato su processori ARM.
Ma ovviamente l'acquisizione di ARM da parte di Nvidia suscita anche preoccupazioni almeno pari agli entusiasmi. In questi anni, le licenze aperte dei processori ARM hanno consentito a tanti chipmaker di crearsi una propria nicchia al di fuori della dicotomia AMD-Intel, e sono state un elemento fondamentale per consentire la nascita di nuovi mercati e nuove categorie di prodotti, come smartphone, indossabili, droni. Il cambio di gestione porterà anche un cambio nella politica di concessione delle licenze? Se l'accesso alle licenze ARM diventasse più difficile per chipmaker di piccolo e medio calibro, potremmo assistere ad un autentico terremoto con una inevitabile polarizzazione verso pochi e giganteschi produttori. Un oligopolio che forse farebbe bene al business ma non certo ai consumatori ed alla varietà dei prodotti.
E che ne sarà dei chipmaker cinesi come Hisilicon-Huawei già fortemente colpiti dal bando USA? La situazione di Huawei non è solo importante per il peso internazionale di questa azienda ma è anche emblematica per i segnali che trasmette all'ecosistema industriale cinese. Quali aziende cinesi si sentirebbero di investire oggi tempo e capitali nello sviluppo di una offerta di chip ARM dopo l'esempio di Huawei?
Per queste ragioni, l'annuncio del conglomerato Nvidia-ARM si carica di tensioni in chiave politica ed economica globale. Una lacerazione che potrebbe essere lenita con una illuminata strategia distensiva e pluralista da parte di Nvidia o che potrebbe portare ad una frattura totale fra i blocchi USA-Cina con conseguenze imprevedibili.
Anche se Nvidia annuncia di voler mantenere il modello aperto di distribuzione delle licenze tipico di ARM, almeno per i primi anni, tuttavia il comunicato stampa dell'acquisizione tralascia queste spinose questioni per concentrarsi sugli innegabili vantaggi in chiave di sviluppo tecnologico ed avanzamento scientifico.
"ARM e Nvidia condividono la stessa passione per un computing ubiquo ed energeticamente efficiente che aiuterà a risolvere alcuni dei problemi mondiali più pressanti come il clima, la salute, l'agricoltura o l'educazione. La concretizzazione di questa visione richiede un nuovo approccio all'hardware ed al software e un pluriennale impegno in ricerca e sviluppo. Contribuendo ciascuna con i propri punti di forza, le nostre due aziende possono accelerare il progresso e creare nuove soluzioni che favoriranno la nascita di un ecosistema globale di innovatori."
Prevedendo che l'operazione vada in porto, sicuramente ridisegna lo scacchiere dell'elettronica, proiettando Nvidia e ARM al vertice dell'industria, come soggetto terzo fra Intel ed AMD, anzi quasi sicuramente come principale protagonista del computing del nuovo decennio.