I Core di Tiger Lake sono basati su una nuova microarchitettura chiamata Willow Cove che dovrebbe segnare un reale progresso rispetto alla microarchitettura di core utilizzata da Intel per le ultime generazioni di processori mobile ma che in realtà è solo una evoluzione dell'architettura Sunny Cove di Ice Lake. Sunny Cove aveva portato con sé un miglioramento delle prestazioni in single threading del 15-20% e nuove istruzioni dedicate ai calcoli delle reti neurali; Willow Cove aggiunge gli avanzamenti litografici intranodali dei quali abbiamo parlato, nuove funzioni di sicurezza e un redesign della cache.

La cache L2 passa da 512 KiB 8-way (inclusiva) a 1,25 MiB 20-way (non inclusiva) con un aumento di capacità di oltre due volte che dovrebbe ridurre la frequenza dei read miss (mancanza in lettura) ma al costo di una maggiore latenza. Tuttavia il passaggio alla cache non inclusiva ha vantaggi e svantaggi perché migliora la velocità ma richiede di effettuare un controllo di coerenza aggiuntivo. La cache L1 resta invece invariata, mentre la cache L3 passa da 8MiB 16-way a 12MiB 12-way sempre sul processore Tiger Lake tipo a quattro core che stiamo utilizzando come punto di riferimento per questo articolo.

Architettura di core Intel Willow Cove

Intel calcola che la possibilità di raggiungere frequenze di picco più alte del 20% e le modifiche alla struttura della cache si traducano in un incremento di prestazioni del 10-20% rispetto a Sunny Cove. Per rientrare nei profili termici senza causare surriscaldamento e thermal throttling, Intel ha dotato i nuovi processori di una nuova tecnologia Dynamic Voltage Frequency Scaling (DVFS) che prevede un controllo più capillare sui vari blocchi che compongono il processore con la possibilità di raggiungere stati di sospensione con temperature e consumi sempre più bassi. Persino i sensori termici, le interfacce PCIe e USB adesso hanno propri thermal domain indipendenti, mentre più efficienti regolatori Fully Integrated Voltage Regulator (FIVR) assicurano la massima efficienza a basso carico di sistema.

Insomma non c'è nulla di rivoluzionario ma più che altro un tuning su vari profili che ha permesso di ottenere un boost di prestazioni sul core, che però andrebbe disperso se le memorie non fossero in grado di tenere il passo. In questa chiave acquista una fondamentale importanza il controller di memoria che era stato già aggiornato con il supporto per i moduli DDR4 3200 e LPDDR4X 3733 in Ice Lake e che con Tiger Lake guadagna il supporto per fino a 32GB di memoria LPDDR4X-4266 o LPDDR5-5400 con una bandwidth massima di 86,4 GB/s. Le memorie LPDDR5 sono attualmente in uso su alcuni dei migliori smartphone di ultima generazione e rappresentano il massimo in termini di efficienza e velocità, ma il costo è ancora troppo alto e difficilmente vedremo queste memorie montate su notebook di fascia mainstream. Potremmo invece finalmente avere notebook ultraslim premium con memorie LPDDR5.

Update: Nessuno dei primi 9 processori Intel Tiger Lake in commercio supporta le memorie LPDDR5, questa funzione arriverrà soltanto successivamente su nuove CPU Tiger Lake che non sono state ancora rese ufficiali.

  • Indietro
  • Avanti
Google News
Le notizie e le recensioni di Notebook Italia sono anche su Google News. Seguici cliccando sulla stellina

Commenti