Chromebook Pixel: fake o realtà?Di un Chromebook con schermo touch, forse persino ad altissima risoluzione, si vocifera da un po'. Il Chromebook Pixel esiste davvero o è solo un fake? Analizziamo tutti gli elementi.


Chromebook Pixel, con display Retina, esiste davvero o no? Quello che è abbastanza sicuro è che Google sta testando nei suoi laboratori un notebook Chrome OS con schermo touch ma se questo sia anche Full HD (o più), non è dato saperlo con certezza. L'ipotesi era iniziata a circolare all'inizio del mese, quando un video condiviso dal solito Francois Beaufort mostrava un concept di notebook con Google Chrome OS e display addirittura da 2560 x 1700 pixel. Più recentemente invece è apparso un altro video su un sito chiamato Slinky, fondato dal sedicente CEO Victor Koch e proprio su questo sito, sul video e sullo stesso Koch si appuntano la maggior parte dei dubbi riguardo la credibilità della rivelazione.

Chromebook Pixel

Link infatti è il nome in codice del prototipo touch ma a Mountain View avrebbero diversi motivi per introdurre un modello che sia anche ad alta risoluzione, come del resto hanno fatto per il sistema operativo mobile Android col tablet Nexus 10 che, nelle intenzioni dell’azienda californiana, dovrebbe fare da stimolo agli altri partner ad elevare la qualità media dei prodotti con l'OS del robottino verde, contenendone al tempo stesso i costi. Google infatti potrebbe voler convincere i propri partner che anche Chrome OS è pronto al grande salto dopo i successi raccolti ultimamente in campo educativo e che non ha bisogno di essere economico per vedere.

Un grosso rischio dunque, una scommessa che Google potrebbe decidere di accollarsi per intero nella speranza di vincere definitivamente la diffidenza del mercato nei confronti di un OS forse fin troppo semplice, elementare e limitato per risultare davvero interessante ed utile anche solo per fini intrattenitivi. I motivi per realizzare un Chromebook ad alta risoluzione ci sarebbero, vediamo quali sono le prove a favore dell'esistenza di Pixel e non solo di Link e quali quelle a sfavore.

  1. Partiamo dalle tesi a favore. Anzitutto ci sono i dati riportati da Francois Beaufort, personaggio credibile che aveva già postato il video concept e che recentemente ha anche riportato la notizia della presenza di un chip TPM su una nuova scheda madre sempre destinata a quanto pare ai portatili Chromebook. Beaufort infatti avrebbe scoperto un riferimento alla Light Bar (potete vederla al minuto 1.16 del video qui sopra), il cui concept appare essere molto simile a quanto visto nel video leaked apparso su Slinky. In sostanza si tratterebbe di un barra divisa nei quattro colori del logo Google, blu, rosso, giallo e verde, che apparirebbe all'avvio o quando si esce dalla sospensione e che indicherebbe lo stato della batteria, divenendo tutta blu se la carica è superiore al 25 % o tutta rossa se inferiore o si sta andando in sospensione.
  2. Una seconda prova, forse ancora più consistente, è quella che ha visto apparire una nuova funzione in Chrome OS per forzare alte risoluzioni: il team di sviluppo starebbe quindi chiaramente lavorando anche a una versione HD del proprio notebook e non solo a una touch.
  3. Infine sembrerebbe che il dominio chromebookpixel.com sia stato effettivamente registrato da Markmonitor.com, un'azienda di cui Google si serve di tanto in tanto, a ottobre del 2012, più o meno lo stesso periodo in cui sono partite le prime voci di corridoio su questo portatile.

Le argomentazioni a sfavore dell'esistenza di Pixel sono invece più sfumate e a parte una, si basano più che altro sulla poca credibilità riconosciuta a Koch.

  1. L'unica indicazione tecnica della non esistenza di Pixel viene infatti dal nome, che non appare nel codice sorgente Chromium, a differenza di altri leak visti in passato.
  2. Il resto invece riguarda i dubbi sul CEO di Slinky, Victor Koch, giovane moscovita che sosterrebbe di aver lavorato per Google fino al 2012, cosa però smentita dal colosso di Mountain View. In seguito Koch avrebbe specificato di aver lavorato per Google solo perché avrebbe sviluppato delle estensioni per il browser Chrome come sviluppatore di terze parti, mentre inizialmente aveva dichiarato a CNET, in un'intervista telefonica, che il suo lavoro presso Google era segreto.
  3. A non deporre a suo favore inoltre ci sarebbe anche l'accertamento, confermato dallo stesso Koch, che i dati presenti sui profili LinkedIn, CrunchBase e anche Facebook sono dei fake o contengono quantomeno errori più o meno enormi, non proprio professionale. In ogni caso Koch avrebbe ribadito che il video postato non è falso e che Chromebook Pixel esiste realmente e sarà un grande prodotto.

E voi a chi credete? 

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