Tra le tante novità introdotte dall'ultima versione di Google Android, Ice Cream Sandwich, ora emerge anche la presenza di una API per il supporto diretto del pennino, per la felicità degli sviluppatori di app e la delusione di HTC e Samsung, entrambe sviluppatrici di API proprietarie che speravano di vedere presto integrate in Android.


Del sistema operativo Google Android 4.0, conosciuto col nome in codice di Ice Cream Sandwich, e delle tante novità che ha introdotto vi abbiamo già parlato diffusamente, ma una è emersa solo nelle scorse ore, dopo che il sito Reddit ha scoperto la presenza di una API proprietaria, apparentemente in grado di distinguere tra le azioni svolte per mezzo delle dita, di un pennino attivo e persino di un mouse. La notizia è stata subito confermata da Google, che spera così di invogliare gli sviluppatori di app a crearne di nuove in grado di sfruttare la nuova funzionalità in modo creativo.

Per rendere l'OS ancora più goloso a Mountain View hanno infatti anche sviluppato e integrato una semplice app per disegnare, chiamata TouchPaint, in modo da mostrare le nuove funzionalità di cui è capace Android 4.0. Ricordiamo però che anche Ice Cream Sandwich non supporta ancora nativamente il riconoscimento della scrittura, come sono invece in grado di fare Apple iOS 5, Windows Phone 7.5 o HP WebOS. Se dunque la notizia può essere considerata positiva da molti sviluppatori, forse non lo è altrettanto per alcuni grossi produttori partner di Google.

Alcuni tablet basati su Android HoneyComb 3.2 infatti, come Lenovo ThinkPad Tablet, HTC Flyer e Jetstream e Samsung Galaxy Note, erano tutti dotati di API proprietarie e software customizzati che permettevano l'uso del pennino e il riconoscimento della scrittura. Il colosso coreano infatti ha rilasciato il codice sorgente dell'OS del Galaxy Note per favorire la creazione di app specifiche per il suo stilo S Pen e anche gli sviluppatori HTC avevano confermato, già a inizio mese, di voler dare la priorità alle API dell'OS del Flyer e del Jetstream destinate agli sviluppatori di terze parti e non avevano mai nascosto l'ambizione di vederle prima o poi integrate nel codice di Android.

Tutto questo sembra quindi essere stato ora vanificato dalla mossa a sorpresa di Google che sta palesemente cercando si di integrare queste funzioni nel suo sistema operativo, ma attraverso librerie proprietarie, probabilmente per non dover pagare royalties ad altri. La situazione comunque è soltanto all'inizio e bisognerà quindi vedere come evolverà e quale delle diverse librerie ora in competizione riuscirà ad emergere e a riscuotere il maggior favore da parte degli sviluppatori.

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