Ultrabook a caccia di nuove batterieIntel è a caccia di nuovi tipi di batterie integrabili nei propri ultrabook, che aiutino i propri partner commerciali a contenerne il costo, vero ostacolo finora alla loro esplosione sul mercato. Le batterie cilindriche sviluppate da Sanyo e BAK o quelle al Litio prismatiche sono le due candidate ideali, ma ci sono dei problemi da superare prima di vederle negli ultrabook di nuova generazione.


Da quando hanno debuttato sul mercato, gli ultrabook hanno incontrato forti difficoltà ad affermarsi e il boom che Intel, che ne ha proposto il formato e stilato le caratteristiche tecniche, e i propri partner attendevano non c'è ancora stato. Ovviamente ci sono diverse soluzioni allo studio, dall'adozione di nuovi chassis in plastica alla standardizzazione dei processi di sviluppo e della componentistica, ma un campo cruciale è sicuramente quello delle batterie. Device super sottili come tablet e ultrabook richiedono infatti batterie speciali, che riescano a unire un'ampia autonomia a dimensioni particolarmente contenute.

Ultrabook e batteria standard

Ovviamente il problema è ancor più sentito negli ultrabook, dove configurazioni hardware potenti necessitano di batterie capienti per garantire durate non inferiori alle 6 ore, come stabilito da Intel, senza per altro andare ad aumentare lo spessore massimo previsto, che come sappiamo è di appena 21 mm. Una vera e propria sfida tecnologica quindi, che pone diversi problemi. Riuscire a standardizzare questo componente sensibile aiuterebbe moltissimo ad abbatterne il costo, semplificandone la produzione industriale ed aumentandone anche la disponibilità sul mercato, così da non frenare più il numero di unità producibili a causa delle difficoltà di approvvigionamento.

Ultrabook e batteria standard

Avevamo già affrontato l’argomento in occasione dell'IDF 2012, ma ora ci sono maggiori dettagli emersi in questi ultimi giorni. Come sappiamo Intel punta molto su due soluzioni possibili, le cosiddette batterie cilindriche o 16650, e quelle prismatiche, al Litio. Le prime sono molto economiche grazie alla caratteristica di avere il diametro delle singole celle pari a 16 mm, una misura maggiore rispetto a quelle da 14 mm, che non immagazzinano molta energia e sono più difficili da realizzare, quindi con costi industriali più alti.

Purtroppo però in questo caso il loro pregio principale è anche il loro limite più grave, poiché uno spessore di 16 mm è difficile da integrare in un notebook ultrasottile, visto che alcuni modelli estremi hanno uno spessore totale paragonabile a quello della sola batteria. Inoltre questa soluzione è prodotta solo da Sanyo e da BAK ed è quindi disponibile in volumi limitati. Anche se ad esempio ACER ha già iniziato ad adottare questa soluzione nei propri ultrabook appare al momento una soluzione poco praticabile o che comunque limiterebbe seriamente la corsa alla realizzazione di device sempre più sottili e leggeri.

Ultrabook e batteria standard

L'altra soluzione invece prevede le cosiddette batterie prismatiche, che hanno una dimensione di 60 x 80 mm, ma con uno spessore di appena 5-6 mm. Questo nuovo formato è più costoso se comparato alle 16650, ma ha il vantaggio dello spessore ridottissimo ed è realizzato da molti più produttori, quindi è più facilmente disponibile sul mercato. In questo caso è Lenovo che ha già iniziato ad utilizzare le batterie prismatiche in un numero ridotto dei propri IdeaPad 530. In ogni caso, sia che la scelta cada sull’una o l’altra soluzione, sarà difficile vederne l’adozione di massa prima del 2013.

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