Mate 40 Pro è l'ultimo smartphone top di gamma di Huawei, un terminale "eroico" che testimonia la volontà dell'azienda di continuare nel suo percorso d'innovazione nonostante l'ostruzionismo USA.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando gli Stati Uniti hanno imposto il ban a Huawei impedendogli di stipulare accordi per l’utilizzo dei servizi Google. L’azienda in questo lungo periodo non è certo rimasta a guardare e ha costruito in tempi relativamente rapidi un ecosistema alternativo che ha già una sua autosufficienza. Basterà per dire addio a Google? La domanda passerà sicuramente per la mente di chiunque penserà di comprare uno Huawei Mate 40 Pro e la risposta può variare per ognuno di noi.
In Italia è disponibile in un'unica configurazione NOH-NX9 con dual-SIM e 8+256GB di memoria nelle colorazioni Black o Mystic Silver. Il prezzo ufficiale è di 1249 euro ma lo street price è di molto inferiore; nel momento in cui scriviamo questa recensione è di 1049 euro su Amazon Italia con speaker Bluetooth in omaggio.
Considerata la qualità del Mate 40 Pro in sé e della sua piattaforma hardware è un prezzo decisamente allettante che risente della particolare congiuntura storica che vive l'azienda.
Abbiamo già accennato ai servizi Google, ma nei mesi scorsi l'embargo degli Stati Uniti è stato esteso anche ai componenti hardware, impedendo a qualunque azienda che utilizzi macchinari o know-how americani di fornire parti a Huawei. Considerato che Huawei impiega le linee di produzione a 5nm di TSMC per i suoi processori top di gamma di ultima generazione, è davvero un miracolo che siano riusciti a produrre scorte di chip a sufficienza prima del blocco della produzione imposto dagli USA, e quindi ci riteniamo quasi fortunati a poter provare questi eccezionali SoC sul Mate 40 Pro.
Come saranno le prestazioni e come ce la saremo cavata senza servizi Google? Nelle prossime sezioni di questa recensione vi spieghiamo com’è andata la nostra prova del Huawei Mate 40 Pro.
Pro
- Parco app in continua espansione
- Hardware al top
- Display e Audio
- Huawei Share
- Ricarica Wireless rapida
Contro
- Assenza dei servizi Google
- Batteria nella media
- Situazione software in evoluzione
- Il doppio punch-hole leva spazio alle notifiche
Contenuto della confezione e unboxing
Il Mate 40 Pro arriva in una scatola di colore nero particolarmente elegante con all'interno un ricco corredo: alimentatore USB, cavo USB-C, guida introduttiva, spilletta per il carrellino SIM, garanzia auricolari USB-C e cover in silicone trasparente che tornerà più che utile per evitare che Mate 40 Pro ci sfugga di mano. C'è davvero tutto come ci aspetteremmo da uno smartphone top di gamma; a differenza dei concorrenti che risparmiano addirittura sull'alimentatore, Huawei mette a corredo gli auricolari cablati e il suo alimentatore con tecnologia proprietaria SuperCharge, una della più veloci ed affidabili. Ha un telaio ignifugo UL94-V0 e integra una protezione su 8 livelli contro cortocircuiti, fulmini, cariche elettrostatiche, campi elettromagnetici e tanto altro.
Aprendo la confezione si ha subito il primo impatto con il grande protagonista di questa recensione, dalle linee particolarmente fluide e dal retro perlomeno più originale di tanti altri.
“Grande” non a caso, visto che abbiamo in mano ben 6,7 pollici di diagonale, incastonati in uno smartphone alto circa 162mm e spesso 9,1mm, per un peso complessivo che si aggira intorno ai 210 grammi. Dimensioni importanti dunque, in parte mitigate dagli angoli fortemente stondati del display che se da un lato migliorano notevolmente l’ergonomia, dall’altro non trovano una reale utilità nel quotidiano e anzi possono risultare scomodi a volte, soprattutto quando si ha a che fare con i menu laterali delle app.
Per tutto il resto, Huawei non ha davvero badato a spese, integrando nel Mate 40 Pro il proprio processore più performante (Kirin 9000 con GPU Mali G78 e processo produttivo a 5nm), 8GB di RAM e 256GB di memoria UFS 3.1. Il resto della dotazione prevede l’immancabile supporto al 5G, WiFi 6 Dual Band, Bluetooth 5.2, supporto al Dual SIM, Sensore IR, USB Type-C 3.1 con uscita video e NFC. Manca, purtroppo, il jack audio. Sul versante della sicurezza segnalo la presenza del solito lettore di impronte sotto il display (molto veloce) e dello sblocco con il volto 3D.
Specifiche tecniche Huawei Mate 40 Pro
- Display: 6,76" OLED FHD+ 2772x1344 px, curvatura laterale 88° Horizon, 90Hz, touch sample rate 240Hz
- Processore: HUAWEI HiSilicon Kirin 9000 Octa-core, 1 x Cortex-A77 a 3,13 GHz + 3 x Cortex-A77 a 2,54 GHz + 4 x Cortex-A55 a 2,05 GHz
- GPU: Mali-G78 a 24 core
- NPU: Dual Big Core + Tiny Core NPUs
- Sistema operativo: Android 10 con EMUI 11.0
- Memoria: 8GB RAM LPDDR5
- Storage: 256 GB ROM UFS 3.1
- Espansioni: Nano Memory Card fino a 256GB
- Fotocamera:
- Fotocamera posteriore: Ultra Vision Camera da 50 MP (obiettivo grandangolare, apertura f/1.9), Cine Camera da 20 MP (obiettivo ultra grandangolare, apertura f/1.8 ), Teleobiettivo da 12 MP (apertura f/3.4, OIS), supporta AF
- Fotocamera frontale: Ultra Vision da 13 MP (obiettivo grandangolare, f/2.4), sensore 3D di profondità
- Batteria: 4400 mAh con ricarica rapida HUAWEI SuperCharge (Max 66 W) e Wireless HUAWEI SuperCharge (Max 50 W)
- Networking: 5G, Wi-Fi dual-band 2,4 GHz e 5 GHz 802.11 a/b/g/n/ac/ax, 2 x 2 MIMO, HE160,1024 QAM, 8 Spatial-stream Sounding MU-MIMO, Bluetooth 5.2, NFC
- Porte: USB-C 3.1 GEN1
- Localizzazione: GPS (L1 + L5 dual band), AGPS, GLONASS, BeiDou (B1I + B1B + B1C + B2a Quad-band), GALILEO (E1 + E5a + E2b Tri-band), QZSS (L1 + L5 dual band), NavIC
- Altro: IP68, in-display fingerprint reader, trasmettitore IR
- Dimensioni: 75,5 x 162,9 x 9,1 mm
- Peso: 212g
- Colori: Mystic Silver, Black
Quello che ne consegue è che le prestazioni sono di altissimo livello. Il Kirin 9000 è un SoC da combattimento che non ha niente da invidiare alla controparte Qualcomm, e tutta la dotazione che gli fa da contorno rende questo Mate 40 Pro uno smartphone praticamente impossibile da mettere in difficoltà sotto il lato tecnico. Tutto scorrerà fluido, anche le applicazioni e i giochi più pesanti verranno eseguiti senza battere ciglio e senza surriscaldamenti, e in generale l’esperienza per l’utente è ai massimi livelli.
Quadrant | Totale | CPU | Memoria | I/O | 2D | 3D | ||||
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- | - | - | - | - | - | |||||
Antutu | Totale | GPU | UX | CPU | MEM | |||||
- | - | - | - | - | ||||||
Geekbench 5 | Single-core | Multi-core | ||||||||
898 | 3122 | |||||||||
AndroBench | Seq. Read | Seq. Write | Rand. Read | Rand. Write | ||||||
- | - | - | - | |||||||
GFX Bench | Car Chase offs. | Manhattan 3.1.1 off. |
Manhattan 3.1 off. | Aztec Ruins Vulkan | Tessellation offs. | Texturing offs. | ALU 2 offs. | |||
- | - | - | - | - | - | - | ||||
3DMark | Sling Shot | Sling Shot Extreme Vulkan |
Sling Shot Extreme OpenGL ES 3.1 |
|||||||
6248 | 4901 | 5424 | ||||||||
G1 44 fps | G2 33 fps | PHY 53/33/17 fps | G1 42 fps | G2 27 fps | PHY 38/20/18 fps | G1 41 fps | G2 26 fps | PHY 51/37/22 fps | ||
PCMark | Work 2.0 | |||||||||
Totale | Web browsing | Video editing | Writing | Photo editing | Data manipulation | |||||
9001 | 7824 | 6560 | 10103 | 18234 | 7933 |
Mate 40 Pro ha una doppia anima, e una di queste mi ha piacevolmente colpito. Se davanti non riesce a distinguersi particolarmente dalla massa come ormai tutti gli smartphone, lo stesso non si può dire del retro. Huawei ha infatti optato per un modulo fotocamere diverso dagli standard che siamo abituati a vedere ultimamente e che in alcuni utenti (come me) susciterà anche un tocco di nostalgia. I sensori e il flash sono infatti disposti all’interno di un anello il cui centro è riempito dal marchio Leica, spezzando un po’ la monotonia rispetto agli altri dispositivi del 2020 e andando un minimo a ricordare la cara vecchia ghiera cliccabile dei primi iPod di Apple. Questo modulo è incastonato in una back cover metallica in grado di creare bellissimi effetti di luce, soprattutto nella colorazione Mystic Silver in nostro possesso. Anche i dettagli sulle cornici sono molto curati, e il tasto power ha un gradevole accento rosso.
Tornando alla parte anteriore troviamo l’ottimo display OLED da 6,7” con refresh rate dinamico a 90hz e 460ppi. L’esperienza è veramente ottima, a partire dalla gestione dinamica della frequenza di aggiornamento che aiuta a risparmiare batteria e fa sempre in modo che l’utente non riesca neanche ad accorgersi della transizione. Inoltre Mate 40 Pro può disporre di colori vividi, ottimi angoli di visione e una taratura del colore sopra la media.
Così come sopra la media è l’esperienza audio di questo device. Ci sono infatti due speaker stereo reali posti sui lati corti dello smartphone, e sottolineiamo “reali” perché non viene sfruttata la capsula auricolare come secondo speaker (pratica ormai abbondantemente diffusa) ma si tratta di due altoparlanti veri e propri. La differenza tra le due soluzioni è evidente: l’audio di Mate 40 Pro è corposo, nitido, avvolgente e non distorce. Il bilanciamento tra toni alti e bassi è ottimo, e sarà un piacere ascoltare musica.
Nel cosiddetto Space Ring disegnato da Huawei trovano posto 3 sensori a marchio LEICA, dei quali il protagonista indiscusso è certamente il principale da 50MP f/1.9 23mm e che viene affiancato da due ottimi “comprimari”, ovvero un 12MP f/3.4 telephoto con zoom ottico fino a 5X e ibrido fino a 10X, e un 20MP f/1.8 Ultrawide. Davanti invece abbiamo ben 13MP f/2.4 e soprattutto un sensore di profondità che consente al Mate 40 Pro di poter usufruire dello sblocco con il volto 3D.
Il connubio di questi elementi con il sempre più affinato algoritmo di Huawei consente di ottenere ottimi risultati quasi sempre e in tutti i frangenti. Può capitare che l’elaborazione software a volte esageri e restituisca uno scatto poco realistico o troppo aggressivo, soprattutto di notte, ma in linea generale scattare una buona foto al primo colpo sarà la normalità, anche grazie alla sensoristica presente nel quarto spazio presente sullo Space ring che va ad aiutare le fotocamere sotto vari punti di vista.
Mantiene all’incirca le stesse valutazioni anche la grandangolare, riuscendo quindi a garantire una certa continuità e uniformità quando ci capiterà di passare da un sensore all’altro. Non è affatto una cosa scontata poter garantire bilanciamenti simili alla principale, seppur perdendo ovviamente qualcosa in dettaglio.
Molto bene anche lo zoom ottico 5X che ci consente di arrivare più in là del nostro occhio mantenendo un buon dettaglio, e si difende discretamente anche lo zoom ibrido 10X. Volendo con il digitale si può arrivare fino a 50X, ma ve lo consigliamo solo in situazioni estreme. Un suggerimento, provate le Macro perché vi daranno molta soddisfazione.
Bene anche il comparto video dove il sensore principale arriva fino a 4K 60fps mantenendo una super stabilizzazione che invece viene a mancare effettuando lo switch al sensore ultrawide (possibile anche durante la registrazione).
Partiamo subito con il punto focale della questione, non giriamoci intorno: per convivere con il Mate 40 Pro (e tutti i dispositivi Huawei usciti nell’ultimo anno) bisogna rinunciare ai GMS, ovvero i servizi Google che ci permettono di utilizzare le app del colosso di Mountain View. Non troveremo dunque traccia di ciò che riguarda Google (Gmail, Maps, Drive, Chrome e qualsiasi altra app di Big G vi venga in mente) in favore di un ecosistema del tutto nuovo e in continua espansione: HMS (Huawei Mobile Services).
In sintesi: le app di Google non saranno preinstallate e, se le installerete a mano funzioneranno solo laddove non sia fondamentale il login con il proprio account. Esempio: Gmail sarà totalmente inaccessibile, Maps e Chrome funzioneranno ma senza permettervi di effettuare il login o sincronizzare alcunché.
Bisogna però dare atto a Huawei del grande lavoro svolto negli ultimi tempi. Tutte le app basilari di Google sono infatti state sostituite con un’alternativa proprietaria sviluppata da Huawei dando quindi la possibilità di sentirne meno la mancanza. Inoltre, non passa giorno senza che nuove app di terze parti vengano aggiunte sullo store Huawei AppGallery, ormai sono veramente poche le applicazioni mancanti (e soprattutto ci sono quasi tutte le app bancarie!).
Questo risultato è frutto di un grande impegno nello stimolare gli sviluppatori a non perdere fette di mercato e a rimarcare la loro presenza anche su questo “terzo polo”, cosa tutt’altro che scontata visto che in passato altre aziende hanno fallito in questo frangente (qualcuno ha detto Windows Phone?). Inoltre, veramente ottima l’app Phone Clone che permette di collegare il nostro vecchio smartphone al Mate 40 Pro e trasferire automaticamente tutte le app presenti sul vecchio dispositivo. L’applicazione non fa distinzione tra app compatibili o meno, per cui vi ritroverete anche con eventuali app Google o comunque non ancora compatibili con gli HSM. Un grande risparmio di tempo in qualunque caso.
E per le applicazioni non presenti? Qui ci viene incontro Petal Search, un motore integrato grazie al quale semplicemente scrivendo il nome dell’app (es. Whatsapp) verremo riportati al luogo migliore per scaricarla e installarla (sempre nel caso di Whatsapp, il sito ufficiale). In altri casi verremo catapultati su altri app store come APKPure e simili, ovvero dei repository di app gratuite mantenute aggiornate e scaricabili dalle community. Per alcune app a pagamento non ancora presenti su AppGallery invece, l’unica alternativa rimane l’Amazon App Store.
Insomma, unendo tutte le alternative disponibili, il parco app è praticamente completo, se escludiamo il mondo Google. Questo può essere sopportabile o meno a seconda di quanto siete legati al suddetto ecosistema o di quanto siete disposti a rischiare, installando dei tool che ripristinano (parzialmente e momentaneamente) l’accesso ai servizi Google ma che non brillano certo per trasparenza e sicurezza.
Ma c’è anche altro. C’è la EMUI 11. Si tratta di una UI veramente ben ottimizzata e piacevole da usare! Sotto il punto di vista grafico probabilmente ci sono sezioni dove una ventata di aria fresca sarebbe utile, ma nel complesso le prestazioni e le possibilità offerte dal software Huawei vanno ben oltre la sufficienza. Molto bello l’always-on, completo e abbastanza intelligente da disattivarsi dopo un tempo prolungato con il telefono inutilizzato e da riattivarsi anche solo vedendoci muovere la testa mentre è appoggiato su un tavolo.
Presenti ovviamente anche delle ottime gesture di navigazione, le quali ogni tanto però vanno a scontrarsi con i bordi eccessivamente curvi del device.
Per il resto, EMUI 11 offre bene o male quello che offre qualsiasi altro smartphone Android, con la sola differenza che tutto è incentrato sui servizi proprietari di Huawei. Uno swipe verso destra infatti mostrerà una pagina di riepilogo della propria giornata con meteo e ultime notizie, ma non è lontanamente paragonabile a ciò che offre Google sotto questo punto di vista. Il grande foro per la doppia cam inoltre limita lo spazio della barra delle notifiche rendendola leggermente meno pratica che su altri dispositivi. Come già accennato, forse l’aspetto grafico di EMUI 11 potrebbe essere più “moderno” nei suoi canoni, ma in qualunque caso è facilmente modificabile tramite l’applicazione apposita per i temi. Insomma, se supererete l’ostacolo iniziale della mancanza di Google, l’esperienza sarà ampiamente positiva.
Nota a parte per Huawei Share, una funzionalità molto interessante ma che per adesso è disponibile solo per chi possiede sia uno smartphone che un notebook Huawei. In parole povere, attivando questa funzionalità ci basterà appoggiare il telefono sul poggiapolsi del notebook (dove è presente un chip NFC), per poter condividere senza fili file, foto e quant’altro. Non solo però, la parte più interessante riguarda la possibilità di eseguire un vero e proprio mirroring dello smartphone, avendolo quindi a disposizione in finestra su Windows e poterlo utilizzare al 100% senza doverlo prendere mai in mano.
4400 mAh su un display di questa portata non sono tantissimi, ma va considerato che l’assenza dei servizi Google giova notevolmente alla batteria. Sarà infatti possibile arrivare a sera anche con un uso abbastanza intenso, portandosi a casa 5-6 ore di schermo attivo. Se non dovesse bastare, ricordate che il caricabatterie in dotazione eroga ben 66W e che è disponibile anche una ricarica wireless super-fast a 50W.
Conclusioni
Il dubbio amletico è quasi scontato: vale la pena di acquistare un top di gamma Huawei come questo Mate 40 Pro? Il gioco vale la candela? La risposta non può essere univoca, dipende da troppi fattori e da come ognuno di noi utilizza lo smartphone e le sue app. Sicuramente c’è da apprezzare lo sforzo che Huawei ha fatto e sta facendo per sopperire in tempi rapidissimi alla mancanza del mondo Google: le app aumentano costantemente e ormai è difficile non trovare qualcosa di fondamentale. Dove non arriva AppGallery poi, spesso arriva Petal Search.
Ma per molti utenti uscire dall’ecosistema Google può non essere una transizione indolore, né rapida. Dipende insomma da quanto si è legati ai servizi cloud dell’azienda (password, mail, ecc.) o da quanta voglia si abbia di mettersi pazientemente a migrare le informazioni presenti sui servizi cloud di Google. Di conseguenza ci sentiremmo di rispondere “dipende”, perché un utente non particolarmente legato mani e piedi a Big G non riscontrerà particolari problemi, mentre per gli altri sarà necessario un piccolo periodo di adattamento o un po’ di buona volontà. Quello che è certo è che questo smartphone è uno dei dispositivi più riusciti del 2020 nella sua fascia di mercato ed eccelle nella maggior parte dei reparti. Motivo per cui vi consigliamo di valutare il suo acquisto se cercate un top di gamma, approfittando del prezzo ribassato ma pesando attentamente i pro e i contro di cui vi abbiamo parlato.