La prima recensione di Intel NUC Slim 2015 (il modello NUC5I5RYK con CPU Broadwell e WiFi 802.11ac) ci conferma la bontà del Mini PC sottolineando che un barebone non è la scelta migliore per gli utenti meno esperti.


Al CES 2015 di Las Vegas, abbiamo incontrato l'ultima generazione di Intel NUC, recensita proprio in questi giorni dai colleghi di Ars Technica. Il Mini PC esteriormente è rimasto quasi identico, tuttavia sono molti i cambiamenti apportati, sia per quanto riguarda la struttura che la dotazione. L'Intel NUC che - lo ricordiamo - è un barebone, ossia un device dotato soltanto di scheda madre e processore, sarà disponibile in due nuove versioni, una slim Intel NUC5i5RYK (quella recensita) e una di dimensioni standard, che si differenziano soprattutto perché nella seconda sarà possibile utilizzare anche dischi tradizionali o a stato solido SATA III da 2.5 pollici, mentre la versione slim non potrà che utilizzare unità M.2.

Ad accomunare le due nuove versioni ci pensa invece l'adozione dei processori Intel Broadwell a 14 nm di ultima generazione e la presenza di un modulo Wi-Fi 802.11ac. Intel inoltre ha rivisto l'intero meccanismo di apertura e smontaggio della scocca, rendendo molto più semplice effettuare operazioni di manutenzione o upgrade dell'unità. Tuttavia non ci sono solo pregi. Se infatti le prestazioni sono ottime, soprattutto per quanto riguarda la versione slim dell'Intel NUC, grazie all'utilizzo di SSD con connessione PCI Express, c'è da tenere presente la versatilità di quest'ultima soluzione, il prezzo dell'unità stessa e la sua utilizzabilità da parte degli utenti consumer.

Per quanto riguarda il primo aspetto ad esempio bisogna tenere presente che gli SSD con interfaccia M.2 sono al momento assai difficili da reperire e con un costo circa due volte superiore a quello delle normali unità SATA III e contribuisce così significativamente far aumentare il costo finale di questo mini PC. Per un allestimento medio con processore Intel Core i5-5250U e 8 GB di RAM infatti sono già necessari 430 dollari, che salgono però a ben 844 dollari se si aggiunge un'unità a stato solido da 256 GB di tipo M.2 e si conteggia anche il costo della licenza di Windows 8.1, un costo davvero elevato se si pensa che mini PC prodotti di recente da Dell o HP costano meno della metà, benché ovviamente con una configurazione molto meno performante.

Si consiglia agli utenti di valutare quindi molto attentamente i propri bisogni, stabilendo quale livello prestazionale sia davvero indispensabile per le proprie attività. Inoltre la natura di barebone del NUC non lo rende una soluzione perfetta per tutti gli utenti: la necessità di montare alcuni componenti e di installare il sistema operativo infatti non lo rende appetibile da parte di quella grossa fetta di mercato composta da utilizzatori senza alcuna esperienza in questi campi.

Insomma il nuovo Intel NUC è sicuramente un prodotto valido, ottimamente realizzato, ancora più facile da utilizzare, con una piattaforma da ultrabook e prestazioni più che adeguate anche alla produzione di contenuti e ai casual gamer, grazie alle prestazioni del nuovo IGP integrato nel processore, drasticamente più potente rispetto al passato, ma i consumatori dovranno anche tenere conto del prezzo elevato, della necessità di montarsi da sé molti dei componenti e della difficoltà di reperire dischi con interfaccia M.2.

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