La notizia colpisce nel profondo chi ha seguito Apple ed il suo leader carismatico, Steve Jobs, un uomo brillante, geniale, che ha saputo costruire un impero sognando dal suo garage. La morte arriva in seguito ad una grave malattia.


“Apple perde un genio creativo e visionario, e il mondo ha perso un formidabile essere umano. Quelli di noi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo abbastanza e di lavorare con lui hanno perso un caro amico e un mentore ispiratore. Steve lascia una società che solo lui avrebbe potuto costruire e il suo spirito sarà sempre il fondamento di Apple”. Queste sono le parole che possiamo leggere oggi sul sito ufficiale Apple. Queste frasi la dicono lunga su chi fosse Steve Jobs e su quello che è stato in grado di costruire nel tempo, non solo in termini aziendali, ma anche e forse soprattutto umani.

Un uomo brillante, la cui scomparsa prematura, a seguito di una grave malattia, rappresenta una importante perdita che colpisce il cuore di quanti hanno riconosciuto in lui un vero e proprio protagonista di questo secolo e un pioniere nel settore della tecnologia e dell’innovazione. Colpito da un tumore al pancreas che non gli ha dato scampo, Jobs si spegne a 56 anni ma lascia dietro di se' una ispirazione e un modo di intendere la vita che può rappresentare uno stimolo per tutti noi.

“Siate affamati, siate folli” fu la celebre frase pronunciata da Steve Jobs in occasione del discorso agli studenti della Stanford University quando già sapeva di essere malato. Anche Google ha reso omaggio a questo temerario e visionario personaggio. Sulla homepage è possibile trovare un sobrio richiamo alla data di nascita e morte di Jobs, senza fronzoli di alcun tipo.

Ripercorrere la vita di questo genio ribelle potrebbe essere alquanto inutile ma, nello stesso tempo, doveroso. Jobs nasce il 24 febbraio 1955 a San Francisco e successivamente viene adottato da Paul e Clara Jobs. La sua infanzia è segnata da condizioni modeste ma la sua ispirazione è già viva sin da giovane. A soli dodici anni, quando la maggior parte dei suoi amici gioca a pallone, contatta Bill Hewlett, uno dei fondatori di Hewlett-Packard per l’acquisto di alcuni componenti necessari per la costruzione di un contatore di frequenza. Dopo poco tempo lascia la High School.

Appena due anni dopo, nel 1974, viene assunto da Atari dove non riesce però ad integrarsi, probabilmente anche a causa del suo carattere definito arrogante ed impetuoso dai suoi ex-colleghi di laboratorio. Le difficoltà individuali lo spinsero, a soli 20 anni, ad andare in India per una ricerca spirituale che lo portò ad essere vegetariano e a voler ricercare i propri veri genitori. Tornò in autunno e visse per qualche tempo in una comunità. Dopo aver convinto il suo socio Steve Wozniak a lasciare Hewlett-Packard, il 1 aprile del 1976 fonda Apple, un’azienda che segnerà i decenni a seguire per le sue innovazioni e la sua grinta.

Il nome Apple è un omaggio alla casa discografica dei Beatles. Nel luglio successivo arriva il primo PC, denominato Apple I mentre risale al 1984 il Macintosh che segnerà la svolta decisiva. Dopo un lungo periodo di 12 anni in cui Jobs lascia la Apple per fondare NeXT che fallirà pochi anni dopo, il successo di Toy Story del 1994 rilancia l’altra sua azienda, la Pixar, acquistata nel 1986 e poco dopo, grazie ad un accordo con Apple, rientra a farne parte utilizzando il sistema operativo creato da NeXT come base per Mac OS X.

Da quel momento, Steve Jobs non lascerà più l’azienda e la renderà un punto di riferimento a livello internazionale dal capitale enorme. Ma condensare la vita di un genio in poche righe è un compito impensabile. Quello che è certo è che Steve Jobs, con le sue opere e il suo genio, ha saputo dare un volto della tecnologia, rendendola accessibile a tutti. La sua scomparsa lascia tristi coloro che hanno saputo apprezzarlo e quanti in futuro lo ricorderanno.

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