Macbook e iMac con CPU ARM? ForseSecondo alcune fonti anonime molto vicine ad Apple, a Cupertino starebbero pensando già da oltre un anno a cambiare nuovamente piattaforma, abbandonando Intel e i processori x86 per tornare in ambito RISC, questa volta con ARM, in modo da garantire una maggior omogeneità tra i loro prodotti mobile con sistema operativo iOS e quelli più maturi e completi dotati di OS X.


Stando a quanto riporta Bloomberg, ad Apple si starebbe pensando già da diverso tempo di passare all’architettura RISC abbandonando quella x86 e i processori Intel, al fine di garantire un'unica piattaforma hardware a tutti i propri prodotti, sia ultramobili che desktop indipendentemente dal sistema operativo utilizzato, iOS o OS X, così da poter proporre un'esperienza d'uso più omogenea, con una maggior convergenza tra i due OS e le app che vi possono essere eseguite ma anche perché, a parità di potenza, l'architettura RISC è sempre risultata più parca nei consumi rispetto a quella x86 e, in previsione di un futuro sempre più mobile, questa potrebbe essere dunque la soluzione migliore.

Apple Macbook Air

La notizia troverebbe del resto conferma anche in precedenti rumor che sostenevano l'esistenza di prototipi di MacBook dotati di processori ARM Cortex A15 di nuova generazione già a maggio del 2011 ma che poi non hanno più visto la luce. In ogni caso, a quanto pare, gli ingegneri Apple sono convinti che presto i processori ARM saranno abbastanza potenti da soddisfare anche la richiesta di performance di un MacBook o addirittura di un iMac e non più solo dell'iPhone e dell'iPad e loro stessi hanno accumulato ormai abbastanza esperienza nella progettazione di tali soluzioni con i propri SoC Apple serie A, che equipaggiano attualmente tutti i device ultramobili.

L'azienda californiana quindi potrebbe in un certo senso tornare alle origini. Sin dai primi prodotti della Mela morsicata infatti i processori usati erano di tipo RISC, inizialmente prodotti da Motorola e poi dalla stessa azienda e da IBM su progetto Apple, parliamo dei famosi PowerPC. Questi vennero abbandonati nel 2005, un momento storico in cui le CPU Intel potevano vantare frequenze operative elevatissime che si traducevano in ottime performance anche se a scapito dei consumi, mentre invece i PowerPC non riuscivano più a scalare i propri clock rate in maniera significativa, problema che del resto da sempre affligge questo tipo di architetture.

A distanza di 7 anni però lo scenario è completamente cambiato e tornare ad ARM, che nel frattempo sta sviluppando soluzioni sempre più potenti ed energeticamente efficienti, può avere molto senso, visto che il futuro è indubbiamente mobile e ciò richiederebbe autonomie sempre superiori per i device, difficilmente ottenibili tramite processori x86. Sembra dunque che un altro tassello si stia per andare ad aggiungere alla previsione fatta dalla stessa ARM di conquistare il 50 % del mercato mobile entro il 2015, dopo quello che ha visto l'avvio di una collaborazione con AMD e l'adozione dei Cortex A15 all'interno dei nuovi Samsung ChromeBook.

In ogni caso, sempre stando alle fonti citate, il cambio non avverrà domani o a breve termine ma potenzialmente addirittura non prima del 2017 o comunque tra alcuni anni, quando cioè i processori ARM saranno ulteriormente maturati e in grado di offrire prestazioni soddisfacenti anche per un notebook di fascia alta o per un desktop. L'attesa comunque potrebbe essere legata anche alle difficoltà con la retrocompatibilità con i programmi x86: nel 2005 infatti Apple scelse di passare a Intel anche per acquisire maggior flessibilità e non solo per ottenere prestazioni migliori.

Attualmente infatti è possibile utilizzare su OS X praticamente tutti i programmi esistenti per le controparti Windows, seppure essi debbano comunque essere ricompilati per il differente kernel del sistema operativo. Passando ad ARM tutto questo vantaggio andrebbe perduto e l'azienda di Cupertino si ritroverebbe nella stessa situazione di limitazione pre-2005 a meno che all'azienda stessa non prevedano che, nei prossimi anni, anche in ambito PC ci possa essere un passaggio analogo, motivo per cui le applicazioni potrebbero essere già disponibili in buon numero quando anche Apple compirà questo passo.

Del resto il fatto che per la prima volta Microsoft abbia sviluppato una versione ad hoc per questa piattaforma, Windows RT, e un tablet che la usa, Surface RT, è un segnale abbastanza chiaro dell'influenza crescente che questi processori stanno guadagnando.

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