AMD scopre le carte difronte a giornalisti ed analisti. L'obiettivo è recuperare quote di mercato, accantonando qualsiasi velleità su smartphone e tablet low-cost e focalizzandosi su CPU con core Zen ad alte prestazioni e GPU HBM.


Nel corso dell'appuntamento annuale con gli analisti, 2015 Financial Analyst Day, Lisa Su, presidente e CEO di AMD, ammette il momento di difficoltà che attraversa l'azienda con perdite stimate nell'ordine degli 800 milioni di dollari nel primo semestre del 2015 che però dovrebbero essere ampiamente ripianate nel secondo semestre. Il mercato dei PC è stato più stagnante del previsto, praticamente fermo in attesa del lancio di Windows 10: chipmaker, produttori di PC e di videogiochi preferiscono aspettare la nuova release di Windows e le DirectX12 per presentare le loro ultime novità e di conseguenza anche le vendite frenano.

Ovviamente l'impasse di desktop e notebook non è la sola causa delle difficoltà di AMD che deve fare i conti con una riorganizzazione dell'inventario e con alcune scelte che si sono rivelate sbagliate o comunque azzardate. Da qui l'annuncio di abbandonare Project Skybridge, cancellando una intera roadmap di processori ARM e X86 compatibili a livello di pin e di socket che avrebbe permesso di utilizzare indifferentemente le due architetture sulla stessa motherboard.

Per fortuna però, sembra che la crisi sia già dietro l'angolo e le stime sono positive per il triennio 2016-2018 puntando su una strategia molto ben delineata: AMD manterrà il suo impegno nel settore dei PC, cercando di riappropriarsi di quote di mercato nel segmento di mercato più alto, quello dei chip ad alte prestazioni, ma allo stesso tempo cercherà di differenziare la sua offerta per offrire un portfolio più ampio di soluzioni. Fra queste figurano ovviamente le console da gioco, le soluzioni embedded, i datacenter e le infrastrutture per l'IoT.

Come contraltare però AMD rinuncerà a competere in un settore di importanza fondamentale, dagli enormi volumi, ma che negli ultimi anni si sta caratterizzando per una concorrenza spietata e per margini di guadagno risicatissimi, quello ultramobile. Quindi almeno per i prossimi 3-4 anni abbandonate ogni speranza di vedere smartphone o tablet low-end con processori AMD.

Tutto sommato quella di focalizzarsi su ambiti più vicini alla propria tradizione e più profittevoli è una scelta prudente e ponderata da parte di AMD che gli analisti finanziari premieranno. Così come ha suscitato un discreto entusiasmo la decisione di AMD di tornare a produrre processori ad alte prestazioni andando a finalizzare nel 2016 i nuovi core Zen.

I core AMD Zen saranno basati su una microarchitettura completamente ridisegnata con lo scopo di offrire un incremento del 40% delle istruzioni per ciclo di clock rispetto agli attuali core Excavator. Zen disporrà di una nuovo sistema di cache che dovrebbe assicurare una maggiore bandwidth e minore latenza, e segna un ripensamento nella gestione del multithreading, con l'abbandono del Clustered Multithreading CMT introdotto con i core Bulldozer, in favore del Symultaneous Multithreading SMT.

AMD inizierà ad utilizzare i nuovi core Zen nei suoi processori FX per desktop (codename Summit Ridge), anche se una roadmap pubblicata qualche giorno fa rivelava ben due famiglie di APU mobile con core Zen per il 2016: le APU dual-core mainstream nome in codice Basilisk e le APU quad-core di categoria performance nome in codice Bristol Ridge. La sensazione è che AMD abbia voluto mantenere un basso profilo ma che le nuove APU per notebook con core Zen possano cambiare in qualche modo gli equilibri rispetto al competitor di sempre Intel.

Il passaggio ad un processo produttivo a 14nm di tipo multi-gate FinFET (anche se mancano conferme ufficiali, sembra chiarissimo che queste CPU usciranno dalle linee di produzione di GlobalFoundries) dovrebbe consentire quell'incremento di efficienza energetica necessario per tenere il passo con l'obiettivo denominato "25X20 Energy Efficiency Initiative": a partire dal 2015 con le APU Carrrizo e fino al 2020, AMD ridurrà ogni anno i consumi dei suoi chip del 25%. Un target estremamente ambizioso se si considera che nell'ultimo lustro AMD è riuscita a migliorare l'efficienza delle sue APU solo di un 10% ad ogni aggiornamento.

Sembra quindi che Zen possa segnare un cambiamento epocale per l'evoluzione delle microarchitetture AMD X86, andando progressivamente a rimpiazzare le soluzioni precedenti su tutta la gamma, dai datacenter ai client, e influenzando gli sviluppi futuri per un periodo medio-lungo. Circola infatti già il nome di un prossimo aggiornamento dei core Zen sotto il nome di Zen+.

Sul versante ARM, AMD continuerà a lavorare sui core K12 a 64bit, che dovrebbero essere pronti definitivamente per il 2017. Il ritardo rispetto alla data inizialmente stimata sarebbe dovuto al bisogno di concentrare le risorse per abbreviare lo sviluppo dei core Zen. Ufficialmente destinata ai server e ad applicazioni embedded, questa architettura potrebbe anche approdare al segmento client. Ci sono rumors di una serie di APU nome in codice Styx per notebook e tablet con un SDP da 2W assolutamente compatibile con una dissipazione passiva.

Le GPU mantengono un ruolo chiave nella strategia AMD, grazie all'implementazione delle memorie HBM in una nuova gamma di prodotti ad altissime prestazioni. HBM o High Bandwidth Memory consiste nella sovrapposizione dei die di memoria in una pila per ridurre l'ingombro e allo stesso tempo migliorare le prestazioni e l'efficienza energetica. Le nuove GPU adotteranno memorie HBM di seconda generazione che andranno a raddoppiare ulteriormente l'ampiezza di banda adottando interpositori 2.5D al silicio. Con queste nuove GPU attese per il 2016 AMD passerà anche ad una litografia FinFET con un conseguente raddoppio delle prestazioni per watt.

Durante il Financial Day, Mark Papermaster, CTO di AMD, ha anche parlato brevemente dell'approccio modulare che dovrebbe traghettare i SoC AMD verso nuovi traguardi in termini di versatilità e semplificazione del design. Con una tecnologia chiamata NoC, Network on Chip, AMD sarà in grado di combinare e riutilizzare vari blocchi ed elementi per ridurre il time-to-market delle future APU o di SoC semi-custom cuciti su misura per particolari esigenze.

Nell'immediato, invece, AMD ha annunciato la sua prima famiglia di GPU desktop Radeon serie 300 con memorie HBM e delle nuove GPU mobile Radeon M300 entrambe con supporto per directX12 e pronte per Windows 10. Queste GPU supportano la tecnologia dual-graphics con le APU AMD serie A e sono quindi un perfetto complemento per le APU AMD 7000 di sesta generazione, in precedenza note come Carrizo L. Avremo presto modo di testare queste nuove soluzioni per notebook di AMD per verificarne le prestazioni, ma le premesse sembrano incoraggianti soprattutto in termini di durata della batteria e di prestazioni multimediali.

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