Partiamo subito con il punto focale della questione, non giriamoci intorno: per convivere con il Mate 40 Pro (e tutti i dispositivi Huawei usciti nell’ultimo anno) bisogna rinunciare ai GMS, ovvero i servizi Google che ci permettono di utilizzare le app del colosso di Mountain View. Non troveremo dunque traccia di ciò che riguarda Google (Gmail, Maps, Drive, Chrome e qualsiasi altra app di Big G vi venga in mente) in favore di un ecosistema del tutto nuovo e in continua espansione: HMS (Huawei Mobile Services).

In sintesi: le app di Google non saranno preinstallate e, se le installerete a mano funzioneranno solo laddove non sia fondamentale il login con il proprio account. Esempio: Gmail sarà totalmente inaccessibile, Maps e Chrome funzioneranno ma senza permettervi di effettuare il login o sincronizzare alcunché.

Bisogna però dare atto a Huawei del grande lavoro svolto negli ultimi tempi. Tutte le app basilari di Google sono infatti state sostituite con un’alternativa proprietaria sviluppata da Huawei dando quindi la possibilità di sentirne meno la mancanza. Inoltre, non passa giorno senza che nuove app di terze parti vengano aggiunte sullo store Huawei AppGallery, ormai sono veramente poche le applicazioni mancanti (e soprattutto ci sono quasi tutte le app bancarie!).

Questo risultato è frutto di un grande impegno nello stimolare gli sviluppatori a non perdere fette di mercato e a rimarcare la loro presenza anche su questo “terzo polo”, cosa tutt’altro che scontata visto che in passato altre aziende hanno fallito in questo frangente (qualcuno ha detto Windows Phone?). Inoltre, veramente ottima l’app Phone Clone che permette di collegare il nostro vecchio smartphone al Mate 40 Pro e trasferire automaticamente tutte le app presenti sul vecchio dispositivo. L’applicazione non fa distinzione tra app compatibili o meno, per cui vi ritroverete anche con eventuali app Google o comunque non ancora compatibili con gli HSM. Un grande risparmio di tempo in qualunque caso.

E per le applicazioni non presenti? Qui ci viene incontro Petal Search, un motore integrato grazie al quale semplicemente scrivendo il nome dell’app (es. Whatsapp) verremo riportati al luogo migliore per scaricarla e installarla (sempre nel caso di Whatsapp, il sito ufficiale). In altri casi verremo catapultati su altri app store come APKPure e simili, ovvero dei repository di app gratuite mantenute aggiornate e scaricabili dalle community. Per alcune app a pagamento non ancora presenti su AppGallery invece, l’unica alternativa rimane l’Amazon App Store.

Insomma, unendo tutte le alternative disponibili, il parco app è praticamente completo, se escludiamo il mondo Google. Questo può essere sopportabile o meno a seconda di quanto siete legati al suddetto ecosistema o di quanto siete disposti a rischiare, installando dei tool che ripristinano (parzialmente e momentaneamente) l’accesso ai servizi Google ma che non brillano certo per trasparenza e sicurezza.

Ma c’è anche altro. C’è la EMUI 11. Si tratta di una UI veramente ben ottimizzata e piacevole da usare! Sotto il punto di vista grafico probabilmente ci sono sezioni dove una ventata di aria fresca sarebbe utile, ma nel complesso le prestazioni e le possibilità offerte dal software Huawei vanno ben oltre la sufficienza. Molto bello l’always-on, completo e abbastanza intelligente da disattivarsi dopo un tempo prolungato con il telefono inutilizzato e da riattivarsi anche solo vedendoci muovere la testa mentre è appoggiato su un tavolo.
Presenti ovviamente anche delle ottime gesture di navigazione, le quali ogni tanto però vanno a scontrarsi con i bordi eccessivamente curvi del device.

Per il resto, EMUI 11 offre bene o male quello che offre qualsiasi altro smartphone Android, con la sola differenza che tutto è incentrato sui servizi proprietari di Huawei. Uno swipe verso destra infatti mostrerà una pagina di riepilogo della propria giornata con meteo e ultime notizie, ma non è lontanamente paragonabile a ciò che offre Google sotto questo punto di vista. Il grande foro per la doppia cam inoltre limita lo spazio della barra delle notifiche rendendola leggermente meno pratica che su altri dispositivi. Come già accennato, forse l’aspetto grafico di EMUI 11 potrebbe essere più “moderno” nei suoi canoni, ma in qualunque caso è facilmente modificabile tramite l’applicazione apposita per i temi. Insomma, se supererete l’ostacolo iniziale della mancanza di Google, l’esperienza sarà ampiamente positiva.

Nota a parte per Huawei Share, una funzionalità molto interessante ma che per adesso è disponibile solo per chi possiede sia uno smartphone che un notebook Huawei. In parole povere, attivando questa funzionalità ci basterà appoggiare il telefono sul poggiapolsi del notebook (dove è presente un chip NFC), per poter condividere senza fili file, foto e quant’altro. Non solo però, la parte più interessante riguarda la possibilità di eseguire un vero e proprio mirroring dello smartphone, avendolo quindi a disposizione in finestra su Windows e poterlo utilizzare al 100% senza doverlo prendere mai in mano.

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