Design, schermo e fotocamere

L’estetica non è tutto ma fa la sua parte. Honor 10 è indubbiamente un prodotto affascinante, non tanto per la presenza della “tacca” nella parte superiore dello schermo, quanto per l’uso sapiente dei colori della livrea. Certo, non a tutti può piacere l’approccio estremamente colorato del produttore e la persona più seriosa e quadrata non apprezzerà le tinte Phantom Green e Phantom Blue. Proprio per questo, il produttore commercializza anche quelle Midnight Black e Glacier Grey, contraddistinte da tonalità meno appariscenti.

Il lato anteriore è la parte più anonima di tutto lo smartphone a causa dell'ormai onnipresente notch, caratteristica distintiva di molte proposte nel corso di quest’anno. Sotto lo spazioso schermo da 5.84 pollici c’è il tasto con il sensore d'impronte digitali a ultrasuoni veloce e preciso.
Questo sensore può essere impiegato anche con le dita bagnate o sudate ed è integrato sotto la superficie di vetro. Non c’è un gradino o una discontinuità che lo faccia individuare a occhi chiusi.

La backcover è un’unica lastra di vetro colorata con i bordi arrotondati, interrotta dalle due fotocamere posteriori da 16MP e 24MP. La cornice delle due fotocamere raccoglie un numero cospicuo di granelli di polvere e risulta essere l’asperità più problematica di questo smartphone per quanto riguarda la pulizia.
Il vetro posteriore, sebbene bellissimo, si sporca in modo importante con un uso senza cover, un compromesso da accettare con questo genere di materiali.

Lo schermo è un’unità da 5.84 pollici FHD+ (2280x1080 pixel, 432PPI) 2.5D con rapporto di aspetto 19:9 (leggermente più lungo dei competitor) e un rapporto schermo/corpo dell’80%. I colori sono belli e vivaci, seppure non quanto quelli proposti da un pannello OLED. Gli angoli di visione sono ampi, mentre i colori più scuri non sono tanto profondi quanto vorremmo.
Guardare video è piacevole, ma non potremo usare tutta la superficie dello schermo, infatti le “corna” complementari alla tacca verranno automaticamente escluse da alcune applicazioni.

Rispetto ad ASUS ZenFone 5, però, le notifiche sono visibili (sempre se non innumerevoli) e quindi l’esperienza risulta essere meno frustrante e macchinosa del suo diretto avversario. La piattaforma hardware è basata sul processore octa-core Kirin 970 che integra la NPU (Neural Processor Unit), sbalorditiva nell’uso dell’applicazione fotocamera.
L’intelligenza artificiale riconosce oltre cinquecento scenari in ventidue categorie differenti, il tutto in tempo reale. Riconosce un animale domestico, un tramonto o il volto di una persona.
Questa funzione è aiutata dalla tecnologia di segmentazione dell’immagine semantica, che, in poche e semplici parole, riconosce più oggetti e soggetti all’interno della stessa foto.

Ma cosa succede quando scattiamo? Parto con il sottolineare che l’applicazione Fotocamera è stata leggermente rivista sotto il profilo estetico, ma la semplicità di utilizzo è la medesima. Ogni genere di scatto è quasi perfetto, però la tendenza del software e dell'AI a saturare l’immagine mi ha dato non poco fastidio.
Siamo nell’era dei social e dei filtri, eppure vorrei avere uno scatto pulito e corrispondente al vero quando fotografo. L’applicazione di un filtro o di una vividezza/saturazione eccessiva non fa proprio per me.

Al netto di questa intromissione, gli scatti sono ottimi. La seconda fotocamera da 24MP B/W è una proposta efficace e dettagliata, ma meno utile di una grandangolare.
I video sono girati alla risoluzione massima dell’UHD (3840x2160) a 30fps e non sono ai vertici della categoria. Lungi dal definirli deludenti, ma non all’altezza, ad esempio, di un Galaxy S9+.

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