Dopo la pesante tegola del fallimento per l'accordo sulla pubblicità online con Google, Yahoo! subisce il rifiuto delle sue avances a Microsoft da parte di un risolutissimo e stizzito Steve Ballmer.
Quel che Yahoo! temeva si è puntualmente verificato; dopo l'abbandono di Google al progetto per la creazione di un'asse di ferro per il web advertising, l'azienda di Sunnyvale vede sfumare anche la speranza di riconciliazione con Microsoft, e le azioni colano a picco. La strategia adottata dal presidente ed amministratore delegato di Yahoo! Jerry Yang e dal suo consiglio di amministrazione, si è rivelata un pericoloso fallimento che ha portato l'azienda sull'orlo del baratro.
La quotazione in borsa di Yahoo! ha cominciato a calare senza sosta già dall'inizio del 2008, a seguito dei continui rifiuti ai tentativi di acquisizione di Microsoft, e complice la crisi finanziaria degli ultimi mesi, le azioni hanno raggiunto oggi un valore inferiore addirittura ai 14 dollari (13,96 dollari al momento attuale). L'ultimo disperato tentativo di Yang, che ha implicitamente implorato Microsoft di riaprire le trattative attraverso un pungente commento al summit "Web 2.0" di San Francisco, risale a due giorni fa: "Al giorno d'oggi, penso che la cosa migliore da fare per Microsoft sia di acquisire Yahoo!."
La risposta di Steve Ballmer non si è fatta attendere: "Abbiamo fatto una offerta, ancora un'altra offerta, ed era chiaro che Yahoo! non aveva alcuna intenzione di venderci il proprio business." ha commentato l'amministratore delegato di Microsoft, riferendosi chiaramente alla offerta di 47,5 miliardi di dollari di maggio scorso. "Hanno rifiutato una offerta di 33 dollari per azione...suvvia."
Nessuna pietà dunque da parte di Microsoft, anche se potrebbe trattarsi di una abile mossa da parte del colosso di Redmond per favorire un ulteriore calo delle azioni Yahoo!, e proporre poi un nuovo tentativo di acquisizione a prezzo stracciato. D'altronde anche Microsoft naviga in cattive acqua da quando esiste il monopolio di Google; considerati gli accadimenti degli ultimi giorni, non ci stupiremmo più di nulla.