Intel ha annunciato di abbandonare lo sviluppo/produzione dei suoi processori Atom (SoFIA e Boxton) per notebook, tablet e ibridi 2-in-1 low-cost e low-power. Cherry Trail per ora non subirà variazioni.
Intel sta cambiando. I primi segnali sono arrivati qualche giorno fa quando l'azienda di Santa Clara ha annunciato di voler licenziare l'11% dei suoi dipendenti, spostando la sua attenzione dai PC al cloud, ma l'ultima notizia ha fatto sobbalzare tutti, semplici utenti e addetti ai lavori. Intel ha cancellato i suoi prossimi processori Atom low-cost e low-power, cioè quelli che comunemente troviamo in tablet, notebook e dispositivi 2-in-1 di fascia bassa.
Le novità non riguardato tanto le CPU Intel Cherry Trail, che l'azienda di Santa Clara continuerà a produrre nei modelli Atom x5 e Atom x7, quanto i successori Intel Boxton e Intel SoFIA per smartphone e tablet economici. Non sembrano cambiare programma, invece, i prossimi Intel Celeron e Pentium low-cost su piattaforma Apollo Lake, attesi tra qualche mese. Ma cosa può spingere un colosso dell'elettronica a rinunciare ad una fetta del suo core-business? Gli scarsi profitti.
Le ragioni sono semplici: negli ultimi anni il mercato dei PC si è trasformato molto, i margini di guadagno si sono fatti più sottili e la concorrenza è aumentata esponenzialmente. Insomma, anche per chi si chiama Intel è difficile far quadrare i conti, figuriamoci per chipmaker minori o per i produttori di dispositivi. Fateci caso: oggi è molto più facile acquistare un notebook per meno di 200 euro, ed il merito va soprattutto a Intel e Microsoft, che hanno scelto di contrastare la concorrenza (ARM e Android, nella fattispecie) allargando il proprio bacino di utenti. Ma perché Intel dovrebbe continuare a buttare soldi in un settore poco redditizio? Meglio spostare lo sguardo su indossabili, IoT e cloud.
I notebook e i tablet low-cost hanno quindi vita breve? Non proprio. Come riporta Liliputing, "Santa Clara continuerà a lavorare con gli OEM per sviluppare ibridi 2-in-1 basati su Apollo Lake" così come sui Core M, mentre i gli Atom saranno gradualmente eliminati. In sostanza continueremo a vedere sugli scaffali dei negozi tablet poco potenti, che però offrono prestazioni leggermente migliori dei modelli attuali ma ad un prezzo forse più elevato. Gli Intel Core M rappresentano una risorsa per Santa Clara: questi chip utilizzano quasi la stessa energia di un processore Atom, ma offrono migliori prestazioni nella velocità di calcolo e nella grafica, facendo così aumentare il prezzo del dispositivo su cui sono installati fino a due volte (o più) quello di un modello simile ma con chip Atom. Per esempio, la Compute Stick con Intel Atom (Cherry Trail) è in vendita a 140 dollari, mentre la versione con Core M tocca quasi i 400 dollari.
Sarà interessante vedere se la mossa di Intel, cioè quella di allontanarsi dal mercato dei chip low-cost per notebook sotto i 200 dollari, lasci campo libero ad AMD o ad altri produttori che impiegano i core ARM. Diminuiranno i notebook e i tablet con Windows, ma crescerà il numero dei Chromebook e dei dispositivi con Linux, senza intaccare i dispositivi più popolari come gli iPad, Amazon Fire e i tablet Android.
Quindi una volta per tutte: Intel non abbandona il mercato dei tablet, ma solo quello dei tablet low-cost a cui sono diretti gli Atom (SoFIA e Boxton). Continueremo perciò a vedere in giro tablet e ibridi 2-in-1 di fascia alta come il Surface Pro. Non preoccupatevi. O sì?