ImageNasce per iniziativa di Intel, Microsoft e Dell il "Non-Volatile Memory Host Controller Interface Working Group" (NVMHCI), un gruppo di lavoro incaricato di elaborare uno standard che regolamenti l'uso delle memorie Flash sui notebook, entro la fine dell'anno.


AMD ha annunciato recentemente la sua intenzione di presentare una tecnologia di memoria Flash alternativa all'Intel Turbo Memory (aka Robson): la cosiddetta tecnologia HyperFlash farà il suo debutto nel 2008 sulla piattaforma mobile Puma, accanto ai processori Griffin.

Ma Intel non ha intenzione di lasciare spazio alla rivale e controbatte immediatamente con una mossa che potrebbe suscitare non poche polemiche: il chipmaker di Santa Clara ha costituito un consorzio insieme a Microsoft e Dell per formalizzare uno standard per l'impiego di memorie NAND Flash sui notebook.

Schema di funzionamento delle memorie allo stato solido


La motivazione ufficiale è la necessità di evitare la confusione derivante dalla nascita di più soluzioni parallele ed incompatibili tra loro, come sottolinea Bob Rinne, direttore generale del settore Windows Hardware Ecosystem di Microsoft: "Molteplici soluzioni basate su NAND Flash si stanno affacciando sulla scena, per trarre vantaggio dalle tecnologie ReadyBoost e ReadyDrive del sistema operativo Windows Vista. Una standardizzazione permetterebbe un miglior supporto da parte del sistema operativo di queste nuove soluzioni".

Come sappiamo, infatti, il più recente sistema operativo Microsoft, Windows Vista, ha apportato due nuove tecnologie, chiamate ReadyBoost e ReadyDrive, che consentono di utilizzare un certo quantitativo di memoria NAND Flash come cache dell'hard disk, ottenendo dei considerevoli miglioramenti in termini di velocità, di risparmio energetico e di affidabilità.

Altrettanto diplomatico è Rick Coulson, direttore del settore I/O Architecture presso Intel: "Abbiamo già messo in commercio, con la nostra nuove piattaforma Centrino (Santa Rosa), un prodotto basato su memorie NAND, chiamato Intel Turbo Memory, e il gruppo di lavoro appena formato permetterà di ottimizzare la nostra soluzione, come quelle che presenteranno altri produttori".

Allo stato attuale non c'è ancora uno standard che stabilisca con precisione come il sistema operativo può interagire con questi moduli di memoria allo stato solido. Si permetterebbe così di accedere a questa tecnologia anche a OS alternativi come Linux e OS X.

Lo sforzo di standardizzazione verrà compiuto all'interno del gruppo di lavoro "Non-Volatile Memory Host Controller Interface Working Group" (NVMHCI), nato da una costola dell'"Open NAND Flash Interface Working Group" (ONFI), capeggiato da Intel. Il suo calendario prevede il rilascio, entro la fine dell'anno, di un primo set di API (Application Programming Interface) standard, che potranno essere utilizzate dai driver per accedere alle memorie Flash.

L'iniziativa, ovviamente, ha ragione d'essere solo finché si continueranno ad utilizzare, sui computer portatili, hard disk tradizionali a piattelli magnetici: è davvero ancora così lontano il momento della transizione agli hard disk allo stato solido (SSD, Solid State Drive)?

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