Batterie litio-ossigeno: quattro volte più capienti delle attualiRicercatori del MIT hanno annunciato di aver ulteriormente migliorato la capacità della loro batteria litio-ossigeno grazie a nuovi elettrodi in fibra di carbonio. Questa nuova versione di batterie litio-ossigeno dovrebbe ora avere quattro volte la capacità delle attuali batterie al litio, a parità di grandezza.


Sembra che in quest'ultimo periodo ci sia una vera e propria corsa tecnologica alla realizzazione di batterie sempre più performanti (come questi esempi), in grado di soddisfare le crescenti esigenze del mercato mobile per una maggior efficienza energetica, legata a dimensioni e peso più contenuti. Tra le tante novità del settore ecco arrivare quindi un ennesimo annuncio su di una tecnologia che promette significativi miglioramenti nelle prestazioni delle batterie per dispositivi consumer ma non solo.

Batteria Litio ossigenoLe batterie al litio-ossigeno in realtà non sono una novità, visto che già l'anno scorso ne avevano dato notizia sempre al MIT. Questo tipo di batterie accoppia un anodo al litio all'ossigeno atmosferico, attraverso un catodo basato su elementi di oro o platino. L'innovazione maggiore di questa nuova versione sta nel catodo, ora composto di un materiale poroso a base di carbonio. Il funzionamento è semplice: durante la fase di scarica gli ioni di litio fluiscono dall'anodo attraverso un elettrolita, combinandosi con l'ossigeno attraverso il catodo e formando ossido di litio.

Durante la fase di ricarica poi l'ossido di litio si separa nuovamente in litio e ossigeno e il processo ricomincia. La fibra di carbonio utilizzata per gli elettrodi presenta il 90 % di spazio vuoto, questo significa quindi che gli elettrodi di fibra di carbonio possono accumulare più efficientemente l'ossido di litio che va a riempirne i pori durante la fase di scarica, aumentando così la capienza della batteria stessa, che dovrebbe appunto essere ben quattro volte superiore a quella delle batterie al litio attuali, a parità di volume.

Come sempre però c'è un risvolto, che riguarda un po' tutte le nuove tecnologie e cioè la necessità di continuare lo sviluppo per poter passare dalla fase sperimentale in laboratorio al prodotto commercializzabile, come ha detto esplicitamente anche Yang Shao-Horn, docente di Ingegneria Meccanica e Scienza dei Materiali presso il MIT. Si tratta di un problema comune a tantissime nuove e promettenti tecnologie, mai uscite dai laboratori. Non resta che sperare che stavolta le cose vadano diversamente.

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