AMD Kaveri è ufficiale. Le nuove APU possono offrire prestazioni allineate a quelle delle CPU Intel Core Haswell, superandole però per quanto riguarda la GPU.
La famiglia di APU AMD Kaveri presentata lo scorso gennaio ha riscosso sin da subito grande attenzione da parte dei media per diverse ragioni. Anzitutto infatti esse introducono la nuova architettura Steamroller, che contiene le maggiori novità sin dai tempi di Bulldozer, poi sono le prime APU a supportare pienamente il computing eterogeneo e infine integrano nuovi sottosistemi grafici basati su architettura GCN (Graphics Core Next). Senza voler ripercorrere nel dettaglio tutti questi aspetti, per la cui trattazione vi rimandiamo al nostro precedente articolo, ci limiteremo a ricordare alcune caratteristiche salienti, che caratterizzano tanto le versioni desktop che quelle mobile.
Le APU Kaveri adotteranno un nuovo processo produttivo a 28 nm in luogo del precedente a 32 nm, scelta che dovrebbe garantire sia un salto prestazionale consistente che consumi più contenuti. Altro elemento caratterizzante di Kaveri è l'integrazione di nuovi sottosistemi grafici basati sull'architettura di ultima generazione GCN (Graphics Core Next) 1.1, quella cioè delle GPU Hawaii. Infine c'è forse l'elemento tecnico più importante, ossia il pieno supporto ai dettami del computing eterogeneo, così come delineati nei progetti di AMD già nell'ormai lontano 2007, quando fu acquisita ATI e avviato l'ambizioso progetto Fusion.
Sono stati necessari però 7 anni e diverse generazioni di APU prima di arrivare a questo risultato. Ora infatti, grazie a tecnologie come hUMA (heterogeneous Uniform Memory Access) e hQ (heterogeneous Queuing), Kaveri è in grado di consentire la totale condivisione della memoria virtuale tra CPU e GPU, abbattendo dunque latenze e tempi morti dovuti alla necessità di copiare i dati avanti e indietro tra le diverse memorie dedicate, e ottimizzando la ripartizione dei carichi di lavoro tra i due processori, in modo che ciascuno svolga sempre i compiti per i quali è più adatto. Prima di procedere però bisogna anche specificare che il supporto alle nuove funzionalità non è automatico e richiederà invece una completa riscrittura dei programmi che vorranno avvantaggiarsi dell'heterogeneous computing, una procedura dunque non semplice e che richiederà alcuni anni. Alcune settimane fa l'azienda di Sunnyvale ha concretizzato tutto questo nell'annuncio dei primi nove modelli per il settore mobile, di cui ben otto saranno quad core.
Le APU possono essere raccolte in tre differenti tipologie, in base al TDP: alla base troviamo le cosiddette Commercial ULV (Ultra Low Voltage) che dovrebbero essere utilizzate in diversi notebook business oriented in arrivo verso la fine di quest'anno.
Questi modelli, A6 Pro-7050B, A8 Pro-7150B e A10 Pro-7350B, sono tutti caratterizzati da TDP che vanno dai 17 W del primo ai 19 W degli altri due e dal supporto alle memorie DDR3-1600. A6 Pro è un dual core con GPU Radeon R4, il primo con un clock rate di 2.2/3 GHz, la seconda da 533 MHz, mentre la cache L2 è di 1 MB. Gli altri due invece sono dei quad core da 1.9/3.2 e 2.1/3.3 GHz con cache da 4 MB, abbinati rispettivamente a dei sottosistemi Radeon R5 ed R6, entrambi esa-core e con frequenza di 533 MHz. Le tre APU ULV (Ultra Low Voltage) saranno invece destinate ai portatili consumer.
Si tratta dei modelli A8-7100, A10-7300 ed FX-7500, tutti da 19 W e con supporto alle DDR3-1600. Le tre APU hanno tutte cache L2 da 4 MB e clock pari a 1.8/3 GHz, 1.9/3.2 GHz e 2.1/3.3 GHz, mentre per quanto riguarda le GPU troviamo i modelli Radeon R5, R6 ed R7, tutte da 533 MHz, ma la prima con 4 core e le altre due con 6 core. Infine troviamo tre APU SV (Standard Voltage), anch'esse destinate ai portatili commerciali. Queste tre APU sono indicate dalle sigle A8-7200P, A10-7400P e FX-7600P.
I TDP in questo caso salgono a 35 W, mentre le memorie supportate sono DDR3-1866 per i primi due modelli e 2133 per l'ultimo. La cache L2 non cambia mentre salgono le frequenze operative, pari rispettivamente a 2.4/3.3 GHz, 2.5/3.4 GHz e 2.7/3.6 GHz. Le GPU infine sono le stesse abbinate ai modelli ULV ma con clock rate più elevati, 626, 654 e 686 MHz.
Ciò che è interessante notare è che il range dei TDP, dai 17 ai 35 W, non è cambiato rispetto alle APU Trinity ma gli ingegneri AMD hanno lavorato per migliorare le performance-per-watt, tanto che in questi giorni il chipmaker ha rilasciato nuovi documenti secondo cui queste nuove APU possono scontrarsi ad armi pari con gli Intel Core di quarta generazione, rispetto ai quali offrirebbero prestazioni computazionali equivalenti ma performance grafiche molto più elevate, a parità di TDP. L'intento di AMD dunque è di convincere i produttori ad adottare le proprie soluzioni direttamente nei modelli che fino a ieri utilizzavano Intel, senza dover riprogettare ed adattare tutto. E' la prima volta, in diversi anni, che AMD torna ad essere competitiva con la rivale Intel nel settore dei processori per desktop e notebook.
Ovviamente, trattandosi di risultati prodotti da AMD, bisognerà attendere che arrivino sul mercato device equipaggiati con queste APU per saggiarne dal vivo le effettive prestazioni, ma il fatto che il chipmaker si sia arrischiato esplicitamente in questo tipo di paragoni significa che è pronto alla sfida e sicuro del fatto suo. I risultati dunque sono incoraggianti e, stando a quanto mostrato, AMD potrebbe essere addirittura in grado di proporre soluzioni di costo inferiore a quelle Intel ma con prestazioni allineate o addirittura superiori, ora l'unico nodo da sciogliere, come sempre negli ultimi anni quando si parla di APU, è però la loro reale reperibilità. HP infatti ha annunciato che adotterà alcune APU Kaveri nei suoi notebook, ma ancora una volta non si tratta dei modelli di punta, scelta che è risultata appunto sempre penalizzante per AMD e le sue APU. Per sapere se Kaveri sarà in grado di invertire questo trend non resta dunque che attendere il verdetto del mercato.