L'autocritica di Sony sulle batterie al litio difettose nasconde la volontà della società di buttarsi quanto prima alle spalle i problemi che hanno costellato il 2006 per riconquistare il ruolo di leader dell'innovazione tecnologica.


La vicenda delle batterie Sony difettose è ormai nota a tutti: Dell, Apple, Toshiba e via via gli altri produttori hanno intrapreso campagne di ritiro prodotti per un totale di 9,6 milioni di batterie per portatili a marchio Sony richiamate.
L'intera operazione è costata a Sony 561 milioni di dollari.

Il presidente di Sony, Ryoji Chubachi, in un'intervista al Mainichi Shimbun daily ammette ora che la risposta del produttore giapponese è stata tardiva: "La società avrebbe dovuto investigare le cause del problema alle batterie più rapidamente. Tutti i problemi che sono poi sorti sulle batterie sono stati una conseguenza di questo ritardo".

Ma l'autocritica di Chubachi finisce qui. In particolare il presidente di Sony nega fermamente che questa storia possa essere indice di un declino della supremazia tecnologica del colosso giapponese e la giustifica attribuendone la colpa a cause contingenti: "Effettivamente abbiamo avuto delle difficoltà quando abbiamo cercato di soddisfare la domanda di batterie con una capacità sempre crescente...comunque, si è trattato solo di un momento transitorio e ricco di sfide, che ha mostrato ancora una volta lo spirito di Sony".

Il 2006 è stato un anno davvero sfortunato per Sony che ha dovuto affrontare anche i ritardi con la PS3 e una campagna di richiamo delle sue fotocamere digitali . Non ci stupisce, pertanto, che dalle parole di Chubachi emerga il desiderio di chiudere quest'anno il più in fretta possibile sperando di avere miglior sorte nel 2007.

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