Durante HP Global Influencers Summit, l'evento internazionale tenutosi di recente a Shanghai, l'azienda statunitense ha mostrato alcune delle procedure e dei macchinari abitualmente utilizzati per testare la resistenza dei propri notebook professionali della famiglia EliteBook: quali sono i segreti per ottenere portatili al tempo stesso leggeri e curati ma adatti ad accompagnarci in giro per il mondo resistendo a urti, cadute e versamenti di liquidi?


EliteBook è il nome della famiglia di notebook HP che raccoglie i migliori modelli business oriented della Casa americana, aggiornata di recente ai processori Intel Ivy Bridge ed ampliata con l'arrivo di un nuovo ultraportatile, HP Elitebook 2170p, e di un ultrabook, HP Elitebook Folio. Un portatile professionale deve assicurare non solo prestazioni sempre all'altezza ma soprattutto offrire un elevato livello di sicurezza, sia per i dati che racchiude sia per il dispositivo in sé, che dev'essere resistente e in grado di accompagnarci in ogni situazione lavorativa senza tema da parte nostra di essere abbandonati in un momento cruciale.

Che ci si trovi in un cantiere piuttosto che all'interno di uno stabilimento industriale, l'utente professionale deve avere la certezza che un urto, una caduta, il versamento accidentale di un liquido, non fermino la sua attività produttiva. Per ottenere questo importante risultato Hewlett Packard lavora intensamente, sviluppando complesse routine di test di resistenza e affidabilità, che portano alla realizzazione di scocche in lega di alluminio e magnesio, al tempo stesso leggere ma molto robuste, in grado di superare anche i test militari più stringenti.

Tutto ciò però costituisce solo la punta dell'iceberg e, al di là di queste generiche enunciazioni, quello che realmente accade nei laboratori viene ignorato tanto dagli utenti quanto dagli addetti ai lavori. È per questo che HP, durante l'ultimo Global Influencers Summit svoltosi a Shangai, ha invece deciso di fare comunicazione anche su questo aspetto, rivelando una buona parte delle procedure e dei macchinari impiegati per i propri benchmark.

Per spiegare contenuti tecnici che altrimenti potrebbero apparire aridi, HP ha scelto un approccio leggero ed ironico: la dimostrazione è stata introdotta dal celebre main theme di 007 che fa da sempre da colonna sonora ai film di spionaggio di James Bond, caratterizzati spessissimo dalla presenza di gadget iper-tecnologici quanto improbabili. Ma nel nostro caso, il Dr.No ha abbandonato (momentaneamente?) i propositi di conquista del mondo per dedicarsi ad attività più costruttive: i torture test dei notebook HP Elitebook!

Se la cornice era volutamente faceta, però i contenuti tecnologici non lo erano affatto, poiché ci siamo trovati di fronte a procedure rigorosissime che rispondono a specifiche di tipo militare. Hewlett Packard impiega infatti 8 dei test previsti dal protocollo MIL-STD-810G, tra cui quelli per misurare la resistenza al calore, al freddo, all'umidità e alle infiltrazioni di polvere e la capacità dei notebook professionali di gestire le vibrazioni, gli urti e le cadute da altezze limitate ma comunque importanti. L'azienda americana ha integrato tutte queste prove in un'unica procedura, chiamata HP TTP (Total Test Processing), un processo di validazione e diagnostica che dura minimo 100.000 ore, da intendersi come somma complessiva della durata dei diversi test adottati, che sono svolti parallelamente su più esemplari per ciascun nuovo modello di notebook sviluppato. L'intero processo comprende diversi test, raggruppabili per macro aree.

TEST DI RESISTENZA A CADUTE, URTI E VIBRAZIONI

Servono a verificare la piena funzionalità del sistema in diversi scenari. I notebook sono testati sia già inseriti nel proprio packaging che ancora privi, in funzione o spenti e se ne monitorano le diverse componenti sia singolarmente che come parte del sistema. Tra questi test troviamo ad esempio quello in cui si fa cadere il notebook da un'altezza di 76 cm, 26 volte per ciascun lato dell'unità. In questo gruppo di test inoltre si verifica anche l'effettiva funzionalità del sistema di protezione attiva degli hard disk chiamato HP 3D Drive Guard, di cui parleremo meglio in seguito.

TEST DELLA TASTIERA E DEI PULSANTI

In questo gruppo di test invece si verifica la resistenza alla pressione degli elementi della tastiera e in generale di tutti i pulsanti presenti sul portatile. Uno speciale macchinario in questo caso simula ben sette anni di uso medio, applicando la pressione ai pulsanti per 10 milioni di volte.

TEST DELLA COVER, DELLE CERNIERE E DEL MECCANISMO DI RITENZIONE

Questo è uno dei gruppi di test più interessanti, in quanto impiega macchinari particolari, che simulano diversi scenari. Ad esempio le cerniere, realizzate in lega titanio, sono messe a dura prova da un robot che apre e chiude quattro notebook insieme, per 25.000 volte, ossia l'equivalente di 10 volte al giorno per 7 anni, mentre un altro macchinario a tre stadi verifica la tenuta del meccanismo di ritenzione per la stessa quantità di tempo.

Un altro test consiste nell'applicare, tramite una pistola elettrostatica, scariche con tensioni che vanno da 8.000 a 15.000 volt in diversi punti del notebook, tra cui il touchpad, la tastiera, i connettori e il bordo inferiore dell'LCD, al fine di verificare che tutte le componenti dove passa l'elettricità rispettino gli standard di sicurezza e funzionalità, compresa la batteria e il caricabatteria.

TEST DI VERIFICA DELLA RESISTENZA A TEMPERATURE DI ESERCIZIO ESTREME

In queste verifiche sono coinvolti due dei macchinari più grandi, che integrano due camere in grado di riprodurre temperature molto elevate o molto basse. In esse sono posti i prototipi, che devono continuare a funzionare da accesi in un range che va da 0 a 35° C, mentre da spenti essi sono sottoposti a variazioni ancora più estreme, che vanno da -20°C a 60°C, per verificare che non subiscano danni alla scocca o alla piattaforma hardware.

Ovviamente, come dicevamo, l'intera procedura HP TTP non è applicata a ogni singolo laptop che esce dalla catena produttiva ma a un certo numero di prototipi di ciascun nuovo modello, così da evidenziare, isolare e risolvere eventuali problemi ingegneristici, realizzativi ed elettronici, che permetteranno quindi di identificare con sicurezza quali notebook saranno in grado di resistere per un tempo accettabile alla sfida del tempo e dell'uso. Questo complesso percorso di verifica delle funzionalità dei singoli componenti e del portatile nel suo insieme ha permesso negli anni ad HP di sviluppare una serie di soluzioni e tecnologie che servono proprio a migliorare la resistenza degli EliteBook in situazioni estreme, vediamo quali sono.

HP DuraCase

La scocca di tutti gli HP EliteBook è realizzata in una speciale lega di alluminio e magnesio che permette di proteggere efficacemente il portatile, mantenendo al tempo stesso sotto controllo il peso finale. Questa lega infatti è ben 18 volte più resistente e rigida rispetto a una struttura in plastica o ABS. Inoltre per l'alloggiamento del display si è adottata una speciale struttura interna a nido d'ape di derivazione aeronautica, sempre realizzata con lo stesso materiale e saldata termicamente ai pannelli esterni, così da ottenere una struttura al tempo stesso particolarmente rigida e resistente ma ancora abbastanza leggera.

Sempre restando alla scocca, HP ha adottato cerniere e meccanismi di ritenzione in lega di magnesio o titanio rinforzati con perni d'acciaio, che offrono maggior durata ed affidabilità e aiutano a diminuire la trasmissione delle vibrazioni al display rendendo più rigido l'insieme quando la cover è chiusa. Tutte queste soluzioni assieme prendono appunto il nome di DuraCase.

HP DuraFinish e DuraKeys

Le superfici del piano tastiera e della cornice del display sono realizzate in una particolare lega di alluminio anodizzato, che HP chiama DuraFinish, molto resistente ai graffi. Con DuraKeys invece HP indica uno speciale rivestimento trasparente applicato agli elementi della tastiera, che permette di conservarne più a lungo l'integrità della superficie e la leggibilità dei caratteri stampati, resistendo all'usura fino a 50 volte di più rispetto ai comuni tasti privi di questo trattamento.

TASTIERA RESISTENTE AL VERSAMENTO DI LIQUIDI

Tutti i laptop della famiglia EliteBook sono dotati di una particolare tastiera resistente al versamento di piccole quantità di liquidi, così da proteggere le parti elettroniche sottostanti da cortocircuiti ed altri danni dovuti all'infiltrazione di acqua. Un sottile strato di Mylar infatti è posto subito sotto il piano tastiera, a separare i tasti e i loro meccanismi di pressione dalla scheda madre e dai componenti hardware, mentre un sistema di drenaggio incanala i liquidi versati facendoli uscire da un foro posto sul fondo del portatile.

HP 3D DriveGuard

Infine troviamo il sistema di protezione per gli hard disk, onde evitare spiacevoli perdite di dati sensibili a seguito di urti o cadute. Il sistema è formato da una componente passiva, che prevede il montaggio degli hard disk su particolari supporti che li isolano dal resto della scocca, mentre la tecnologia 3D DriveGuard ne costituisce la parte attiva. Grazie infatti a un accelerometro digitale a tre assi che funziona come un sensore di movimento, ogni accelerazione eccessivamente brusca è immediatamente rilevata e segnalata al software di attuazione, che mette istantaneamente i bracci e le testine dell'hard disk in posizione di riposo, così da evitare che vadano a rovinare irrimediabilmente la superficie sottostante dei piattelli. Un LED esterno indica poi lo stato dell'hard disk.

Insomma, il Total Test Processing messo a punto da Hewlett Packard e l’insieme delle diverse soluzioni tecnologiche sviluppate appositamente in risposta a determinate esigenze costituiscono un sistema davvero completo ed accurato che consente di ottenere ottimi risultati, che si rispecchiano poi nelle indubbie qualità costruttive e di resistenza dei notebook business oriented EliteBook, in grado di garantire agli utenti altissimi livelli di affidabilità e sicurezza, sia della macchina in sé che dei dati che contiene.

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