Fra qualche anno, forse non vi dovrete più preoccupare delle temperature del vostro notebook: un'industria americana, l'ENECO, proclama di aver inventato degli innovativi chip in grado di trasformare il calore in elettricità.
ENECO è una neonata azienda americana che sostiene di aver inventato e brevettato il "Thermal Chip", un nuovo tipo di semiconduttore "capace di convertire/generare energia allo stato solido". Il miracoloso chip dovrebbe poter convertire direttamente il calore in energia o alternativamente refrigerare quando viene attraversato da elettricità.
Il Thermal Chip per alcuni versi è simile alle celle a combustibile, ma, mentre in queste ultime l'energia chimica di un combustibile viene trasformata in elettricità, il Thermal Chip invece converte il calore in elettricità. La densità energetica ( o "efficienza", cioè il rapporto tra la produzione di energia e l'area o la massa) sarebbe 5 volte superiore a quella delle attuali batterie Li-ion e fra le 2 e le 4 volte maggiore di quella stimata per le microcelle a combustibile nel 2010.
Questi i dati sensazionali snocciolati a Londra dal dr. Lew Brown, presidente e amministratore delegato di ENECO, davanti ad una gremita platea di investitori giunti da tutta Europa, Italia compresa. Scettico il commento unanime dei partecipanti: "Troppo bello per essere vero".
E così, visto che lo scopo dell'intervento di Brown era di raggranellare fondi per la sua impresa, mettiamo da parte anche noi, almeno per ora, i toni trionfalistici e cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.
A prima vista l'idea "potrebbe" funzionare perchè il chip è basato sui noti principi della conversione dell'energia termoionica, cioè l'emissione di elettroni da parte di un materiale (tipicamente un metallo) che si riscalda a seguito del passaggio di una corrente elettrica (fonte Wikipedia ).
Questi elettroni vengono poi fatti passare attraverso il vuoto su uno strato di metallo freddo e in questo processo creano un flusso di elettroni, ovvero una corrente elettrica, che può essere convogliato (è lo stesso meccanismo alla base della lampadina). L'ostacolo maggiore allo sfruttamento commerciale di questo principio era stato in passato costituito dalla creazione del vuoto fra i due strati di metallo. ENECO, però, avrebbe aggirato il problema sostituendo il vuoto con "un semiconduttore termoelettrico accuratamente selezionato" che è capace di dare risultati economicamente convenienti.
La roadmap di ENECO prevede di fornire, dapprima, i suoi chip all'industria aerospaziale e militare (c'e' grande aspettativa per una commessa da parte della Difesa U.S.A.), poi ENECO conta di affacciarsi sul mercato dei dispositivi portatili, dove spera che i suoi chip sostituiscano definitivamente le batterie al Litio.
In questa seconda prospettiva, ENECO avrebbe già avuto contatti con Dell e Apple per discutere di come i chip potrebbero essere impiegati sui loro dispositivi. I primi colloqui sono stati focalizzati su un possibile uso dei Thermal Chip per convertire il calore in elettricità con cui alimentare le ventole e gli altri componenti di raffreddamento. Già questo marginalissimo impiego dovrebbe assicurare maggior efficienza, prestazioni più elevate e autonomia più estesa, ma Brown si spinge più in là e profetizza che i suoi chip potrebbero addirittura sostituire completamente le batterie: collegando i chip ad un bruciatore (alimentato ad Etanolo e quindi con emissioni ridotte di CO2) che sviluppi fra i 275 e i 600 gradi centigradi, si potrebbe generare energia sufficiente ad alimentare tutto l'apparecchio. Per ricaricare un notebook basterebbe, quindi, sostituire la cartuccia di carburante.
Lo stesso Brown, però, ammette: "Stiamo ancora discutendo coi partner su cosa dovremmo fare noi e su cosa dovrebbero fare loro per avere i primi prodotti dimostrativi funzionanti. Per esempio non abbiamo ancora convenuto con Apple e Dell se il chip debba essere posizionato sulla motherboard o meno. Le sue dimensioni sono tali che potrebbe essere facilemente integrato anche nel processore".
Il fatto che Brown resti sul vago quando gli si chiede di chiarire queste fondamentali questioni progettuali, alimenta i dubbi e le perplessità avanzati dagli investitori e dagli esperti. Di una cosa però siamo assolutamente certi: se le capacità di questi chip dovessero essere confermate in futuro, ci troveremmo davanti ad una autentica rivoluzione che cambierebbe per sempre il modo in cui interagiamo con la tecnologia.