ImageSalvato dal notebook: in Brasile un MacBook Pro evita che una rapina abbia tragiche conseguenze, per merito di una sua insospettabile capacità antiproiettile.


Quante volte ci siamo soffermati ad ammirare l’eleganza dello chassis di un MacBook Pro, adorandone il design, le finiture e la qualità dei materiali? Quante volte lo abbiamo sognato sulla nostra scrivania o in viaggio con noi? Parecchie vero? Non vogliamo comunque, in questa new, tessere le lodi ai disegnatori di questa longeva linea di notebook Apple, sopravvissuta pressoché indenne al passaggio epocale ai processori Intel. Vogliamo, piuttosto, porre l’attenzione sulle peculiarità dei materiali impiegati per realizzare il telaio di questo capolavoro di elettronica portatile.

ImageSappiamo che il rivestimento esterno è costituito da alluminio anodizzato, materiale che ha la capacità, deformandosi, di assorbire gli urti, anche relativamente violenti, preservando così l’hardware contenuto. Sicuramente un grande vantaggio anche se, ne siamo sicuri, molti preferirebbero, dopo una caduta del proprio notebook, un hard disk rotto piuttosto che uno chassis irrimediabilmente sfigurato. È probabile, però, che buona parte di noi cambierebbe idea nel sapere che il telaio dei MacBook Pro potrebbe salvarci la vita. Esso, infatti, possiederebbe un’altra, insospettabile, qualità, quella di essere antiproiettile.

È quanto si può dedurre da un episodio che sarebbe successo in Brasile: durante una rapina un MacBook Pro si è trasformato in vero e proprio bodyguard del suo proprietario, proteggendolo da un proiettile. Sembra, inoltre, che dopo l’accaduto il Mac-eroe funzioni ancora, anche se non sappiamo se abbia riportato danni secondari. Non ci sentiamo pronti a giurare sull’attendibilità di questa notizia, ma, se dovesse essere vera, una domanda ci sorgerebbe spontanea: ma a quale tipo di crash-test Apple sottopone i propri prodotti?

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