Google sta cambiando, il software non basta piùL'evento "made by Google" di qualche giorno fa ha evidenziato in modo chiaro un cambio di strategia in Mountain View: l'hardware non è più un hobby e - proprio come il software - delineerà l'identità della nuova Google.


C'è chi ha visto nell'evento "made by Google 2017" della scorsa settimana, il tentativo - forse goffo e comunque "fuori tempo massimo" - di entrare a gamba tesa nel settore hardware. I dispositivi di Mountain View non sono più esperimenti, esercizi di design, ma prodotti finiti e ben realizzati che insieme ad un software ormai maturo cercano di costruire un ecosistema, o quantomeno scavare per delle fondamenta solide. In sostanza con la presentazione di qualche giorno fa, Google lancia il guanto di sfida ad Apple, seguendo lo stesso solco tracciato dall'azienda di Cupertino.

 

Google Pixel 2 e Pixel 2 XL

E le analogie sono tante: Google ha presentato una ricca linea di dispositivi hardware, non solo smartphone Pixel 2 e Pixel 2 XL ma anche Chromebook Pixelbook, speaker Home Max e Home Mini, auricolari Pixel Buds, fotocamere Clips ed è difficile non pensare che non si sia ispirata ad Apple per le funzioni fotografiche del Pixel 2 (portrait mode, motion photos e così via) o per la rimozione del jack audio, per il ruolo centrale dell'assistente vocale e per gli alti prezzi (soprattutto degli smartphone). Insomma per quanto l'abbia criticata, Google ha puntato Apple e sta imitando il suo modello: hardware e software insieme, per la creazione di un proprio "mondo" autonomo, che possa gestire anche i dati degli utenti nel cloud.

Android è il collante. Partito dai laboratori di Google su un piccolo numero di terminali (il primo HTC T-Mobile G1 del 2008), si è poi diffuso largamente, conquistando la leadership del mercato come sistema operativo mobile più installato. Mountain View si è sicuramente avvantaggiata di questa strategia conquistando una posizione dominante, ma di contro il suo sistema operativo ne è uscito molto frammentato nelle varie versioni, tra i diversi produttori e perfino tra diversi modelli dello stesso produttore. E questo non è un problema da sottovalutare, soprattutto per la sicurezza dei dati e per le tempistiche nel rilascio di aggiornamenti/release, sempre in ritardo rispetto alla casa madre. Significativa è la percentuale di adozione del nuovo Android 8.0 Oreo (presentato circa 2 mesi fa) che si attesta a stento ad uno 0.3%, rispetto ad un 34% del nuovo iOS di Apple rilasciato meno di una settimana fa. Questa differenza è tutta nel controllo hardware e software.

Sistemi operativi per smartphone

L'evento "made by Google 2017" ha segnato una discontinuità con il passato: Google già da anni produce hardware ma il passo in avanti è stato significativo, questa volta, con un'intera linea di prodotti pensata per (ri)lanciarsi in una nuova chiave di matura hardware-house. Per Mountain View, i suoi dispositivi non sono più un hobby ma il core-business, anche se a mio parere ancora troppo acerbo per poter costruire un impero. Dopotutto non è un caso che Apple abbia impiegato anni per nascere e consolidarsi nella sua realtà.

Il modello di integrazione hardware + software, tanto ostinatamente imposto da Jobs ad Apple e diligentemente portato avanti dall’attuale CEO, viene sempre di più imitato, seguito, adottato e questa volta non è una piccola realtà ma un colosso della Silicon Valley, la seconda dopo Microsoft che con le sue ultime scelte commerciali sta convergendo nella stessa direzione. Solo il tempo potrà dirci se gli sforzi di Google porteranno in cassa risultati migliori dei modesti - per non dire deludenti - dati di vendita della passata generazione di hardware "made by Google".

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