Google Cina abbatte la censuraDa alcune ore, cercando il termine "Tian'anmen" su Google Image China, il sistema mostra tra le prime posizioni una celebre fotografia divenuta simbolo della rivolta degli studenti alle autorità cinesi nel 1989. Il numero uno mondiale dei motori di ricerca ha annunciato, infatti, che non rispetterà più le leggi sulla censura imposte dal governo di Pechino.


In un comunicato stampa, Google spiega che questa decisione (che quasi sicuramente lo porterrà a lasciare forzatamente il mercato cinese) sarebbe stata presa in seguito alla scoperta di attacchi informatici di grande portata sui suoi server e su quelli di una ventina di società internazionali.

Gli attacchi individuati e non riusciti sarebbero stati effettuati da hacker cinesi e tesi ad individuare i nomi di attivisti cinesi contrari alla politica di Pechino. Il motore di ricerca aggiunge che decine di account di Gmail, appartenenti ai membri di associazioni per la tutela dei diritti umani in Cina, negli Stati Uniti e in Europa, sarebbero state violate regolarmente da terzi attraverso malware e tecniche di ingegneria sociale.

Tienanmen su Google Cina

Secondo Google non si tratterebbe dunque di un caso isolato o di un'iniziativa di alcuni privati ma di un'azione organizzata su larga scala da professionisti. Di conseguenza, Google ha annunciato la sua intenzione di non filtrare più i risultati di ricerca su Google.cn. L'azienda di Mountain View segnala di aver organizzato un colloquio con i rappresentanti del governo cinese nelle prossime settimane, per chiarire la sua posizione e valutare se sarà possibile mantenere vivo Google Cina in queste condizioni.

In occasione del suo ingresso sul mercato cinese, nel gennaio 2006, Google aveva scatenato una protesta nella Comunità internazionale. Il motore fu costretto a rispettare le leggi in vigore in Cina e dunque censurare i risultati contrari alla politica locale. Lo scorso giugno, Pechino aveva negato per alcune ore l'accesso a Google e Gmail per costringere il motore di ricerca ad eliminare alcune parole chiave dal suo sistema di ricerca automatica, perchè relative a contenuti pornografici.

Sottraendosi alle leggi cinesi, Google rompe il patto di neutralità politica rispettato fino ad oggi, con pesanti conseguenze. Al momento non sappiamo quale sarà la reazione di altri giganti americani del web 2.0 presenti in Cina, a cominicare da Microsoft e Yahoo che, come Google, avevano accettato di rispettare le norme stabilite dal governo cinese. Si attende la risposta di Pechino a questa provocazione e alle conseguenze che implica.

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