I tablet convertibili 2-in-1 sono un flop? 4 motivi ed una soluzioneLe vendite dei cosiddetti 2-in-1, device ibridi o convertibili che possono trasformarsi da tablet in notebook e viceversa sganciando la tastiera dock o ribaltando di 360° il display, non sembrano decollare, anche se in molti affidavano le sorti del mercato da mesi in crisi a queste soluzioni. Perché?


I 2-in-1 non decollano. Gli utenti del mondo PC continuano a non sembrare interessati a device che propongono in un'unica soluzione tablet e notebook e il mercato continua a languire, ma come mai? Proviamo a spiegare il perché di questo fenomeno, ispirandoci ad un editoriale pubblicato qualche giorno fa su LaptopMag.

Tablet ibridi 2-in-1

1. UNA SOLA DIMENSIONE NON FUNZIONA CON DIVERSI FORM FACTOR

I problemi che frenano il diffondersi di questi device sono diversi e coinvolgono il design, il prezzo, il software e la funzionalità. Non esiste una diagonale ideale che possa coniugare efficacemente i due form factor, tablet e notebook. Gli ultraportatili da 13 pollici sono soluzioni ideali che riescono a unire portabilità e uno spazio decente per la visualizzazione dei contenuti, ma un tablet da 13 pollici risultera eccessivamente grande e pesante da tenere in mano per lungo tempo e, viceversa, un notebook da 10.1 pollici non può che offrire un'esperienza d'uso deludente e una tastiera troppo piccola per consentire di digitare a lungo avendo una produttività davvero elevata.

2. I FORMATI IBRIDI HANNO PROBLEMI E LIMITAZIONI

Un altro aspetto fondamentale è che nessuna delle soluzioni proposte, convertibili, slider o 2-in-1 distaccabili, offre una risposta davvero affidabile. Un esempio è il Sony VAIO Tap 11 la cui tastiera si aggancia magneticamente al display/tablet durante il trasporto ma non durante la digitazione, (la tastiera si interfaccia unicamente via Bluetooth) limitando così fortemente la possibilità di digitare tramite tastiera quando non si ha una scrivania a disposizione. Secondo Spoonauer, anche il Lenovo IdeaPad Flex costituisce un altro esempio di prodotto mal riuscito, perché in realtà non si trasforma da notebook a tablet ma, a causa della cerniera che consente una rotazione di soli 300°, consente al device di assumere soltanto le configurazioni stand o tent.

Sony VAIO Tap 11Lenovo Flex 10

Questa in realtà ci sembra l'argomentazione più debole, perché a fronte dei due esempi se ne potrebbero citare decine molto più riusciti, a partire dai Lenovo ThinkPad Yoga e IdeaPad Yoga 2 Pro, oppure il Dell XPS 12 Duo, il Sony VAIO Duo 13 o ancora l'ASUS Transformer Book T100, tutti convertibili o ibridi ben riusciti e pienamente funzionali. E' ovvio che per questi le riserve sui prezzi elevati restano valide, ma da qui a concludere che il 2-in-1 è un form factor problematico e poco funzionale citando solo i modelli meno riusciti ce ne passa.

3. WINDOWS 8.1 NON E' ABBASTANZA

Un'altra obiezione è abbastanza nota e riguarda il presunto scollamento tra ambiente desktop e Modern UI in Windows 8, che risulterebbe caotico per molti utenti. Nonostante i miglioramenti introdotti da Windows 8.1 questo conflitto tra desktop e Start screen non sarebbe stato risolto e molti li avvertirebbero ancora come due sistemi operativi distinti e messi assieme in maniera forzosa. Sebbene ci sia del vero nella questione e Windows 8 sia chiaramente un OS di transizione, il problema dev'essere altrove.

Windows 8.1

Windows RT, che non supporta i programmi desktop classici proponendosi quindi come un'alternativa vicina ai vari Android e iOS, non piace e viceversa gli slate con Windows 8 standard non hanno appeal per la maggior parte degli utenti consumer a causa dei prezzi a volte eccessivi.

4. PREZZI ALTI, COMPROMESSI DISCUTIBILI

Infine Spoonauer conclude citando altri due limiti, i prezzi elevati e i compromessi a cui costringono questo tipo di soluzioni, anche le più riuscite. Il primo argomento è decisamente oggettivo e poco discutibile. Il Microsoft Surface Pro 2 ad esempio con la sua configurazione è a tutti gli effetti un ultrabook declinato nel form factor di un tablet e costa 889 euro a cui però, se si vuol replicare l'esperienza offerta da un notebook vero, bisogna aggiungere i 129 euro della TypeCover (secondo il redattore la TouchCover non è proponibile se si è interessati alla produttività) per un prezzo totale 1018 euro per la versione da soli 64 GB, mentre per quella da 128 GB sono necessari 1118 euro, quando invece con 1099 euro si acquista un Apple MacBook Air da 13 pollici o, se si vuol rimanere su una diagonale simile, con 999 euro  si può avere la versione da 11 pollici.

La soluzione del problema è nel futuro, quando con molta probabilità saranno presentati nuovi modelli più sottili, leggeri, funzionali, con software più consistenti e prezzi più contenuti. Una risposta vera ma che risponde solo parzialmente al problema, ben più ampio, risiede nelle aspettative e nella percezione degli utenti consumer. Al contrario dei professionisti (che rappresentano una piccola parte del mercato), gli utenti privati non hanno bisogno di potenza, velocità e sicurezza, ed un tablet con Android è più che sufficiente per il tempo libero.

LA SOLUZIONE

Il compromesso attuale dunque non soddisfa nessuno, tantomeno il mercato. I 2-in-1 sono troppo costosi come notebook e inutilmente potenti come tablet. Microsoft però ha ancora qualche chance. Se nei prossimi due anni infatti unirà davvero Windows Phone e Windows RT si ritroverà con in casa soltanto due sistemi operativi, uno destinato a device più o meno economici ma comunque chiaramente indirizzati al consumo di contenuti, e uno professionale destinato a notebook e PC desktop per la produzione di contenuti. Se saprà ideare con i propri partner anche nuovi form factor più rispondenti a questa dicotomia, posizionandoli nelle giuste fasce di prezzo, allora forse le vendite del settore PC potranno ripartire. 

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