Dopo le ultime notizie sulle conseguenze provocate dalla nuova tecnologia wireless sulla salute umana, gli esperti intervengono denunciando un inutile allarmismo. Non tiriamo conclusioni affrettate!
Nell'ultimo periodo le preoccupazioni legate ai possibili disturbi per l'uso della tecnologia Wi-Fi stanno sempre più aumentando, tanto che la popolazione tende a demandare la causa di emicranie e mali incurabili all'elettrosmog creato dalla tecnologia senza fili. Da piccoli ed isolati casi sembra che la preoccupazione si sia estesa in maniera incontrollata. Può essere vero che il wireless abbia le stesse conseguenze del fumo e che rappresenti una minaccia per la salute umana?
Le reti senza fili - anche note con il nome di Wi-Fi o la wLAN - sono sempre più usate in scuole, uffici e luoghi pubblici per collegare computer e notebook ad Internet, usando onde elettromagnetiche a bassa frequenza, evitando cablaggi complessi. In futuro, interi centri abitati saranno trasformati in "hot spot" Wi-Fi permettendo alla popolazione di accedere ad Internet dovunque si trovi attraverso dispositivi portatili. Ma ora questi questi progetti potrebbero essere vanificati, dal momento che le polemiche sui danni provocati dal wifi non accennano a spegnersi, tanto da portare istituti scolastici e luoghi pubblici alla rimozione del servizio.
Mentre i rappresentanti del Governo britannico cercano di buttare acqua sulla polemica, in Svezia si parla già di malattia. Difficoltà ad addormentarsi, depressione, offuscamento della vista, problemi al cuore, nausea, emicrania e problemi di respirazione sarebbero i sintomi più comuni. Ben il 5% della popolazione dichiara di soffrire di questi disturbi.
Per sgombrare il campo da ogni dubbio, basterebbe semplicemente condurre delle analisi approfondite sui pazienti, in modo da individuare e riconoscere la causa dei malori o effettuare dei test, che chiariscano, una volta per tutte, le conseguenze delle onde elettromagnetiche sul nostro organismo. In attesa di interventi chiarificatori in merito invitiamo a non cedere all'allarmismo.