Rimborso della licenza di Windows e alternative con LinuxFacciamo il punto della situazione sul rimborso della licenza OEM di Windows e su eventuali possibili soluzioni alternative per gli utenti Linux: notebook certificati o con Linux pre-installato, barebone, sistemi con FreeDOS e altro.


A tutti sarà capitato di acquistare un nuovo PC, forse ad un centro commerciale o in tempi più recenti da qualche conveniente store on-line. Il momento più eccitante è ovviamente quello dello spacchettamento del PC appena arrivato per ammirare l'ultimo gioiello tecnologico di casa (o un banalissimo PC).
Molti di voi non avranno nemmeno mai pensato al fatto che la parte fisica e tangibile del computer viene venduta nella stragrande maggioranza dei casi con un software di base preinstallato, il Sistema Operativo (SO).

Un SO può essere definito, in maniera semplificata, come un programma che si interpone tra l'hardware (circuiti, memorie, processori) e l'utente, avviando ad esempio una canzone o aprendo il browser per connetterci ad internet o editare un file con il vostro word processor. Un semplice schema di funzionamento è illustrato nell'immagine di seguito. Risulta ovvio che senza SO un computer non può funzionare poiché l'utente non può "dire" alla parte fisica come e quale programma eseguire.

Il sistema operativo è fondamentale per l'uso del computer

Sistema operativo preinstallato e licenza OEM

Ma chi ha scelto il SO che state usando? vi sono state offerte delle opzioni nella fase di acquisto del vostro PC? E se avete già acquistato in precedenza una licenza d'uso per un SO potete riutilizzarla al momento dell'acquisto di un nuovo PC?
Sebbene la questione sembrerebbe di facile risoluzione è in realtà abbastanza intricata. In pratica, la quasi totalità dei computer venduta direttamente dai produttori o dalle varie catene di elettronica di consumo include un sistema operativo come parte integrante del pacchetto.
All'interno di questo "acquisto coatto" ci sono delle distinzioni da fare.

Apple MacOS: Da tempo la casa di Cupertino ha scelto un escamotage commerciale per aggirare il problema. Sin dalla versione Mac OSX 10.6 il sistema operativo è gratuito per tutti gli utenti. Il costo "nominale" del SO Apple è quindi pari a 0, ma la questione non è affatto chiusa.
I computer Apple hanno grossissime limitazioni sull'istallazione di altri SO. Sebbene sia possibile, sempre tramite il SO ufficiale, riservare spazio sul disco rigido per l'installazione di un SO Windows di casa Microsoft, non è comunque possibile rimuovere lo stesso SO ufficiale dalla macchina.
Ci si ritrova in una situazione paradossale, avere al contempo due SO con molta meno memoria disponibile per i propri documenti. Inoltre, installare una distribuzione LINUX open source risulta davvero complicata per gli utenti alle prime armi. In apparenza, quindi, non paghiamo il SO ma nella realtà paghiamo un prezzo più alto per tutte le limitazioni che ne conseguono.

Google ChromeOS: La "grande G" si è da tempo lanciata nel settore personal computer con i suoi chromebook. Dopo un esordio rovinoso anche in Italia, i chromebook si sono affermati in USA nel settore education con la naturale conseguente espansione del mercato a livello globale. Da qualche anno, quindi, vediamo il diffondersi di questi PC a basso costo (prevalentemente, ma non mancano le eccezioni) basati sostanzialmente su di un SO che lavora in cloud con applicativi web.
Dopo un avvio stentato, quindi, la strategia di Google sembra funzionare ed il mercato inizia a premiare questa scommessa. Il punto è che anche in questo caso il SO è incluso e gratuito ma l'installazione di altri SO è davvero un compito arduo e non alla portata di tutti. In sostanza ci ritroveremmo ad avere un PC con un SO bloccato di cui difficilmente riusciremo a sbarazzarci.

PC con Windows pre-installato: Questa è la situazione più comune, anche perché le quote di mercato dei SO installati sui "tradizionali" personal computer pende notevolmente a favore di Microsoft (circa il 90% dei PC ha installato un SO Windows). La vendita di un PC con annessa licenza d'uso di casa Microsoft risulta essere la pratica commerciale più diffusa. Per onestà dobbiamo fare un piccolo passo indietro e guardare al recente passato per capire il motivo di tale pratica.
La fortuna commerciale di Windows, e prima del SO MicroSoft-Disk Operative System (MS-DOS), ha radici ben piantate agli albori dell'era PC. Agli inizia degli anni 70 il mercato dei PC era praticamente inesistente ed i big dell'epoca non avevano nessuna voglia di sprecare risorse per un mercato del genere. La strategia di Microsoft di sviluppare un SO per le macchine IBM e di concederne l'uso in cambio di pochi dollari/computer fu vincente.
IBM entrava così in un mercato nuovo, dominato dalla concorrente Apple che vendeva i suoi computer con il suo SO, senza assumersi l'onere di scriversi il proprio SO e liberando risorse per altri progetti. Il punto cruciale fu la non esclusività del SO di Microsoft che poté in questo modo dare in licenza il proprio SO a tutti i produttori in grado di costruire una macchina compatibile.
In breve tempo tutti i produttori, al costo di pochi dollari/PC, potevano vendere un sistema completo di SO e applicativi. Con questa strategia Microsoft si assicurava il mercato software dei SO attirando in pratica tutti gli sviluppatori e liberava tutti i produttori dall'onere di sviluppare un proprio SO. HP, SONY, TOSHIBA, IBM, FUJITSU e più recentemente DELL, ASUS, ACER, LENOVO etc.… hanno stipulato accordi con Microsoft per avere versioni Original Equipment Manufacturer (OEM) del sistema Windows da installare sulle proprie macchine.

La licenza di Windows del tipo OEM vale per quella copia del software così come pre-installata su quella determinata macchina e quindi non può essere utilizzata su un qualsiasi computer. Cosa che possiamo fare acquistando, invece, una licenza Retail.
Il problema sorge nel momento in cui l'acquirente è un utente di un sistema operativo alternativo. Il caso tipico è quello di LINUX che ha una licenza open source con la quale tutti possono scegliere di installare un SO a costo zero e di utilizzarlo sul proprio PC. In questo caso è lecito chiedere come farsi rimborsare il costo della licenza OEM di Windows se non se ne ha necessità e non si ha nessuna intenzione di usarlo.

Rimborso della licenza di Windows

Rimborso della licenza Windows

Dopo lunghe ed estenuanti dispute legali i consumatori stanno pian piano, molto lentamente, avendo qualche riscontro. Nel settembre del 2014 la Corte di Cassazione ha sancito il diritto ad avere il rimborso del costo della licenza OEM del SO Windows pre-installato a patto che non si sia accettata la licenza. Ovvero, se avete acceso e configurato il PC accettando la licenza d'uso (passo obbligatorio per iniziare ad usare il PC con Windows) non potete più chiedere nessun rimborso.

Questa prima vittoria di ADUC è importante ma non è sufficiente. Occorre che i rimborsi non siano irrisori o comunque corrispondenti ai prezzi di mercato delle licenze. Infatti nell'ottobre dello stesso anno L'ADUC, La Italian Linux Society e la Free Software Foundation Europe avevano ufficialmente chiesto alla Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) di vigilare sulla trasparenza dei prezzi delle licenze vendute insieme ai PC ed alle procedure per la richiesta di rimborso.
Segnalo l'iniziativa della Italian Linux Society che ha messo a disposizione una cronistoria della vicenda con le risposte in merito alla questione dei maggiori produttori di PC.

Nella figura di seguito sono riportate le risposte di HP, ASUS, ACER e DELL.
La situazione dal 2014 non è migliorata, nonostante la prima vittoria dell'ADUC in rete si trovano decine di testimonianze di procedure complicatissime e farraginose che nei fatti scoraggiano la maggior parte degli utenti nell'ottenimento del rimborso.

Come si regolano i maggiori produttori di PC in materia di rimborsi

Devo segnalare inoltre un problema correlato, e non del tutto affrontato, riguardante le alternative di Windows. Nella mia esperienza personale ho avuto diverse macchine con doppio SO Windows-Linux. Il più delle volte, su PC "standard", desktop o notebook senza particolari funzioni il sistema Linux (Ubuntu, Fedora, Debian, CenOS, etc.…) gestisce in maniera efficiente ed efficace le varie componenti.

Per computer di nuova generazione, pensiamo ad un 2-in-1 oppure a quei notebook che hanno cerniere che permettono rotazioni dello schermo a 360°, non ho trovato nella controparte Linux i driver necessari a coprire tali funzioni. Spesso la batteria di un notebook non è ben gestita e si hanno basse autonomie, in altri casi le uscite video non funzionano perfettamente o le connessioni wireless non sono stabili. Il più delle volte, ma non in tutti i casi, se non si è un po' "smanettoni" difficilmente si riesce a configurare correttamente il proprio PC.

Nei casi più estremi i produttori sviluppano drivers per specifiche funzioni solo su piattaforma Windows, il che porta ad avere un PC dalle funzionalità ridotte con un SO diverso da quello con cui è venduto. Devo anche segnalare che chiunque voglia usare il solo LINUX come SO (che ritengo ottimo) deve essere consapevole delle incompatibilità software. Spessissimo mi è capitato di vedere PC con LINUX sotto il quale veniva avviata una sessione virtuale di Windows per poter usare un software specifico per quella piattaforma che non aveva una controparte in LINUX.

Probabilmente chi intende farsi rimborsare una licenza OEM Windows ha già preso in considerazione questi aspetti, ma per chi non ne è al corrente farebbe bene a valutare con attenzione tutti gli scenari e verificare le disponibilità dei software che si intendono usare su vari SO. Lenovo e la sua divisione commercial Thinkpad offrono un ampio supporto a Linux su moltissime delle loro macchine e mantengono una pagina dedicata alla compatibilità hardware ed alla certificazione dei propri personal computer con alcune fra le più diffuse distribuzioni Linux come Red Hat, Ubuntu, SUSE e Turbolinux. Una lista completa di computer desktop e laptop certificati Ubuntu è riportata sul sito della Canonical. Se pensate ad un acquisto di un nuovo PC una scorsa a questa lista è vivamente consigliata.

Alternative al rimborso della licenza

Per chi non lo sapesse, DELL commercializza versioni "per sviluppatori" dei suoi notebook con Ubuntu Linux preinstallato, e fra questi c'è anche il bellissimo XPS 13 Developer Edition. Piccolo appunto, la differenza di costo rispetto alla versione con Windows non è però significativa. Bella, invece, l'iniziativa dei "Licenze Free Shop" che commercializzano computer senza Windows pre-installato.

HP offre alcuni sistemi con sistema operativo FreeDOS e quindi privi di licenza di Windows e di versione OEM di Windows pre-installata. Si tratta prevalentemente di macchine in fascia di prezzo entry-level ma, se lo scopo è quello di risparmiare il costo della licenza Microsoft per installare Linux, assolvono perfettamente a questo compito.

In ogni Paese, Italia inclusa, sopravvivono poi tanti system integrator locali che consentono di configurare un barebone, prevalentemente Clevo o Compal, con i componenti che preferite e di scegliere anche se acquistare o meno una licenza per un sistema operativo preinstallato. In passato, si trattava prevalentemente di notebook molto ingombranti destinati ai gamer o a svolgere attività da workstation, ma oggi c'è un ampio ventaglio di possibilità, compresi ultrabook e ultraportatili.

Infine, vi segnaliamo che su Notebook Italia ci siamo occupati a più riprese di aziende che vendono notebook con sistema operativo Linux preinstallato. Ci riferiamo ad esempio agli americani System76 e Purism, o ai tedeschi di Tuxedo Computers, tutte aziende con un solido background e con un ampio listino dedicato ai fan del Pinguino.

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