La multinazionale giapponese utilizzerà la bioplastica per fabbricare gli chassis dei suoi notebook, un materiale che puù essere biodegradato nel giro di pochi mesi contro gli oltre 1000 richiesti dalle comuni materie plastiche. 


Fin dal 2002, Fujitsu lavora alla ricerca di un materiale che possa sostituire la plastica nella realizzazione degli chassis dei computer portatili. Lo scopo è quello di raggiungere un approccio più ecocompatibile, riducendo l'uso della plastica derivata dal petrolio, una risorsa non rinnovabile ed inquinante.

L'alternativa è stata individuata in un polimero derivato dall'amido del mais, delle patate e di altre piante. Questa plastica ecologica (denominata comunemente bioplastica) avrebbe le stesse caratteristiche di quella derivata dal petrolio, con il vantaggio di poter essere biodegadata nel giro di pochi mesi da microorganismi che la metabolizzerebbero in CO2 e acqua.

Contro un costo di produzione leggermente superiore si otterrebbero vantaggi sotto più profili: se la plastica ecologica viene bruciata non rilascia diossina o altre sostanze tossiche, le materie prime impiegate sono rinnovabili, lo stesso processo produttivo è meno inquinante, gli oneri di gestione dei rifiuti sono inferiori, etc..

CNet riferisce che, a qualche anno di distanza, Fujitsu ha completato la fase di ricerca e sviluppo e ha annunciato la sua intenzione di utilizzare la bioplastica nella realizzazione dei case dei notebook e dei gusci dei telefoni cellulari, inizialmente solo in Giappone, Paese nel quale, dopo la crisi petrolifera degli anni '70, c'è una sensibilità notevole per i programmi ambientali.

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