Dischi SSD: gestione energeticaI produttori di SSD rispondono alle recenti critiche sui consumi troppo elevati dei loro drive: la prossima generazione avrà un sistema di gestione più intelligente, ed i software saranno ottimizzati per il loro utilizzo.


La risposta dei produttori di drive allo stato solito, alla polemica sui consumi dei drive SSD con memoria Flash NAND, non si fa attendere. Un recente articolo pubblicato da un sito di informazione americano, pareva aver sconfessato uno dei vantaggi offerti dalla tecnologia SSD, ossia il minor consumo energetico rispetto agli hard disk tradizionali.
Composti solamente da chip di memoria infatti, gli SSD dovrebbero avere un minore consumo rispetto agli hard disk ordinari che contengono elementi meccanici in movimento.

SSD e batteria

I test condotti su alcuni drive SSD prodotti da Crucial (Micron Technology), Memoright, Sandisk e Mtron, avevano evidenziato una inferiore durata della batteria, rispetto ai comuni HDD.
Patrick Wilkison di STEC, produttore di SSD, ritiene che i redattori dell'articolo abbiano utilizzato degli SSD di vecchia generazione, che non verranno in realtà utilizzati dai produttori OEM; i drive hanno bisogno di un sistema di gestione energetica molto sofisticato per essere sfruttati al meglio, e quelli che già attualmente ne fanno uso, saranno distribuiti agli OEM, mentre quelli che ne sono privi non saranno ovviamente distribuiti.

Dean Klein, vicepresidente della divisione Memory System Development di Micron, ha successivamente commentato la notizia, adducendo due giustificazioni.
Per prima cosa, i controller scelti per l'articolo sarebbero "di vecchia generazione, multi-chip e in alcuni casi utilizzavano l'FPGA (Field Programmable Gate Array), che può essere veramente avido di energie". Le dichiarazioni di Klein sembrerebbero quindi implicitamente, che l'articolo fosse incentrato su dispositivi scelti ad hoc per ottenere le peggiori performance e mettere in cattiva luce gli SSD.

In più, gran parte del consumo potrebbe essere generato dai continui cicli di clock della CPU per l'attesa di dati random, elevati a causa della gestione energetica non ancora ottimale, e non dal drive stesso.
Per concludere, Klein afferma che gran parte degli appliccativi attuali è ottimizzato per la lettura da drive e supporti a rotazione, e non per gli SSD. Ad esempio lo stesso sistema operativo Microsoft Windows Vista, si avvale di una utility di deframmentazione in background, assolutamente inutile per un drive allo stato solido che è composto da chip di memoria. Il vero potenziale degli SSD quindi, è ancora tutto da scoprire.

Basti ricordare che Intel promette con i suoi futuri SSD, creati insieme a Micron tramite la joint-venture IM Flash Technologies, un consumo medio dieci volte inferiore rispetto alle soluzioni attuali: con un margine così ampio, ogni polemica sui consumi dei drive SSD dovrebbe perdere interesse.

 

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