Best Western: furto dei dati La nota catena alberghiera Best Western è al centro di una tempestosa polemica, relativa al furto dei dati di oltre 8 milioni di clienti. Secondo l'azienda il cracker indiano si sarebbe impossessato delle informazioni solo di 10 clienti. Dove sta la verità?


I furti possono essere anche telematici! Un hacker indiano, sfruttando una vulnerabilità del sistema informatico della popolare catena di alberghi Best Western, è riuscito ad installare un trojan capace di pescare ed estrapolare i dati riservati dei clienti alloggiati presso gli hotel statunitensi. Dalle prime indiscrezioni emerse, sembrerebbe che gli utenti coivolti siano oltre 8 milioni, vittime del furto non solo di informazioni per la prenotazione ma anche degli estremi delle carte di credito.

Furto dati 

Purtroppo il gesto ha avuto conseguenze inaspettate, in quanto fonti ufficiali rivelano che i dati sarebbero stati venduti alla mafia russa per la falsificazione di documenti e certificati con i nomi dei clienti di Best Western. Attualmente la catena alberghiera è riuscita a chiudere la falla, rilasciando in queste ore un comunicato ufficiale, in cui si nega l'accaduto, si sottolinea la serietà dell'azienda soprattutto nel rispetto della privacy e sicurezza dei dati, minimizzando la vicenda.

I clienti a rischio sarebbero solo 10, tra cui un italiano, e l'attacco sarebbe partito da un terminale installato nell'albergo Schloss Kopenick di Berlino. Il caso Best Western deve mettere in guardia chi, per lavoro, gestisce dati sensibili e privati, per evitare in futuro simili vicende.


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