ImageUn'intervista all'amministratore delegato di Intel, Paul Otellini, sui prossimi processori mobili "Silverthorne", innesca una riflessione sull'evoluzione dei computer: il futuro dei PC passa per gli smartphone.


In un'intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, l'amministratore delegato di Intel, Paul Otellini, si è soffermato su “Silverthorne”, il nuovo processore mobile sul quale la multinazionale di Santa Clara sarebbe attualmente al lavoro. Ricordiamo che questa CPU, insieme al chipset "Poulsbo", comporrà la piattaforma Intel "Menlow", destinata a costituire la base per i dispositivi UMP (Ultra Mobile Platform), a partire dal 2008.

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L'intervista rivela un Otellini quanto mai entusiasta: "L'importanza del nuovo chip Silverthorne è paragonabile solo a quella dei processori 8088 o dei Pentium", suggerendo che il nuovo processore possa rappresentare uno dei prodotti più importanti nella storia di Intel.

Annunciato in sordina ad Aprile, nel corso dell'IDF (Intel Developers Forum) 2007 di Pechino, Silverthorne sarà realizzato con processo produttivo a 45nm (come il prossimo processore per notebook Intel Penryn) e andrà a sostituire le due CPU di classe Stealey attualmente in commercio, A100 e A110, rispettivamente con 600 e 800 MHz di frequenza di clock e realizzate con miniaturizzazione a 90nm sulla base dell'architettura Dothan (Pentium M).

Silverthorne sarà in grado di assicurare performance superiori e, grazie anche ai miglioramenti introdotti nel processo produttivo, avrà un profilo energetico incredibilmente basso (fra 0,6 e 2 watt), che consentirà un suo impiego non solo nei dispositivi subnotebook di categoria UMP (UMPC e MID) ma anche negli smartphone. Quest'ultimo è uno sviluppo imprevedibile fino a pochi giorni fa, che apre scenari completamente nuovi: immaginate quali applicazioni potrebbe avere un processore così potente all'interno di un telefono cellulare.

Prosegue ,quindi, inesorabilmente,anche in ambito subnotebook, l'evoluzione dei processori Intel, che fa riferimento al modello cosiddetto "tick tock" : una nuova microarchitettura con cadenza biennale, frammezzata da aggiornamenti semestrali.

Un altro motivo che rende Otellini così raggiante è il fatto che i processori Silverthorne saranno i chip più a buon mercato mai realizzati dalla multinazionale americana: "la nuova CPU sarà più economica di un processore 286", sottolinea lo stesso Otellini. Un risultato frutto, sopratutto, del drastico calo dei costi di produzione reso possibile dalla maggiore miniaturizzazione del chip: da un singolo wafer da 300 mm sarà possibile ricavare circa 2500 processori Silverthorne. Il risultato è un costo unitario di circa 100$.

Con un prezzo così competitivo e con gli smartphone che vengono unanimemente indicati come uno dei dispositivi di maggior successo nei prossimi anni (per una straordinaria coincidenza oggi Steve Jobs annuncerà l'iPhone), l'entusiasmo di Otellini appare più che giustificato. Dopo vent'anni, potrebbe finalmente trovare attuazione quell'idea di "ubiquitous computing" preconizzata da Mark Weiser nel 1988.

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