Notebook HP da 32 ore di autonomia. Il segreto è la batteriaI portatili moderni offrono autonomie sempre superiori, con ingombri sempre più contenuti, ma com'è possibile? Ecco svelato i segreti dietro gli incredibili HP EliteBook 8460p e 8560p che assicurano fino a 32 ore di operatività.


Lo scorso anno vi avevamo parlato dei notebook business oriented HP EliteBook 8460P e 8560P, due portatili da 14 e 15.6 pollici con scocca in lega di alluminio e una configurazione hardware assai valida, composta da processori Intel Core i3, i5 o anche i7, scheda video dedicata AMD Radeon HD6470M con 1 GB di memoria, fino a 16 GB di memoria RAM e hard disk tradizionale da 750 GB o unità a stato solido da 128 o 160 GB, oltre alla possibilità di scegliere tra un drive ottico di tipo DVD o Blu-ray. La caratteristica più curiosa di questi due portatili è sicuramente l'autonomia massima dichiarata da Hewlett Packard: secondo l'azienda statunitense infatti questi notebook potrebbero lavorare ininterrottamente, senza bisogno di ricariche, fino a un massimo di 32 ore, ossia un giorno intero più 8 ore!

HP Elitebook 8460p

Ovviamente il risultato non è merito di una sola batteria, seppur da 9 celle, ma può essere ottenuto grazie all'aggiunta di una seconda batteria, di tipo slim, sul fondo del portatile, anch'essa da 9 celle. In ogni caso, pur con questa spiegazione, resta sempre un risultato notevole e qualcuno si è interrogato su come funzionino le moderne batterie al litio e se le celle abbiano l'aspetto delle normali pile stilo. La curiosità è venuta ai nostri colleghi di notebooks.com e la risposta è arrivata proprio durante una visita agli stabilimenti HP, da John Wozniak, indicato come il guru delle batterie HP.

La risposta è che effettivamente le cosiddette celle hanno tutto l'aspetto delle comuni batterie stilo AA, ma hanno una potenza superiore. Mentre infatti le batterie che usiamo tutti i giorni vanno da un minimo di 1800 a un massimo di 2600 mAh, ossia 2.6 Ah, quelle impiegate per i portatili raggiungono i 3 Ah/3000 mAh, garantendo così una durata superiore per ogni singola cella o batteria impiegata. La tecnologia non è avanzata molto in questi anni, ma solo pochi anni fa le batterie non superavano i 2200 mAh per cui sarebbero state necessarie 12 celle per ottenere la stessa autonomia garantita ora da 9, con un risparmio su peso e dimensioni evidente.

Inoltre, secondo Wozniak, più le celle sono grandi, più lentamente si scaricano, più la loro vita è estesa. Ma anche l'architettura interna ha la sua importanza per la longevità delle batterie. In questo caso è stato scelto uno schema a tre gruppi di tre batterie ciascuna. Ovviamente le celle di tipo cilindrico non sono le uniche esistenti, ma sono sicuramente le meno costose. Spostandosi su altri tipi, ad esempio quelle impiegate per le batterie supersottili destinate a Thin&Light o ultrabook, i prezzi salgono.

Purtroppo al momento la tecnologia delle batterie non è così avanzata rispetto al passato per cui è sempre l'utente a dover decidere cosa vuole di più, se un portatile con molta autonomia, uno particolarmente leggero o ancora uno con uno spessore contenuto. Al momento purtroppo, nonostante le tante sperimentazioni tra cui ricordiamo le Nexelion o le bio batterie di carta, le aluminium celmet, quelle grafene e acqua, litio ossigeno o ancora al gel di litio, non disponiamo di alcuna soluzione definitiva che possa essere prodotta in quantità industriali e in grado di rispondere alle esigenze contrapposte di autonomia, peso e dimensioni che richiederebbero invece i moderni device mobili e ultramobili.

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