Google Play Store: le app freemium non saranno più "gratis"Google ha annunciato ufficialmente che d'ora in poi le cosiddette app freemium, giochi e altri software rilasciati gratuitamente ma che poi prevedono acquisti in-app, dovranno essere individuabili e per questo nel Google Play Store non saranno più definite gratuite. La decisione è la risposta all'invito fatto dalla Commissione Europea a rivedere le politiche di acquisiti in-app per tutelare maggiormente gli utenti.


L'Europa chiama e Google risponde. Nel dicembre del 2013 infatti la Commissione Europea aveva chiesto ai maggiori sviluppatori di app per smartphone e tablet di rivedere la propria politica di acquisiti in-app per quanto riguarda le cosiddette app freemium, software cioè scaricabili gratuitamente ma che poi propongono una spesa per sbloccare determinate funzionalità o livelli, se si tratta di giochi.

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"Gli acquisti all’interno di applicazioni sono un modello commerciale legittimo, ma è essenziale che i realizzatori di app comprendano e rispettino la normativa dell’UE allorché sviluppano questi nuovi modelli commerciali" ha infatti commentato in merito la vicepresidente Neelie Kroes, responsabile per l’Agenda digitale della commissione UE. Se l'app in sé è infatti gratuita la possibilità di spesa al suo interno è però virtualmente illimitata e il rischio oggettivo era che a spendere questi soldi fossero proprio gli utenti più giovani. La commissione dunque aveva proposto quattro criteri da seguire:

  • I giochi pubblicizzati come gratuiti non devono fuorviare i consumatori sui costi reali in questione
  • I giochi non devono contenere inviti diretti ai bambini ad acquistare articoli nell’ambito di un gioco o persuadere gli adulti ad acquistarli per i bambini
  • I consumatori devono essere adeguatamente informati sulle condizioni di pagamento degli acquisti e non dovrebbero vedersi addebitare importi in base a un’impostazione predefinita di pagamento senza aver fornito il loro consenso esplicito .
  • I commercianti devono fornire un indirizzo di posta elettronica per consentire ai consumatori di contattarli se hanno dubbi o rimostranze

In ossequio a tali richieste dunque a Mountain View hanno deciso di non classificare più come gratuite app e giochi che contengono acquisti in-app e hanno anche adattato le impostazioni predefinite per far sì che i pagamenti siano autorizzati prima di qualsiasi acquisto all’interno di applicazioni, a meno che il consumatore non scelga attivamente di modificare le impostazioni. A margine notiamo invece che, secondo la Commissione, Apple "non ha finora prospettato soluzioni concrete e immediate per affrontare le preoccupazioni legate, in particolare, all’autorizzazione di pagamento" e che, pur avendo espresso la volontà di farlo, "non ha fornito né un fermo impegno, né un calendario specifico".  

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