Google M-Lab mette in riga gli ISP scorretti Google lancia "Measurement Lab", il nuovo servizio online che sosterrà i principi della Net Neutrality permettendo a tutti gli utenti di verificare la trasparenza del proprio ISP: l'utilizzo di Google M-Lab è gratuito, anche se attualmente alcuni server sono fuori uso per l'enorme mole di richieste.


Nel dicembre del 2008 Google catturò le attenzioni dei media per aver avviato una clamorosa iniziativa: Google OpenEdge . Il colosso di Mountain View avrebbe voluto garantire ai suoi servizi online una "corsia preferenziale", coinvolgendo gli ISP americani in un progetto che prevedeva il pagamento di una quota in denaro per entrare in possesso di tali privilegi. OpenEdge si è tuttavia incagliato a causa della diffidenza dei provider statunitensi, che timorosi di una reazione da parte dell'AntiTrust hanno declinato l'offerta, almeno per il momento. L'avvenimento destò un certo scalpore poichè OpenEdge viola apertamente i principi della Net Neutrality, di cui proprio Google è sempre stato uno dei maggiori sostenitori.

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Con l'annuncio del suo nuovo servizio beta "Measurement Lab", realizzato con la collaborazione del "New America Foundation's Open Technology Institute" e di "PlanetLab Consortium", Google sembra voler tornare sulla retta via: M-Lab include un pacchetto di strumenti gratuiti che gli utenti potranno utilizzare direttamente online. Alcuni dei tool previsti (DiffProbe e NANO) non sono ancora attivi, tuttavia è già possibile testare la propria connessione con "Network Diagnostic Tool", "Glasnost" e "Network Path and Application Diagnosis".

Lo scopo del servizio è quello di offrire all'utente una panoramica approfondita della connessione internet offerta dal proprio ISP, verificare se sono presenti dei problemi ed individuarne la causa. In particolare si potrà venire a conoscenza di eventuali blocchi e limitazioni applicati dal provider ad insaputa dell'utente: se la velocità della connessione è inferiore a quella stabilita dal proprio contratto, si avrà ad esempio l'opportunità di scoprire se si tratta di un semplice intaso della rete, di una costrizione imposta dall'ISP stesso, o se invece il problema è da attribuire ad una errata configurazione della rete.

Allo stesso modo è possibile verificare la presenza di filtri per il p2p, misura di contenimento della banda considerata scorretta, nonchè causa scatenante delle ire delle associazioni per la difesa dei diritti dei consumatori. Nonostante siano presenti già da tempo servizi di questo tipo, quando il gigante di Mountain View entra in azione si solleva sempre un grosso polverone: ci auguriamo che l'iniziativa possa finalmente persuadere i provider internet a garantire una maggiore trasparenza dei propri servizi.

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