Google in tilt per un errore umano Nel primo pomeriggio della giornata di ieri, sabato 31 gennaio, il primo motore di ricerca è andato in tilt, disorientando i miliardi di utenti collegati per oltre 40 minuti. Google oggi conferma l'evento e ammette un errore umano.


Tra le 15.30 e le 16.10 di ieri, circa 40 minuti, chiuque avesse aperto la pagina di Google per effettuare una banale ricerca, avrebbe trovato una lista di risultati diversa dalla normalità. Ogni risultato infatti era accompagnato dalla frase “Questo sito potrebbe arrecare danni al tuo computer”, che bloccava l'accesso e la navigazione web attraverso qualsiasi chiave. Il primo motore di ricerca, Google, per la prima volta dalla sua nascita ha avuto un black-out, su cui ancora oggi i più curiosi indagano. Ma cosa realmente è successo in quei minuti?

Google Blacklist 

I maggiori blog e gli esperti del settore hanno lanciato subito alcune ipotesi, cadute in seguito con l'intervento di Google attraverso il suo blog ufficiale. L'azienda di Mountain View ha prima comunicato ai suoi utenti di essere a lavoro per la risoluzione del guasto e dopo qualche minuto ha annunciato e confermato il ripristino del suo servizio. Nel post pubblicato, Google si scusa con i suoi utenti per l'inconveniente avvenuto, sottolineando come la causa sia dovuta ad un errore umano.

"La frase comparsa nel periodo in questione indicava come sospetto o contenente materiale pericoloso, qualsiasi risultato di una ricerca", ha spiegato Google, "tale messaggio è in realtà visibile solo su quei siti, dichiarati effettivamente a rischio, da segnalazioni degli utenti dopo un attento controllo da parte di un'associazione non-profit StopBadware.org. Visto il lavoro delicato e di altissima responsabilità, la gestione della lista dei siti malevoli non è trattata automaticamente con script o programmi, ma è analizzata manualmente da esseri umani, che come tali possono sbagliare".

Durante un aggiornamento della lista dei siti pericolosi, trasmessa da StopBadware.org, per una svista i tecnici avrebbero inserito tutti i siti contenenti il carattere "/". Risulta dunque scontato che, in quei 40 minuti, tutti i risultati di una ricerca erano considerati maligni. Fortunatamente, i responsabili dopo essrsi accorti dell'errore, hanno repentinamente riparato il guasto.

 

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