Google Chrome prova: pregi e difettiIl nuovo web-browser Google Chrome del gigante di Mountain View ha catturato immediatamente l'attenzione dei media: messo sotto la lente d'ingrandimento in tutto il mondo, mostra un gran numero di pregi ma anche evidenti mancanze.


Prendiamo un recipiente, aggiungiamo un pò di Safari, una buona dose di Firefox ed un pizzico di Opera; mescoliamo per bene, lasciamo scolare i residui, et voilà, ecco a voi Google Chrome!

Ironia a parte, il nuovo browser open-source di Google sembra aver catturato l'interesse mediatico di tutto il mondo, ma le opinioni sono divergenti. Gli sviluppatori di Chrome non hanno fatto mistero circa gli "ingredienti" della ricetta, annunciando pubblicamente, come già abbiamo riportato nelle precedenti notizie, di aver attinto dai progetti dei maggiori browser open-source: "Siamo profondamente debitori nei confronti di diversi progetti open source ed è nostra intenzione proseguire sulla strada da loro intrapresa. Tra gli altri, ci siamo avvalsi di componenti di WebKit di Apple e Mozilla Firefox e, coerentemente con quello spirito, abbiamo deciso di rendere il nostro codice completamente open source. Ci auguriamo che la collaborazione con l'intera community sia uno stimolo per l'evoluzione del Web."

Google Chrome Notebookitalia 

Ed effettivamente, in giro per il web, le somiglianze riscontrate e le accuse di "plagio" si sprecano. Andiamo quindi ad esaminare brevemente le caratteristiche principali di Google Chrome, elencando i pregi e difetti fino ad ora appurati dalle prove dei più curiosi ed attenti tester.

Il primo impatto di Chrome sull'utente è sicuramente quello del design, che si rivela estremamente semplice, spartano e minimalista: le barre e i pulsanti funzione sono ridotti al minimo e racchiusi all'interno di un menù al quale è possibile accedere cliccando sulle due icone. In bella mostra troviamo solamente la barra degli indirizzi URL, le tabs, ed eventualmente una barra dei preferiti, che è possibile importare dal precedente browser di default utilizzato, oppure creare dal nulla; naturalmente la barra è "retrattile", ed è possibile nasconderla o riesumarla in ogni momento.

Google Chrome 

In molti hanno associato la posizione delle tabs, posizionate sul limite superiore della barra URL, al noto browser multipiattaforma Opera.

Una delle caratteristiche che maggiormente colpisce è la velocità del browser in ogni sua funzione (anche se non in pochi hanno sperimentato fastidiosi delay occasionali); in particolare il rendering delle pagine è particolarmente apprezzabile, così come il completamento delle stringhe all'interno della barra indirizzi, chiaramente ispirata a Mozilla Firefox (ripresa e potenziata anche da Internet Explorer 8), che risulta incredibilmente scattante. Chrome introduce non solamente la possibilità di suggerire indirizzi già utilizzati in precedenza, ma si offre da mediatore, proponendo indirizzi di pagine web non digitati in precedenza, attingendo probabilmente al sistema Google Suggest.

Google Chrome 

Il tutto è corredato da alcuni impercettibili ma sicuramente pregevoli effetti grafici: la comparsa del menù, ad esempio, mostra un effetto di dissolvenza quasi istantaneo, mentre l'estrapolazione delle tabs consiste in una rappresentazione grafica semitrasparente, in caso di sovrapposizione con una delle finestre di Chrome.

Google Chrome 

Le tabs di Google Chrome, tuttavia, sono affette da un difetto evidente: differentemente dalla maggior parte dei browser attuali, non è presente un meccanismo che permette di gestirle in caso di sovrannumero. Chrome continua a creare indefinitamente le tabs sulla stessa barra, riducendo sempre più la larghezza delle stesse, rendendo ovviamente impossibile una corretta fruizione dei contenuti.

La maggioranza dei testers non ha apprezzato, inoltre, la gestione del doppio-click del mouse all'interno di Chrome, relativamente alle tabs, che vengono riprodotte in questo modo a schermo intero; sembra pero' che nella versione beta l'effetto non sia stato messo a punto, tanto che al doppio click, le tab rimangono inalterate.

Google Chrome 

L'aggregrazione delle peculiarità di browser diversi, non sempre viene interpretata in modo corretto dallo sviluppatore, come nel caso in questione, nel quale è stato trascurato probabilmente il feedback degli utenti.

Un'altra grave mancanza è l'assenza riscontrata per il supporto dei RSS, che tuttavia può essere giustificata dall'immaturità del browser, ancora in versione beta. Una futura implementazione è praticamente scontata.

Google Chrome 

Andiamo adesso  ad esplorare la funzione dei siti preferiti, gestiti da una interfaccia estremamente simile a quella di Firefox 3, così come simili sono le iconcine a forma di stella, utilizzate per contrassegnare i bookmarks. E' assente, a differenza di Firefox, un sistema di gestione tags.

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Ha fatto molto discutere il cosiddetto "Incognito Mode", chiaramente ispirato al "Private Browsing Mode" di Safari, basato sempre su motore WebKit, anche in questo caso ripreso da Internet Explorer 8. La modalità incognito prevede la disabilitazione della tracking history. Se confrontato con le numerose features presentate da Microsoft per IE8, e considerando che la feature in questione sarà a brevissimo una funzione di base di tutti i browser, non fa certo gridare al miracolo.

Google Chrome 

La rappresentazione grafica è comunque ben studiata: lo sfondo azzurro di Chrome cambia se si passa alla modalità Incognito, trasformandosi in uno scurissimo blu notte/grigio. Sul lato sinistro della barra appare inoltre l'icona di un uomo in impermeabile e occhiali, in stile spia.

La modalità Incognito è stata aspramente criticata, in quanto l'antitesi con i termini del servizio, che prevede la registrazione e sfruttamento a fini pubblicitari del tracking di navigazione dell'utente, la farebbe apparire come una vera e propria presa in giro.

Esaminiamo infine il cuore di Google Chrome. Basato sul motore di rendering WebKit di Apple, offre prestazioni difficilmente imitabili, grazie anche al sistema di separazione dei thread. Ogni tab è un thread separato, ed il suo eventuale crash non condanna al crash l'intero browser, lasciando intatta l'integrità delle altre sessioni di Chrome, e sfruttando al meglio le postazioni multicore. Lo svantaggio di un sistema multithread è evidente e prevedibile, ed è stato verificato tramite confronto rispetto agli altri browser: un gran consumo di risorse.

Google Chrome 

Per quanto riguarda il motore JavaScript, Google non ha optato per lo "SquirrelFish" di Safari, ma per un innovativo motore, denominato V8 (analogia con i potenti motori delle macchine sportive?) e sviluppato da una squadra di programmatori danesi.
Evidentemente la versione beta di Chrome non riesce ancora a trarre beneficio da V8, dal momento che la debolezza maggiore dell'attuale release è probabilmente l'esecuzione di codice JS. V8 dovrà in futuro fare i conti con TraceMonkey, il motore JS previsto per Firefox 3.1 e 4, che secondo i portavoce di Mozilla non avrebbe rivali nelle prestazioni.

Google Chrome quindi è riuscito a mostrare parte del suo ottimo potenziale anche in versione beta, sebbene alcune caratteristiche discutibili potrebbero protrarsi anche nelle successive fasi di sviluppo. Le aspettative sono comunque molto elevate da parte degli utenti; non dimentichiamo che i competitors principali, come Microsoft, Mozilla, Apple ed Opera non rimarranno con le mani in mano aspettando la crescita di Google Chrome, per cui la battaglia per il futuro mercato dei browser web è quanto mai aperta.

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