Comparativa SSDI drive SSD sono unanimemente considerati la tecnologia di storage del futuro. Per verificarlo abbiamo messo a confronto due SSD MLC e SLC con un hard disk magnetico tradizionale.


Le tecnologie impiegate nella realizzazione dei personal computer sono in continua evoluzione: processori, memorie, interfacce mutano e si perfezionano a ritmo incessante. Solo gli hard disk magnetici sono rimasti pressoché gli stessi negli ultimi 50 anni!

Il parametro di riferimento per il settore storage è stato finora il prezzo per MB, ma qualcosa sta cambiando. Si affacciano nuovi formati, e fra gli utenti si va rafforzando la sensibilità verso i profili ecologici e dell'efficienza energetica.

Questo progresso è favorito dalla crescente diffusione dei dispositivi mobile e dalla nascita di nuove tipologie di portatili ultrasottili e subnotebook caratterizzati da ingombri ridotti e da una luga autonomia. Altri fattori sono costituiti dal progressivo aumento delle dimensioni dei file multimediali, che ha raggiunto il culmine con l'avvento dell'Alta Definizione, dalla diffusione delle reti mobile broadband come WiMAX e HSDPA, e dalla ricerca nel campo del cloud computing, inteso come possibilità per gli utenti di accedere a risorse remote tramite Internet.

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Inoltre, il costante perfezionamento dei processori e degli altri componenti dei PC impone un ritmo più alto anche all'avanzamento nel campo delle memorie di massa. L'atteso miglioramento viene identificato con i drive allo stato solido o SSD (Solid State Drive), dispositivi di storage composti da semiconduttori, tipicamente chip di memoria NAND Flash.

Drive SSD e hard disk a confronto

I vantaggi degli SSD rispetto agli hard disk tradizionali sono numerosi:

  • Prestazioni Non essendoci un sistema meccanico, la latenza è bassissima, assicurando un accesso rapidissimo ai dati immagazzinati. La differenza nei tempi di accesso è notevole e ne traggono vantaggio svariate tipologie di applicazioni;
  • Affidabilità Entra in gioco l'acronimo MTBF (Mean Time Between Failure). Tradotto in italiano come "Tempo Medio fra i Guasti", questo parametro indica quanto tempo passa prima che si verifichi un guasto. E' un valore atteso, quindi basato su calcoli statistici, derivante dalle risultanze dei test del produttore e strettamente correlato al Tasso di Guasto Istantaneo (Failure Rate). MTBF non indica quando si verificherà un'avaria ma quando è probabile che possa verificarsi;
  • Efficienza energetica Minori consumi a vantaggio dell'autonomia se usati in sistemi portatili e/o dell'ambiente se impiegati per desktop e server.
  • Capacità di adattamento I drive SSD assumono una forma simile a quella dei comuni hard disk da 1,8" e 2,5" solo per una questione di praticità, per rendere possibile il loro impiego all'interno di telai progettati per gli ordinari HDD a piattelli, tuttavia possono astrattamente essere sagomati nelle più varie forme. Inoltre hanno una maggiore tolleranza a temperature, umidità e vibrazioni. E non producono alcun rumore.

La diffusione dei dischi SSD va di pari passo con l'evoluzione tecnologica dei chip di memoria NAND Flash: la riduzione del processo produttivo e l'aumento della densità di memorizzazione consentono di realizzare drive più capienti ed economici, e di conseguenza favoriscono la transizione dai dischi magnetici ai nuovi drive allo stato solido.

Ulteriore impulso alla tecnologia dei Solid State Drives è derivato dall'introduzione di Windows Vista. L'ultimo sistema operativo Microsoft, infatti, può utilizzare memorie allo stato solido come una cache per velocizzare le prestazioni del sistema e di singole applicazioni. Il meccanismo si basa su un nuovo algoritmo di predizione, chiamato SuperFetch, che permette di trarre vantaggio da cache di grandi dimensioni.

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