ImageFa discutere l'acquisizione di P.A. Semi, piccolo chipmaker californiano, da parte di Apple: che sia la spia di un ritorno ai processori PPC sui futuri iPhone, iPod e laptop low-cost made in Cupertino?


P.A. Semi è una concittadina di Intel, anche se non altrettanto nota, impegnata nella produzione di semiconduttori, ed in particolare di processori. Secondo quanto riportato da Forbes, P.A. Semi sarebbe stata acquisita da Apple per 278 milioni di dollari, con una operazione sulla quale è stato mantenuto il più stretto riserbo.

Attualmente, P.A. Semi produce i processori PWRficient, basati su architettura superscalare, out-of-order, PA6T. Si tratta dei primi processori Power Architecture realizzati al di fuori della AIM alliance (IBM, Apple, Motorola-Freescale). Al momento, ci sono due versioni, dual-core 16xxM e single-core 13xxM/E. Per ciascuna tipologia di CPU sono disponibili vari modelli, differenziati per quantità di cache L2, controller di memoria e features crittografiche e di comunicazione.

I punti di forza di questi processori sono l'efficienza energetica e la modularità, potendo essere fusi con un controller di memoria ed un controller I/O su un unico pezzo di silicio per costituire un SoC, System on a Chip. I vantaggi dei SoC consistono prevalentemente nel ridotto ingombro e in una maggiore integrazione fra gli elementi che li compongono. Per queste loro caratteristiche sono impiegati in smartphone e subnotebook.

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L'acquisizione di P.A. Semi da parte di Apple è stata salutata dai più nostalgici come un segno di un ritorno ai PowerPC. In breve sono nate speculazioni riguardanti un eeeMac (un laptop low costo EeePC-like) o future versioni di iPhone ed iPod, come destinatari dei chip progettati da P.A. Semi. Verrebbe così a delinearsi uno scenario che, finora, nessuno avrebbe osato prospettare: Apple abbandona i processori Atom x86 dell'alleata Intel in favore dei chip PPC realizzati da una sconosciuta start-up californiana.

A molti questa prospettiva appare inverosimile. E infatti, gli ultimi rumor correggono il tiro: Apple sarebbe solo interessata ai lauti guadagni derivanti dalla vendita dei chip di P.A. Semi al Dipartimento della Difesa americano.

 

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