T-Mobile perde i dati di 17 milioni di clientiE' bufera per l'operatore telefonico T-mobile, società controllata dal colosso delle comunicazioni Deutsche Telekom: l'azienda ha ammesso di aver subito il furto di dati per 17 milioni di clienti, ed è al centro di uno scandalo relativo a presunte intercettazioni.


L'effimero momento di gloria di T-Mobile, primo operatore ad avere l'esclusiva per uno smartphone basato su sistema operativo Google Android, è stato violentemente interrotto da un incredibile scandalo. L'operatore telefonico di Bonn, società che fa capo all'azienda di telecomunicazioni Deutsche Telekom, ha infatti ammesso pubblicamente di aver subito il furto dei dati di 17 milioni di clienti, che sarebbero adesso in vendita su internet o addirittura disponibili pubblicamente.

Telekom Bonn

L'amministratore delegato di Telekom, René Obermann, ha presentato le sue scuse ufficiali per l'accaduto, anche se in realtà la vicenda, resa nota solo nelle ultime ore, risale al 2006. Le indagini del magazine settimanale tedesco Der Spiegel infatti, che ha pubblicato oggi la notizia scatenando la bufera mediatica, hanno allarmato i dirigenti di Telekom, che hanno preferito informare il governo. La perdita di dati è più grave di quel che si pensi: a disposizione dei criminali vi sono infatti numerosi numeri telefonici, indirizzi, e-mail, date di nascita, ma anche informazioni bancarie e dati sulle chiamate, di persone comuni ma anche importanti personalità di spicco, politiche, religiose e militari.

L'esposizione a rischi e pericoli di tali persone è più che evidente, tanto che Telekom si sarebbe affrettata ad inoltrare una denuncia alle autorità federali, che collaboreranno con la polizia investigativa tedesca Bundeskriminalamt, sotto il comando del Ministero degli Interni, per progettare un eventuale programma di protezione contro eventuali attacchi terroristici. Non è la prima volta che T-Mobile ha a che fare con un impiccio di tali proporzioni: tra la fine del 2005 e l'inizio del 2006 infatti, la società rimase implicata in uno scandalo riguardante lo spionaggio illecito di alcuni manager e membri del consiglio di sorveglianza.

La loro posizione veniva sorvegliata tramite il segnale del telefono cellulare, ma si parlò anche di telefonate intercettate, con lo scopo di prevenire possibili fughe di notizie. La polemica non si è mai placata, ed è stata ripresa nel maggio scorso con l'aggravante di spionaggio nei confronti di vari giornalisti e l'implicazione di spie dello Stasi, il ben noto Ministero per la Sicurezza di Stato.

 

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