Censis: gli italiani preferiscono TV, radio e WebIl Censis ha diffuso i dati del 47° rapporto sull'andamento dei consumi mediatici in Italia nel 2013. Ancora tanta televisione ma anche connessioni always-on, grazie soprattutto agli smartphone.


Il Censis ha reso noti i risultati dell'ultimo Rapporto sulla comunicazione (il 47°), realizzato in collaborazione con UCSI, 3 Italia, Mediaset, Mondadori, Rai e Telecom Italia durante l'anno che sta per finire, rivelandoci così le nostre abitudini mediatiche. In Italia come sempre si conferma al primo posto l'intramontabile TV, vero focolare domestico, capace sempre di polarizzare l'attenzione della maggior parte della popolazione. Se però il media principale non cambia almeno evolve e si differenzia: dallo studio infatti emerge un chiaro rafforzamento del pubblico delle nuove televisioni rispetto a quello dei canali generalisti o anche commerciali. Le TV satellitari ad esempio fanno segnare un convinto +8.7 % di utenza complessiva rispetto al 2012, mentre le Web TV crescono del 3.1 % e le Mobile TV del 4.3 %.

Smartphone e Internet

 

Conferme anche per la radio, che resta un altro classico italiano tra i mezzi di informazione di massa, con un'utenza che corrisponde addirittura all’82.9 % dei nostri connazionali, nonostante la riduzione dell’uso della radio in conseguenza della diminuzione del traffico automobilistico, dato comunque compensato dalla forte crescita dell'ascolto tramite cellulare, che fa segnare infatti un +5.4 %.

Se comunque l'uso della TV e della radio non sembra conoscere crisi, continua ad aumentare anche quello degli smartphone, (+4.5 % rispetto al 2012), soprattutto grazie alla possibilità di essere sempre connessi: ben il 39.9 % dell'intero campione, con una punta del 66.1 % nel segmento dei giovani, risulta infatti collegato quotidianamente alla Rete, con un incremento annuo del 12.2 %. Gli utenti Internet complessivi, compresi dunque quelli che preferiscono connettersi da casa, si sono assestati attorno al 63.5 % della popolazione, con un incremento dell'1.4 % rispetto al 2012: un rallentamento rispetto al rapido incremento registrato negli ultimi anni.

Continuano invece a peggiorare i numeri del settore della carta stampata, da diversi anni in crisi e che ha registrato quest’anno un ulteriore -2 % per quanto riguarda i lettori dei quotidiani a pagamento, -4.6 % per la stampa a diffusione gratuita e -1.3 % per i settimanali. A restare più affezionati al settore cartaceo, com'è facile immaginare, sono gli ultra sessantacinquenni, mentre i giovani sono quelli che meno consumano questo media.

Insomma come in altri settori l'Italia non è forse propensa alle rivoluzioni ma fa registrare un'evoluzione lenta, ma costante, dei propri costumi e delle proprie abitudini, specialmente grazie ai giovani, da sempre più attratti dalle novità e dalle nuove tecnologie

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